San Francisco, la sfida del sindaco libera

San Francisco, la sfida del sindaco libera . .. * .,...:..:...^.^ " ". "l' ■"l" l!^"" r I - . . . ::..: : V ; i...:. :. A SAN FRANCISCO L'AUTORIZZATONE DESMATRIMONt TRA OiVIOSESSUAySC^TE^A UN DELICATO CASO FOLiTICO San Francisco, la sfida del sindaco libera la storia Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK GAVIN Newsom divide l'America, sfida George Bush e mette in imbarazzo John Kerry. Trentasei anni, ex rivenditore di vini divenuto miliardario, amico di famiglia dei Getty ed appassionato di politica sin dai tempi dell' Università, Newsom è il sindaco di San Francisco che ha autorizzato in poco più di una settimana 3000 atti matrimoniali per gay scatenando ima battaglia fra legge e morale che attraversa gh interi Stati Uniti creando scompiglio fra i repubblicani come fra i democratici. Eletto sindaco 45 giorni fa con una valanga di voti liberal, Newson si è presentato con una raffica di decisioni poco ortodosse: è andato sulla scena di delitti criminali per chiedere alla polizia più arresti, ha cacciato un noto responsabile della sicurezza sostituendolo con una dònna ed ha nominato altre donne a tre posti di alta responsabilità per poi gelare la comunità degli imprenditori, suoi sostenitori, avvertendoli che presto pagheranno più tasse per aiutare le casse cittadine. E' stato allora che ha deciso di fare il passo in più, autorizzando gli ufficiali della contea a celebrare nozze gay e bruciando sul tempo i liberal dello Stato del Massachusetts dove i parlamentari si sono divisi sulla sentenza della locale Corte Suprema a favore di matrimoni omosessuali. La sua fama nazionale è cresciuta proporzionalmente alla fila di coppie gay in attesa di fronte alla sede del municipio: cento il primo giorno, duecento il secondo, cinquecento il terzo. Passata la soglia dei tremila ceritificati è diventato un fenomeno di massa. Arrivano da ogni angolo della città 764 mila abitanti, il 20 per cento dei quali si dichiara omosessuale - e della California, le immagini di baci fra spose in velo bianco e sposi in identici smoking hanno fatto il giro del Paese rappresentando il raggiungimento di un nuovo storico traguardo nella battaglia per i diritti degli omossessuali. Volente o meno Newsom, sposato dal 2001 alla determinata ed accattivante procuratrice legale Kimberly Guilfoye, è diventato il nuovo volto della rivoluzione liberal. Attirandosi le ire del governatore repubblicano della California, Arnold Schwazenegger, che ha definito «illegale» la concessione dei cerificati di nozze e del presidente degli Stati Uniti, George Bush, e110 ci è detto «preoccupato da quanto sta avvenendo» lasciando alla moglie Laura il compito di esprimere «shock» e «costernazione». Invece di indietreggiare, Newsom 'contrattacca. A Schwarzenegger ha fatto rispondere dai suoi legali, denunciando la California per violazione della Costituzione dello Stato che garantisce «pari diritti a tutti i cittadini». Ed a Bush ha replicato di persona: «Il presidente si sbaglia, lo sfido a venire qui per rendersi conto delle partnership straordinaria che stiamo santificando». libraccio di ferro con Newsom crea più di qualche grattacapo alla Casa Bianca: le organizzazioni di base della destra conservatrice vivono i matrimoni gay come un affronto ai loro principi più cari ed incalzano il presidente, rimproverandogli di essere troppo timido ed esitante. Robert Koight, direttore dell'Istituto «Cultura è Famiglia», è arrivato a consegnare alle pagine del «Washington Times» un'autentica minaccia: «Se Bush continua a lasciar fare oltre sei milioni di cristiani potrebbero restare a casa nelle elezioni presidenziali» facondo pendere il pen- dolo dalla parte dei democratici. La destra evangelica di gruppi come «Concemed Women for America» (Cwa, le donne preoccupate per l'America) chiede al presidente di rompere gli indugi e rispondere alla sfida di Newsom con un gesto altrettanto simbolico: pronunciarsi a favore di un emendamento alla Costituzione per mettere nero su bianco che «matrimonio» sul territorio americano significa «unione fra un uomo ed ima donna». A parole Bush già si è detto a favore durante il discorso sullo Stato dell'Unione ma non è ancora passato ai fatti, temendo di alienarsi le simpatie dell'elettorato moderato. Il deputato repubblicano del Texas Tom DeLay, capo della maggioranza alla Camera, ritiene infondati i timori: «I sondaggi dicono che il settanta per cento degli americani ritene che il matrimonio avvenga fra un uomo ed una donna». «Come facciamo a chiedere di votare per Bush se non fa ciò che è moralmente giusto per i cristiani?» si chiede Sandy Rios, presidente delle «Cwa». Per dare voce a questa rabbia è sceso in cam- pò Gary Bauer, già candidato repubblicano alla presidenza nel 2000 e leader degli evangelici conservatori: «Viviamo in un Paese dove il movimento dei gay è più potente, la cultura più decadente, neanche la vita di un bambino è stata salvata, la pornografia è in camera da pranzo e non si può neanche vedere il Super Bowl in pace» per via dello strip improvvisato da Janet Jackson. Come se non bastasse i militanti gay hanno aperto un altro fronte verso la Casa Bianca, inaugurando un sito web dedicato a Mary Cheney, figlia del vicepresidente in carica nonché dichiaratamente lesbica, per chiederle di impedire al padre di «spingere U govemo versò l'emendamento alla Costituzione». L'appello recita: «Tuo padre ha recentemente detto di sostenere l'inclusione di discriminazioni anti-gay nella Costituzione facendo di te e di altre milioni di persone cittadini di seconda classe, considerato che sei da tempo un avvocato difensore dei diritti degli omossessuali ti chiediamo di opponi a questa proposta bigotta ed antiamericana». Nel tentativo di bloccare Newcom alcune associazioni di famiglie hanno presentato numerosi esposti a due giudici di San Francisco che prendono tempo. Anche i leader democratici sono in difficoltà per il blitz di Newsom, perché mette a nudo le contraddizioni dello scheramento liberal. Entrambi i due candidati alla presidenza si dicono infatti sostenitori dei diritti dei gay ma sulla questione del matrimonio hanno posizioni divergenti: il senatore del Massachusetts John Kerry è prudentemente a favore solo di «unioni civili» mentre il senatore del North Carolina John Edwards sostiene che «se fossi presidente non mi opporrei di certo alle nozze omosessuali». Eletto con una valanga di voti progressisti, Neyvson ha subito sconcertato i suoi sostenitori chiedendo alla polizia più arresti e annunciando agli imprenditori che dovranno pagare più, tasse per aiutare il Comune Le coppie arrivano da ogni parte degli States. Le organizzazioni della destra minacciano Bush: «Se non blocchi lo scandalo niente voto» Ma sono in imbarazzo anche i democratici Una coppia di omosessuali esulta dopo essersi sposata al municipio di San Francisco. La città californiana ha deciso di celebrare matrimoni gay nonostante la legge statale lo impedisca Due lesbiche dopo il matrimonio celebrato a San Francisco