Zelig ripete tutto anche il successo di Alessandra Comazzi

Zelig ripete tutto anche il successo TIVÙ 8t TIVÙ: OLTRE 8 MILIONI DI SPETTATORI Zelig ripete tutto anche il successo Alessandra Comazzi DUE osservazioni immediate dopo la prima puntata del nuovo «Zelig Circus», in onda l'altra sera su Canale 5: la tipica iterazione dei comici e della comicità; la totale mancanza di donne. Aparte, naturalmente, Vanessa Incontrada. Qualche spettatore già sta dicendo che lei da sola vale per tutte le altre. È bella, ha l'aria simpatica, i tre autori nonché vecchie volpi Gino, Michele e Giancarlo Bozzo la fanno ridere, molto in modo da non dover rimpiangere MicheUe Hunziker. In più canta, anche bene, e fa qualche mossa di ballo. È spagnola, come si conviene a una «show girl» della tv itahana, ma itahana è per metà, quindi non del tutto estranea alla cara patria. Claudio Bisio l'ha travolta, non le ha programmaticamente dato modo di fare battute, ma non è detto che non le sappia fare. Tiene bene la scena, con la sua presenza il palcoscenico si riempie. Promossa. Ironia del destino (o scelte incrociate di pubbhcità e palinsesto), quando Incontrada nerovestita lasciava, attaccava Hunziker biancovestita, ancheggiante nella reclame delle mentine. A proposito di pubbhcità, l'altra sera per «Zehg» ce n'era una quantità veramente impressionante, anche per chi è abituato a sorbirsene tanta. Ed è lì che vince la formula modulare di un programma (8 milioni 255 mila al debutto) che deve reggere quelle onde anomale di spot, aumentate in modo esponenziale dopo il passaggio da Itaha 1 a Canale 5, e dalla seconda alla prima serata: insomma, dopo il grande successo. Se si vuole mantenerlo, il successo, bisogna tenere conto del ritmo inevitabilmente spezzato della trasmissione: non opporglisi, ma asse- Vanessa Incont ada condarlo, blandirlo, titillarlo. Ed ecco dunque l'iterazione comica, la ripetizione che porta affezione. Ed ecco i tormentoni («le so tutte», «fu fu», «attentato!», «Adriana», «fluoro», «pel pampino», «Soccmacher voleva. fare lo sborone», «oh, fly»), attesi da una puntata ah'altro, da un anno all'altro. Ed è vero che nello spettacolo c'è qualche novità: ma non ce ne sono molte, forse arriveranno. Sono soprattutto esteriori, scenografiche, una bella sigla, qualche oggetto in scena. La sostanza è la stessa: una sostanza, tra l'altro, che piace molto anche al fondamentale pubbhco dei bambini. Tutti quei maschi di comici, a vederh in fila meno la Incontrada, sembravano il parlamento, fatto di cravatte grigie, e in mezzo la Prestigiacomo. Oppure ricordavano quelle riunioni di sindacalisti, abiti sgualciti e aria pesante, dove di ragazze non vedi mai l'ombra. Non è tradizione. Neanche la comicità é donna? Il talento non alberga nei cervelli femminili, tenuti all'onor del mondo dalla sola Luciana Littizzetto? O dalla grande capocomica Serena Dandini? Possibile? Intanto, spesso i comici si ingaglioffano, si imbruttiscono, si «clownizzano» e forse le donne non sono disposte a tanto, preferiscono puntare al velinaggio, per dare il megho della loro beUezza fisica. Ma anche: i comici sono tali, molto spesso, soltanto in palcoscenico. Poi, una tristezza... Le donne sono più allegre di base, e dunque si sdoppiano meno facilmente. Presentando il nuovo «Zehg», gh autori hanno comunque assicurato che stanno allenando ragazze nello «Zelig» normale e non in quello televisivivo. «Senza una donna», cantava Zucchero e potrebbero cantare a Zehg. Ma loro hanno l'Incontrada, l'uno per il tutto. Vanessa Incontrada