Bossolasco, la perla delle Langhe di Maurizio Ternavasio

Bossolasco, la perla delle Langhe WEEKEND SU UN ASSOLATO CRINALE TRA LE VALLI DEL BELBO E DEL TANARO Bossolasco, la perla delle Langhe Maurizio Ternavasio A metà della splendida strada dell'alta Langa che da Alba porta a Ceva e a Garessio, dopo aver affrontato mille curve che si aprono improvvise tra filari di viti, noccioleti e prati adibiti a pascoh, quando l'erba diventa di un verde splendente e l'aria si fa ancora più impalpabile quasi come ci si trovasse in montagna, si toccano i 757 metri di Bossolasco, blandamente adagiato sull'assolato crinale di una collina tra le valh del Belbo e del Tanaro. La prima testimonianza storica del paese, probabilmente fondato dai romani, risale al 1077. Nel XV secolo Bossolasco venne concesso in feudo ai marchesi Del Carretto, signori di altri centri della zona, poi passò alla famiglia dei Balestrino d'Albenga, il cui signorile palazzone risalente al 1664 è ben conservato nella piazza principale, il principale punto di riferimento della vita locale. Qui sì può visitare la più volte rimaneggiata chiesa parrocchiale di San Giovanni in stile gotico-lombardo, che ha al suo fianco un suggestivo campanile in pietra da tagho risalente al 1464. La piazza, da cui si gode di una suggestiva vista su gran parte delle colline langarole, è attraversata da via Umberto I, la strada delle rose, che nella bella stagione adomano i davanzali e i balconi tondeggianti dei bassi edifici dai mille colori e dall'architettura tipica delle valh di montagna. Percorrendo la via in sahta, si raggiunge la località Mellea, un insieme di villette immerse nel verde cara ai pitto¬ ri: per lunghi periodi vi soggiornarono Menzio, Botta e Paolucci, che trovarono ispirazione dalla quieta bellezza del luogo. Dal vicino santuario della Madonna della Mellea è possibile ammirare l'intero bacino del fiume Rea e vari tratti del Tanaro. Agli amanti degli scorci panoramici consighamo ima puntata agli 896 metri della vicina Mombarcaro, la vetta delle Langhe il cui nome deriva dalla locuzione mons barcarum, ossia monte delle barche: dal piazzale del cimitero, nelle giornate terse, è possibile scorgere in lontananza il mare prospiciente Savona. La vocazione turistica di Bossolasco ha subito una decisa battuta d'arresto ima dozzina di anni fa, quando è stato chiuso l'impianto di risalita che consentiva di praticare lo sci alpino sulla pista attrezzata anche di notte grazie a un pionieristico impianto di illuminazione. Ciò nonostante chi vuole godere le meraviglie dell'alta Langa e, una tantum, sa apprezzare le piccole pigrizie di una giornata primaverile o autunnale trascorsa tra brevi passeggiate e solenni mangiate (anche se la zona, ahimè, non produce vino; a questo provvedono le cantine delle vicine La Morra, Monforte e Dogliani), a Bossolasco trova la propria dimensione. L'ambiente è tranquillo, pochi i rumori, discreta la gente, favorevole il clima. Ottima la cucina, in particolare la carne dal sapore d'altri tempi e la selvaggina degh specchi d'acqua della zona. Dopo pranzo vàie la pena percorrere la stradina sterrata a sud del paese vecchio che si snoda tra querce e piante di rose e che consente di godere la vista delle vecchie case, oppure fare un salto in pineta (dove si contano una trentina di diverse specie di conifere) che sta lì a ricordare l'unicità geografica dì Bossolasco, non per nulla conosciuta come "la perla delle Langhe". Per coloro che amano camminare alla scoperta della natura, consighamo dì rivolgersi al locale ufficio turistico: vi sapranno indicare una serie di passeggiate che vi faranno conoscere paesaggi unici, inaspettati. CARNE CRUDA E CROSTATE Per gustare la cucina tipica (tajarin, agnolotti del plin, carne cruda, arrosti e funghi): da Fabiana (0173/799038) a Bossolaschetto, oppure da Mariuccia, in via Umberto I (0173/793120). Merita una visita anche la pasticceria Truffa di corso Della Valle 23: davvero ottime tutte le crostate e la torta alle nocciole. Uno scorcio panoramico di Bossolasco a 757 metri

Persone citate: Botta, Del Belbo, Del Carretto, Dogliani, Menzio, Monforte, Paolucci