Ortofrutta, primo stop al caro-prezzi di Maurizio Tropeano

Ortofrutta, primo stop al caro-prezzi A DICEMBRE E GENNAIO DIMINUZIONE DELLO 0,7oZo. SCENDE L'ATTIVO DELLA BILANCIA DEI PAGAMENTI Ortofrutta, primo stop al caro-prezzi Ma in un anno il costo dei prodotti è aumentato del 2307o Maurizio Tropeano Un primo stop a dicembre: l'indice Ismea delle quotazioni all'origine dei prezzi agricoli è sceso facendo registrare una contrazione dello 0,6 per cento rispetto a novembre. Una seconda flessione anche a gennaio: meno 0,1 per cento. Tutto questo però serve solo a contenere una tendenza al rialzo che porta gli ortaggi a registrare un incremento del 23 per cento rispetto al gennaio del 2003. Le conseguenze? Nel 2003 gU acquisti delle famiglie italiane si sono contratti del -^Q1}*! a fronte di un incremento della spesa del +2,25% sul 2002. L'Osservatorio dei consumi ortofrutticoli delle famighe italiane, curato da Iha Italia per Agri Cesena, ha analizzato i dati degli ultimi 4 anni: gli acquisti domestici dal 2000 al 2003 sono diminuiti complessivamente di 865 tonnellate eppure si sono spesi oltre 1,4 miliardi di euro in più. Dati e prospettive che sono state discusse nel còrso della seconda edizione di Tecnohortus, salone professionale dell'orticoltura che si conclude oggi a Padova e che saranno discussi dal 6 al 9 maggio a Cesena nel corso di MacfrutMed Forum. Una cosa è certa, almeno per Domenico Scarpellini, presidente di AgriCesena: «Gli aumenti non sono andati a beneficio dei produttori, ecco perché va raggiunto un accordo fra produttori, grossisti e dettaglianti che crei un rapporto più equilibrato nella filiera». A sostegno della sua tesi Scarpellini si appoggia all'analisi sull'andamento del mercato elaborata dall'Associazione Nazionale Esportatori Importatori Ortofrutticoli ed Agrumai. Così Luigi Peviani, presidente dell'Associazione, spiega: «Per il secondo anno consecutivo il saldo, attivo è in netta diminuzione, dopo un triennio di incrementi che lo avevano portato a 1162 milioni di euro (dato 2001)». Nel 2002 il saldo attivo dell'import-export di ortofrutta italiana è sceso del 16,60Zo rispetto al 2002. «Ad ima diminuzione dei volumi esportati (-6,20Zo sul 2002) - precisa Peviani - fa riscontro un incremento del loro valore (4-60Zo). Le importazioni sono cresciute del -Hl,60Zo in quantità e del +17% in valore, per cui il saldo attivo si attesta su 772 milioni». Va nella stessa direzione l'indagine effettuata da Ismea /Ac Nielsen su un campione di 6000 famighe diffusa a Padova in occasione di Tecnohortus: secondo lo studio, ad incidere sulla diminuzione degli acquisti da un lato è stato il calo della domanda registrato tra le famighe (meno 675 mila famighe, con una riduzione di tre punti percentuali), dall'altro, i più contenuti volumi d'acquisto da parte di quelle famighe che hanno continuato ad acquistare ortaggi (meno 12 chilogrammi l'anno). Per Ismea la «disaffezione al consumo di prodotti orticoli presenta deUe rilevanti differenze tra le varie aree geografiche, in funzione soprattutto del diverso prezzo medio». Il Sud, con un prezzo medio di 1,8 euro al chilo, rimane la principale area per consumo domestico incidendo per il 36,40Zo, il Centro si attesta al 23,30Zo, il Nord-Ovest al 22,50Zo, mentre il Nord-Est al 17,80Zo. Cala la vendita di ortofrutticoli

Persone citate: Domenico Scarpellini, Luigi Peviani, Peviani, Scarpellini

Luoghi citati: Agri, Cesena, Iha Italia, Padova