«Scaviamo tunnel per uscire di casa» di Giampiero Maggio

«Scaviamo tunnel per uscire di casa» —— NEL PICCOLO GENTR VALLEORCO «Scaviamo tunnel per uscire di casa» A Noasca una precipitazione record: 170 centimetri reportage Giampiero Maggio BENVENUTI in un inverno d'altri tempi. Noasca, poco più di mille metri di quota, centro di 200 anime nel cuore del Gran Paradiso, quasi scompare sotto il manto bianco che rischia di sfondare il tetto della chiesa e costringe chi vive quassù a scavare tunnel per uscire di casa. Già dal fondovalle intuisci quello che ti aspetta: la strada per arrivare in paese è solo un nastro grigio tra due muri di neve quando hai appena superato Locana. Conti le frazioni, Frera, Grusiner, Gera, che si susseguono una dopo l'altra, mentre 1 segnali stradali mano a mano che vai avanti sprofondano sempre più fino a sparire del tutto. A Frera i centimetri caduti sono già 110 e vedi a malapena le recinzioni delle abitazioni che si affacciano sulla statale. «Siamo arrivati da Ciriè ieri mattina mìa moglie ed io - racconta Mario Colombatto - chi si immaginava ima nevicata del genere. Era prevista, ma non così intensa e ha colto di sorpresa un po' tutti qui». Dopo pochi chilometri, appena alle porte di Noasca, lo spettacolo è di quelli da mozzare il fiato. In alcuni punti la neve quasi nasconde il primo piano delle abitazioni, inghiotte cassonetti, segnali stradali, au¬ tomobili rimaste posteggiate mentre infuriava la bufera. Sul fianco sinistro del paese, salendo verso Ceresole Reale, il torrente Orco in secca quasi scompare sotto il manto bianco che gioca con i sassi formando curiose composizióni. Dicono che era da quasi vent'anni che non ne veniva giù così tanta. Forse nell'86 e nell'inverno successivo. Poi è stato un susseguirsi di stagioni avare di precipitazioni, compresa quella dell'anno scorso seguita da ima primavera siccitosa e culminata con un' estate da caldo record. I ricordi dei più vecchi vanno oltre. Paragonata alle nevicate del '48 e soprattutto del 72, questa (piasi impallidisce. «Nel 72 - ricorda Pietro Giovannini, 70 anni, - nevicò tutto febbraio. Alla fine ne caddero sette metri e dove oggi ci sono le gallerìe di cemento, costruite per evitare che le slavine bloccassero la statale, quell'anno erano di ghiaccio. Costruimmo noi, con le pale, dopo giorni di lavoro incessante, i tunnel netta neve per non lasciare Noasca isolata». Erano gli anni in cui il paese aveva cinque scuole e più di mille abitanti. Oggi è tutta un'altra storia, in molti hanno lasciato la montagna e sono rimasti solo i più vecchi. Per loro, una nevicata come questa, è solo un motivo per rinverdire i ricordi. Però è necessario pensare anche alle cose pratiche e ai disagi. Così don Dario, il parroco di Ceresole che dice messa anche a Noasca, ieri era impegnato a togliere la neve dal tetto della chiesa perché non sprofondasse: «Se la temperatura si alza di qualche grado la neve diventa pesante ed è meglio non rischiare». Mentre Giorgio Roselo, 30 anni, con una fresa tentava di aprire un tunnel per costruire il passaggio dalla strada fino al sagrato e permettere ai fedeli di raggiungere la chiesa. «E' da 16 anni che mi occupo di sgombero neve per i Comuni della valle - spiega Roselo - e non è la prima volta che mi trovo in situazioni del genere. Ma era davvero da troppo tempo che quassù non faceva un inverno come si deve». Giorgio Roselo Pietro Giovannini

Persone citate: Frera, Gera, Giorgio Roselo, Mario Colombatto, Pietro Giovannini

Luoghi citati: Ceresole Reale, Ciriè, Locana, Noasca