Bankitalia ricorre per riavere i suoi tre dirigenti di Raffaello Masci

Bankitalia ricorre per riavere i suoi tre dirigenti L'ISTITUTO DI VIGILANZA NON NOMINA I SUCCESSORI. IL SINDACATO PROTESTA E MINACCIA LO SCIOPERO Bankitalia ricorre per riavere i suoi tre dirigenti Pensionati, perora, Bianchi, Catapano e Pontolillo Raffaello Masci ROMA Gli alti dirigenti della Banca d'Italia Bruno Bianchi, responsabile della Vigilanza, e Vincenzo Catapano, Avvocato generale, per ora se ne vanno in Eensione. Così come ilresponsaile dell'area Banca centrale e Mercati, Vincenzo Pontolillo. Però, mentre quest'ultimo ha presentato regolare lettera di dimissioni (che ha trovato accoglienza), sui primi due esiste un contenzioso che sta mettendo in crisi i rapporti tra i vertici dell'Istituto e gli ottomila lavoratori. I tre alti funzionari erano tutti collaboratori strettissimi di Antonio Fazio, il quale, pur di potersi giovare ancora della loro professionalità, aveva provveduto con delibera del 7 luglio scorso a cambiare una norma del regolamento intemo alla Banca centrale (articolo 79), per cui i dirigenti della Banca centrale potevano essere trattenuti in servizio oltre il limite di età pensionabile, non più solo sei mesi - come prima stabilito bensì 36. Considerata la delicatezza dei ruoli ricoperti dai tre diri- nti, por il governatore era damentale potersi avvalere ultuionnente della loro collaborazione. Ma i sindacati interni hanno sollevato le loro rimostranze, sostenendo che non si potesse modificare un regolamento unilateralmente, senza il coinvolgimento del sindacato medesimo, e soprattutto per rispondere ad ima esigenza contingente, come quella di trattenere tre professionisti. Da lì un ricorso al tribunale del lavoro che con sentenza depositata il 6 febbraio scorso, ha annullato il provvedimento del Governatore e imposto che Bianchi e Catapano se ne andassero in pensione, come previsto. Diverso il caso del dottor Pontolillo il quale, subito dopo la sentenza, ha preferito presentare le dimissioni. Ieri il Consiglio superiore, presieduto dallo stesso Governatore, ha ratificato la decisione del tribunale, ma ha anche avallato la contestuale iniziativa di fare ricorso contro questa sentenza. Dunque i due dirigenti - Bianchi e Catapano - se ne vanno sì in pensione ma, se mai il giudizio di secondo grado dovesse dare ragione ai vertici della Banca centrale, potrebbero rientrare in servizio. Non solo: la decisione del Consiglio superiore di avallare il ricorso, comporta - secondo fonti della Banca centrale - che l'intera sentenza viene accolta «con la più ampia riserva in relazione allo svolgimento e all'esito del giudizio di opposizione». Il sindacato non è rimasto affatto appagato dal comportamento attendista dei vertici di palazzo Koch, in quanto la decisione presa «con riserva» non rispetterebbe l'intendimento del tribunale, e pertanto Fazio non solo dovrebbe applicarla senza restrizioni, ma dovrebbe anche provvedere alla nomina dei successori dei tre alti dirigenti che - a varie titolo - sono ora fuori dall'Istituto. Il segretario generale del sindacato Falbi, Luigi Leone, contesta la condotta dei vertici della Banca centrale, e minaccia uno sciopero. «Lunedì chiederemo al pretore se la delibera (del consiglio generale - ndr) è compatibile con l'ordinanza del giudice - ha spiegato - e se non lo fosse presenteremo immediatamente una denuncia penale. Ma il fatto che si parli comunque di sospensione temporanea dei funzionari generali in attesa dell'esito del ricorso e non di immediata cessazione dei loro incarichi, crea comunque un problema sindacale enorme e chiederemo quindi di incentrarci con altri sindacati per proporre azioni di sciopero». «Lasciare un'area come la vigilanza senza funzionario generale per mesi e forse addirittura per qualche anno, prima cioè che si concluda l'iter dei ricorsi, - accusa Leone - è un atto irresponsabile, soprattutto in un momento come questo». Anche il segretario generale del sindacato indipendente della Banca d'Italia (Sibc), Massimo Dary, ha detto che è «urgente provvedere alla nomina dei nuovi funzionari generali delle aree rimaste scoperte, per evitare gravi lacune decisionali nell'attività della Banca in funzioni così dehcate». Gli alti funzionari sono stati tenuti in servizio oltre i termini previsti Il tribunale del Lavoro lo ha proibito Palazzo Koch, sede di Via Nazionale della Banca d'Italia

Luoghi citati: Roma