ETA l'ultima arma a notizia-bomba

ETA l'ultima arma a notizia-bomba LA PROCLAIVIAZiONE DELLA TREGUA ÌU CATALOGNA, UNO CHOC PER LA POLITICA SPAGNOLA ETA l'ultima arma a notizia-bomba analisi iana^ LA politica spagnola è come un mal di testa che non passa. E l'Età, l'organizzazione terroristica basca fondata nel 1959, è la causa principale, anche se non unica, della fastidiosa emicrania. Fortemente controllata dalle polizie di Spagna e Francia, con l'ausilio dei servizi d'intelligence degli Stati Uniti, la banda è parecchio indebolita e, secondo qualche esperto, a breve potrebbe essere eliminata del tutto. Ma proprio quando sembrava più isolata, l'Età è riuscita a tornare al centro della scena politica, a solo tre settimane dalle elezioni legislative del 14 marzo, senza uccidere nessuno e senza provocare nessuna esplosione, utilizzando la cultura mediatica. Non è stata una bomba... ,ÌR?pinma, ma una «notizia bomba»: l'Età dichiara una tregua.... ma solo in Catalogna! Mercoledi 18 febbraio milioni di spagnoli hanno assistito in televisione a un autentico spot dell'Età. Due individui incappucciati e con la txapela, il tipico berretto basco, seduti a una scrivania, leggevano un comunicato nel quale l'organizzazione terroristica proclamava una tregua circoscritta ai confini della Catalogna, come segno d'attenzione per i mutamenti politici avvenuti in questa regione che dallo scorso dicembre è governata da una coalizione di sinistra con la partecipazione del partito degli indipendentisti catalani, presieduta dal socialista Pasqua! Maragall, ex sindaco della Barcellona olimpica. Sulla scrivania, accanto alla bandiera di Euskadi (Paese Basco) compariva, per la prima volta, quella della Catalogna. «Visca Cataluya Lliure», Viva Catalogna libera, hanno gridato alla fine. La Spagna è rimasta attonita. I catalani perplessi. L'Età aveva appena messo in movimento un meccanismo micidiale, stimolando la mancan- za di solidarietà di fronte al terrorismo. I catalani sono ammirati e rispettati in Spagna, ma non sono considerati tra i più simpatici. Sono ricchi (e non poi tanto, se osserviamo le ultime cifre della ripartizione della ricchezza spagnola), molto orgogliosi della propria cultura, della propria lingua e della propria autonomia che desiderano rinforzare e ampliare. Un luogo comune vuole che prestino molta attenzione al denaro nella Divina Commedia Dante menziona «l'avara povertà della Catalogna» - e quando vanno al bar con gli amici preferiscono conti separati, pratica non usuale nel resto della Spagna che ha costumi più gregari. La «notizia bomba», amplificata dai mezzi di communicazione più vicini al governo di José Maria Aznar, ha sortito i suoi effetti: gli indipendentisti, si è detto, coalizzati con gli socialisti catalani potrebbero aver «contrattato» la tregua senza preoccuparsi del destino del resto degli spagnoli. Dal 1975 la Catalogna ha subito 67 attentati dell'Età, che hanno causato 53 morti e 224 feriti. Il più drammatico fu nel 1987 in un ipermercato di Barcellona: morirono 21 persone. L'ultimo attacco risale al 2001. Sono tre anni, pertanto, che l'Età non si esibisce in Catalogna. Gli indipendentisti di Esquerra RepubUcana di Catalogna (Ere) negano recisamente l'esistenza di un patto, ma il leader del loro partito all' inizio di gennaio si è incontrato con membri dell'organizzazione terroristica a Perpignano, nel Sud della Francia. La notizia è stata diffusa pochi giorni dopo dal giornale conservatore «Abc» che avrebbe attinto a fonti riservate dei servizi segreti. Ed è stato subito scandalo. Il leader dell'Ere, Josep-Lluis Carod Rovira, si è dovuto dimettere dalla carica di conseller en cap (primo ministro) della Generalitat di Catalogna, pur giurando che ha incontrato gli esponenti dell'Età solo per convincerli ad abbandonare le armi e a imboccare la strada della democrazia. Il leader dell'Ere - formazione politica che ha sempre condannato la violenza e che negli Anni 30 era il partito più votato dalle classi medie catalane - è riuscito, qualche anno fa, a disarmare un piccolo gruppo denominato «Terra Lliure», Terra Libera. Per ingenuità o buonismo, o vittima di un complotto, Carod è caduto in una trappola dalle conseguenze rischiose per il governo autonomo catalano e per il socialismo spagnolo, il cui leader José Luis Rodriguez Zapatero, aspira a rompere nelle prossime elezioni la maggioranza assoluta del partito Popolare. Chi conosce l'universo Età crede che i terroristi si siano limitati ad approfittare d'una occasione d'oro per uscire dall'emarginazione. Altri analisti vedono nella «tregua catalana» un'operazione machiavellica, tesa a rafforzare la maggioranza assoluta del partito Popolare secondo la vecchia logica rivoluzionaria del «tanto peggio, tanto meglio», e a far saltare l'esperienza di governo catalano, che rompe molti degli schemi politici spagnoli, aprendo la prospettiva di una Spagna federale dove il massimalismo nazio¬ nalista perderebbe terreno. Chi è il vero cervello dell'Età? Chi ha disegnato la trappola? Sono domande alle quali, oggi, non si può dare risposta. In Italia qualcuno parlerebbe del «Grande vecchio», ma in Spagna c'è meno immaginazione. Altra domanda senza risposta, per il momento, è quali ripercussioni potrebbe avere la «notizia bomba» sulle prossime elezioni. L'uscita dei terroristi danneggia evidentemente il Psoe che, nelle previsioni, è indicato in crescita, pronto a diminuire la distanza che lo separa dal Pp. Gli spagnoli, secondo gli ultimi sondaggi, sembrano stanchi della tensione che il dibattito politico ha raggiunto nel Paese durante il mandato di Aznar, grande specialista nella dialettica «amico-nemico», la maggioranza sembra volere un cambiamento di governo, ma il Pp ispira maggior fiducia del Psoe nella gestione economica della Spagna in cui, ormai, non regna più il clima euforico di qualche anno fa. E l'orgogliosa Catalogna, trasformata in bomba mediatica, aspetta la fine dell'incubo, divisa tra Scilla e Cariddi.... *Vicedirettore de La Vanguardia A essere chiaramente danneggiato in vista del voto è il partito socialista che i sondaggi danno in rimonta sui rivali. E ora tornano le domande di sempre Chi è il vero cervello del gruppo? Esiste un grande vecchio che disegna le strategie? - ' ' ' ' ;;-S?;Sa Josep Lluis Carod-Rovira leader di Esquerra Republicana Il numero 2 del governo di Barcellona ha già dovuto dimettersi pur giurando di non aver cercato un accordo con iterroristi, vittima di un errore o di una trappola C'è chi pensa ad una operazione dei radicali baschi per rafforzare i «nemici» del partito popolare in base al principio «tanto peggio tanto meglio» ETA l'ultima arma a notizia-bomba Due terroristi dell'Età annunciano in un video la tregua, mercoledì scorso Barcellona, 19 giugno '87: un attentato dell'Età a un supermercato uccide 21 persone

Persone citate: Aznar, Barcellona, Cariddi, Carod Rovira, José Luis Rodriguez Zapatero, José Maria Aznar, Maragall, Rovira, Visca