PUIG Pane, amore e nella Roma Anni

PUIG Pane, amore e nella Roma Anni PUIG Pane, amore e nella Roma Anni Manuel Puig Roma, 24 agosto (1956) CARISSIMA famiglia, le cose procedono col vento in poppa! ! Ieri sono arrivato a Roma alle 6,30 del mattino e di lì a poche ore ero già installato in una bella camera come pensionante in una famiglia al prezzo convenientissimo di 10.000 lire, che è meno di S 500, solo la camera, si capisce. Per Roma è pochissimo. Di Genova vi racconto poi, tutto bene, mi sono fermato per quattro giomi, ho preso il treno della notte mercoledì alle 21,30 e sono arrivato a Roma alle 6,30. All'arrivo è bruttissima, mi sono sentito calare ogni entusiasmo, di lì sono andato alla Casa dello Studente, l'equivalente del posto dove mi ero trovato così bene a Genova. Era molto più brutta, costava il triplo e solo nel pomeriggio si sarebbe saputo se c'era posto. È stato un momento nero, come appena arrivato a Genova quando ho trovato tutto l'albergo pieno. Ho lasciato le valigie lì, ho chiesto il permesso per lavarmi e per radermi e tutto cambiato sono andato al Centro Sperimentale (col tram). Mi hanno accolto benissimo e tutto mi ha fatto un'ottima impressione. L'edificio è enorme, occupa tutto un isolato. Lì ho parlato del problema dell'alloggio ed è stato allora che un'impiegata mi ha chiamato da parte e mi ha offerto questa camera a casa sua, che affitta sempre a studenti e che adesso essendo estate era rimasta libera. Sono venuto a vederla nel pomeriggio quando lei era rincasata, mi è piaciuta e mi ci sono trasferito. È una famigha umile ma pulitissima e molto buona, sono due nonne, il vecchio marito di una di loro, la figlia sui trenta e ima bambina. È un appartamento antico, molto grande e io occupo da solo una camera molto bella e indipendente, ho un comodino con lampada, un grosso armadio, un tavolo, un cassettone con tre specchi e un mobile piccolo per i libri, come vedete tutto comodissimo. [...] Adesso vi parlo della città: l'arrivo è stato oiribile, il tragitto fino al Centro Sperimentale idem. Io mi sentivo morire, in più con la faccenda dell'alloggio. Al ritorno sono arrivato per la prima volta nel centro di Roma e lì sono rimasto stupefatto, ho continuato a camminare senza fermarmi un quattro ore, è la cosa più divina che ci si possa immaginare, non avevo mai creduto che esistesse qualcosa di simile, al cinema non rende nemmeno la quarta parte di quello che è. Una buona idea possono darla certe scene di Tre soldi nella fontana ma è ancora megho. [...] Saluti affettuosi a tutti e baci. Coco Roma, 27 novembre (1956) Cara famigha, eccomi qui al Centro, oggi che nervi, ci hanno allungato l'intervallo fino alle 2,30 e siamo usciti mezz'ora più tardi: alle 4,30. Protesteremo perché è tempo perso per niente. Le lezioni di ieri e di oggi un po' barbose rispetto a quelle della settimana precedente. A me va piuttosto bene, intervengo molto, degh stranieri l'unico che partecipa attivamente. Devo studiare un po' per il compito che mi hanno assegnato: Comencini ci ha detto di studiare un personaggio della vita reale e analizzarlo, annotare qualche dialogo caratteristico del suo modo di essere ecc. Io ho scelto una vecchia che abita qui accanto e la cosa è quella che gh è piaciuta di più, ne è rimasto molto interessato. Per la lezione di domani devo presentare una breve scena con questo personaggio. Anche con Sceneggiatura Cinematografica mi va bene, insegna un certo Prosperi, il critico teatrale più prestigioso di Roma; ci ha fatto presentare conflitti da film noti in tre modi: conflitti fra due persone, conflitti fra due idee e conflitti dentro una sola persona. Ne ha bocciati molti ma i miei tre li ha accettati, per primo gh ho detto quello sulla boxe con Bogart (li colosso d'argilla, n.d.t.), per secondo La signora Miniver (la famigha e la guerra) e Manon (il film di Clouzot, n.d.t.) per ultimo. Anche con gh altri professori ho avuto un po' di fortuna. Devo stare attentissimo perché gh allievi itahani sono molto bravi e devo darmi da fare per mettenni in luce finché c'è ancora tempo.[...l L'altro giomo mi sono pesato e non potevo crederci: settanta chili, ossia, cinque più di quando sono partito. Me n'ero accorto dal colletto delle camicie ma siccome portavo i capelli lunghi non avevo un'idea precisa. Sabato me li sono taghati corti e mi sono ritrovato una faccia da luna piena, se vado avanti così mi assumeranno per doppiare Fabrizi. Non so perché ingrasso, non sono così goloso come all'inizio. Continua a piovere (da un mese). Roma è diventata uno schifo, neanche l'ombra di com'era l'estate scorsa, con tutto il movimento dei turisti. È una città che inganna molto, d'inverno è una barba, sabato e domenica le strade deserte, vecchi film non ce ne sono quasi mai, bisogna vedere tutte le novità, che non sono molto interessanti. [...1 Gh argentini che ci sono qui non fanno che prendersela con Roma paragonandola con Buenos Aires. Hanno tutte le ragioni del mondo, col freddo è un cimitero, non ci sono una Calle Florida, una Santa Fé, posti dove si veda gente, zerol Ci sono dei portici lunghi mezzo isolato dove si vedono alcune facce (sempre le stesse) e basta. Musica non se ne sente da nessuna parte, bar passabili dove sedersi non ce ne sono, o sono bettole infami o pasticcerie di gran lusso. Bar all'americana e pizzerie neanche per caso, invece ci sono certi bar senza posti a sedere per prendere un caffè, dove vendono panini e paste carissime. Ossia non c'è un posto decente dove tirare un respiro e che non ti aggrediscano. La gente è proprio spenta, d'estate i turisti confondono tutto. Non mi fermerei a vivere a Roma nemmeno se mi ammazzassero. Baci e abbracci. Coco (Roma) 2 dicembre (1957) Cara famigha, vi scrivo contentissimo. Quel giomo che vi ho detto sono iniziate le riprese ed è stato fenomenale. Dirige tutto De Sica e gh sto sempre appiccicato. Mi si è aperto il paradiso vedendolo dirigere gli attori, una cosa indimenticabile. È sempheissimo, sempre tranquillo eìia una gran pazienza con me perché mi lascia stargli sempre addosso. Ci sono momenti che si porta la Gina (ancora megho che al cinema, con questo è detto tutto) a un tavolino per spiegarle la scena e io gh vado dietro. Non so come non mi mandano a quel paese. Ferme è molto megho così che se avessi un lavoro da fare. H film non lo firma lui perché lo ritiene una cosa commerciale, è tipo Pane, amore e fantasia, con tutti attori professionisti. Io volevo proprio vederlo dirigere dei professionisti, anche se adesso vorrei vederlo con quelli che prende dalla strada. È un'esperienza meravigliosa vedere come prepara le scene e che tipo di indicazioni dà, somigliava molto a come me lo immaginavo e mi ha fatto aprire bene gh occhi. Ha molta pazienza e corregge le cose mille volte. L'ordine secondo cui fa le cose è interessantissimo, prima legge lui la scena facendo un tipo di indicazioni e poi la fa ripetere dando un altro genere di indicazioni. Ci sono stato molto attento. [...]. Insomma, dilei vidirò che è stupenda, parla tutto in dialetto e si vede che non si crede superiore a nessuno, nemmeno a quella che pulisce per terra. Le pettinatrice e il resto dell'equipe h tratta completamente da pari a pari, senza darsi arie, e il più bello è che si nota che lo fa spontaneamente, non è una posa. È instancabile e proprio orava, non si sbaglia mai, deve recitare dialoghi in doppia versione e non protesta mai. L'aiuto-regista di De Sica è ima vecchia buonissi¬ ma, la script una grassa vivacissima e gli interpreti pure loro simpatici. Io sto sempre, tenetevi forte, col regista della versione inglese e sua moghe. Lui è regista teatrale a New York, molto noto (Reginald Denham), ha appena diretto Margaret SuUavan in una commedia, e tutt'e due mi cercano sempre per chiacchierare perché non sanno una parola di itahano. Lei è un'attrice e odia quelle del cinema, e me le fa a pezzi, vive raccontando la nullità che sono a teatro. Mi hanno fatto venire una voglia matta di andare a New York, dicendomi che mi faranno entrare nei teatri ecc. Mi hanno chiesto l'indirizzo e mi hanno dato il loro ecc. In certi momenti io mi sento come per svenire. L'aiuto-regista mi ha detto che è possibile che girino in Spagna Pane, amore e Andalusia con De sica (in maggio) e che se vedesse una qualche possibilità mi chiamerebbe per la lingua ma che mi converrebbe avere una raccomandazione per il produttore spagnolol?). Si gira tutto il giorno perché sono in ritardo: dalle 8 alle 20. Finiscono sabato e 1 io venerdì me la squaglio per la Grecia. Baci. Coco La «meglio giovinezza» di Manuel Puìg, lo scrittore argentino celebre per «Una frase, un rigo appena» e «Il testamento dì Rita Hayworth», rivive nelle lettere alla sua «Querlda famllia». L'epistolario inedito (dì cui anticipiamo alcuni passi) è presentato da Vittoria Martinetto nel primo numero della nuova rivista «L'Almanacco» che ha per tema conduttore «Il romanzo dell'Io» (pp.380,620). La rivista, edita da Portofranco, in librerìa da lunedì, è curata da Giorgio Cerrutì e Gabriella Bosco, che qui a fianco ne fa l'identikit. LO SCRITTORE ARGENTINO RACCONTA Al FAMILIARI LE SUE ESPERIENZE DI APPRENDISTA DEL SET CON COMENCINI E DE SICA: LETTERE INEDITE IN ANTEPRIMA SULLA NUOVA RIVISTA «L'ALMANACCO». «IL CENTRO DELLA CAPITALE E1 LA COSA PIÙ'DIVINA CHE SI POSSA IMMAGINARE... NON MI FERMEREI A VIVERE QUI NEMMENO SE MI AMMAZZASSERO» LO SCRITTORE ARGENTINO RALE SUE ESPERIENZE DI CON CLETTERE INSULLA NUOVA RIVI«IL CENECHE SI PNON MI FENEMMENO SE 2-1990) ticipa to fatto rinelli, rie di nella fontana ho. [...] osi a tutti e baci. Coco novembre (1956) a, eccomi qui al nervi, ci hanno rvallo fino alle citi mezz'ora più rotesteremo perso per niente. Le e di oggi un po' o a quelle della edente. A me va intervengo molri l'unico che parnte. Devo studia compito che mi o: Comencini ci are un personagl Manuel Puig (1932-1990) In un ritratto diDariushperttl. Il suo epistolario «Querida famllia» è edito da Pianeta a Madrid. «L'Almanacco» anticipa alcune lettere nella traduzione di Angelo Morino. In Italia Puig è stato fatto conoscere da Feltrinelli, oggi è pubblicato da Einaudi e Sellerie