Quelle Nozze di Figaro sanno di rivoluzione di Armando Caruso

Quelle Nozze di Figaro sanno di rivoluzione IL CAPOLAVORO DI MOZART DEBUTTA DOMANI AL REGIO DI TORINO Quelle Nozze di Figaro sanno di rivoluzione Allestimento storico di Jonathan Miller, sul podio Stefan Anton Reck «Il musicista, con l'aiuto di Da Ponte, mise alla berlina la sua epoca» Armando Caruso TORINO «La Folle joumée o Le Mariage de Figaro», ossia «Le nozze di Figaro», commedia per musica di Mozart, tratta dal lavoro di Beaumarchais, torna alle 20,30 di domani al Teatro Regio di Torino. L'edizione che avrebbe dovuto essere allestita da Mario Monicelli, dopo il forfait del regista, è stata sostituita con quella storica di Jonathan Miller, messa in scena per il Maggio Musicale Fiorentino nel 1992. Da allora sono trascorsi quasi dodici anni, ma l'allestimento è ancora fresco di idee, impeccabile. Lascia spazio alla genialità di Mozart, asseconda in tutto e per tutto l'idea satirica e politica di Lorenzo Da Ponte, sottolinea quanto fosse straordinariamente moderna la collaborazione fra il compositore di Salisburgo e il commediografo italiano. Con un valore aggiunto: il cast di giovani ma affermati cantanti, è tutto italiano, quasi a voler ricordare che la prima della «Trilogia Italiana» può essere realizzata da artisti italiani, che forse meglio interpretano le intenzioni satiriche di Da Ponte, come del resto avveniva negli Anni Trenta, quando l'opera mozartiana non era ancora molto rappresentata. Sul podio ci sarà Stefan Anton Reck, attento studioso di tutta la copiosa produzione di Mozart. Reck toma da Cuba, dove ha trascorso l'inizio del nuovo anno musicale con Claudio Abbado, il suo ultimo maestro. E sente subito il desiderio di parlare di Abbado: «Sta benissimo, ha persino recuperato peso, dirige soltanto quel che gli piace e soprattutto aiuta giovani talenti. All'Havana ha diretto un'orchestra giovanile cubana dimostrando tutto il suo straordinario entusiasmo, la sua piena maturità. E non è, come qualcuno pensa, un atto politico, il suo. Oggi Abbado ha raggiunto la piena serenità. Com'è diverso il suo Mozart tradizionale di trent'anni fa da quello che oggi predilige. Nella musica non si devono per forza trovare nuove idee, ma s'è quest'ansia ti assa- le, devi approfondire, farti trascinare dall'insegnamento del compositore. Penso all'evoluzione e alla maturità di Celibidache. L'artista vero è preda d'una febbre costante che non gli dà tregua. Il mio stesso modo di dirigere è profondamente diverso da quello di quindici anni fa». Quale intenzione politica lei coglie nell'opera di Mozart-Da Ponte? «Il regista con il suo allestimento può sottolineare assai più del direttore l'idea politica dell'opera, ma certamente Mozart lascia una traccia forte della sua idea rivoluzionaria, della voglia di mettere alla berlina il mondo borghese della sua epoca. Con satira tagliente mette a nudo la debolezza di quella classe politica, finge di giocare con i sentimenti, rivendica il diritto alla libertà, sollecita il perdono, il bisogno di giustizia, che nell'opera è evidente». E il Mozart innovatore? «Sin dall'inizio, sin dall'Ouverture. Mozart scrive sette battute irregolari, anziché quattro come avrebbe fatto Salieri. Cambia le regole compositive e sollecita nuove regole, anche nella società. Con coraggio. Se fossi vissuto ai suoi tempi, non avrei fatto il musicista perché sarei rimasto schiavo del committente, della Chiesa, dei vescovi, dei nobili. Mozart si ribellò a tutto questo, ma ne uscì malconcio se non sconfitto. Con le "Nozze" aveva volutamente provocato, senza af¬ francarsi completamente dalle Corti. Chi si libererà totalmente dal Principe sarà, invece, Beethoven». Protagonisti delle «Nozze» sono Natale De Carolis (Il Conte d'Almaviva), Carmela Remigio (la Contessa), Laura Cherici (Susanna), Simone Alberghini (Figaro), Anna Bobitatibus (Cherubino), Nicoletta Zanini (Marcellina), Antonio Abete (Bartolo), Breuno Lazzaretti (Basilio), Mauro Buffoli (Don Curzio), Gianluca Ricci (Antonio), Laura Catrani (Barbarina). Le scene sono di Peter J. Davison, i costumi di Sue Piane. Maestro del Coro, Claudio Marino Moretti. «Si cambiamo le regole compositive sollecitando così nuove regole anche nella società» Alberghini è protagonista LauraCherid e Simone Alberghini in una scena delle «Nozze di Figaro» di Mozart, da domani a Torino

Luoghi citati: Cuba, Marcellina, Salisburgo, Torino