Perugia, un fermo per il pacco-bomba di Alessandra Cristofani
Perugia, un fermo per il pacco-bomba UN PREGIUDICATO DI NAPOLI Perugia, un fermo per il pacco-bomba Alessandra Cristofani PERUGIA Gli inquirenti sono a una svolta. Il pacco bomba esploso venerdì nella questura di Perugia, ma indirizzato a una donna senza prededenti penali, avrebbe un padre: un quarantenne campano pregiudicato. Resta da capire perché un «delinquente professionale», come lo hanno definito, abbia inserito dell'esplosivo nella custodia di una videocassetta, abbia infilato il tutto in una busta e lo abbia spedito all'indirizzo di Marzia B., una donna che si guadagna da vivere lavorando come telefonista in un cali center che smista le chiamate a una cartomante di Perugia. Sul movente, poliziotti e magistrati non dicono una parola. Girano voci, forse soltanto maldicenze: dietro alla bomba, vera e pericolosa, ci sarebbe una storia sentimentale, forse un approccio omosessuale non gradito: una donna, insomma, potrebbe aver incaricato l'uomo di «dare un segnale» alla signora perugina. Voci, appunto: ufficialmente gli inquirenti non confermano né escludono nulla. Ma sono comunque convinti, come confermato nel corso della conferenza stampa di ieri mattina, dell'esistenza di un Racket o vSi indaga sentimendella dest vendetta? nella vita ale nataria legame tra la giovane e il pregiudicato. La pista della vendetta personale sembrerebbe confermata anche dalle minacce che la donna avrebbe ricevuto appena qualche giorno fa. I vicini raccontano, al proposito, che la sera prima dell'invio del pacco bomba la giovane aveva fatto tardi (era rincasata attorno alle quattro di mattina) ed era stata notata a bordo di un'auto accanto ad un uomo. Resta viva anche la pista del racket: secondo altre indiscrezioni, il fermato potrebbe essere un ex collaboratore di giustizia. Un'ipotesi che, se confermata, condurrebbe le indagini verso la pista della criminalità organizzata. A carico dell'uomo sono stati ipotizzati i reati di strage e violazione della legge sugli esplosivi. Gli accertamenti tecnici hanno evidenziato il forte potenziale lesivo dell'ordigno, contenente polvere pirica. Il plico, inviato per Posta Prioritaria, è stato spedito da Perugia, e non da Jesi come era sembrato in un primo momento. Intanto in ospedale vengono definite buone le condizioni dei tre poliziotti. Il più grave, l'ispettore Bruno Baglivo, ha subito l'amputazione parziale di tre dita, mentre ha perso un dito della mano sinistra. Racket o vendetta? Si indaga nella vita sentimentale della destinataria
Persone citate: Bruno Baglivo, Di Napoli
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