Vietnam in ginocchio «Il virus ci ha tolto anche la speranza»

Vietnam in ginocchio «Il virus ci ha tolto anche la speranza» Vietnam in ginocchio «Il virus ci ha tolto anche la speranza» Lo Stato non è in grado di pagare tutti i risarcimenti previsti dall'Oms Molti contadini rifiutano di abbattere i volatili e così il contagio dilaga reportage Jean-Claude Pomontl THANH KHUONG UN giorno di fine dicembre 2003 Thuy toma a casa dopo una partita di calcio. «Era stanco, ;li ho dato una medicine^ copt.rn a febbre», racconta la madre. Il giorno dopo «la febbre era calata, ma si lamentava del mal di testa». Lei l'ha portato con sé al mercato, dove ha una bancarella di vestiti e scarpe. «Gli ho comperato un uovo, l'ha vomitato». Allora la madre l'ha accompagnato in clinica, poi, dato che la spossatezza non diminuiva, dal medico di zona. «Mi hanno detto che aveva mal di gola». Ma Thuy aveva la febbre «oltre i 40». Un altro medico pensava che potesse essere «un problema ai polmoni». Il padre - un muratore - e la madre laimo quindi deciso di portarlo a Bac Ninh, capoluogo della provincia. «Non è grave», è stata la diagnosi. «Ci hanno detto di aspettare», prosegue lei. Ma visto che le condizioni di Thuy non miglioravano, i genitori hanno affittato un'auto e l'hanno trasportato ad Hanoi, distante una quarantina di minuti. «All'ospedale di Hanoi ci hanno detto che era troppo tardi». Dopo sei giorni di agonia, vittima dell'influenza dei polli. Nguyen Van Thuy, il 10 gennaio è morto, ad appena 10 anni. «Non riesco ancora a capire», dice adesso la madre con un filo di voce. Seduta sul bordo della sedia, ha un berretto da montagna e un vestito lungo. Un'umidità fredda investe il delta del Fiume Rosso. Parla con calma, ma lo sguardo è lontano. «Sì dice - alleviamo polli, avevamo due galline e 13 pulcini. Quando la prima gallina è morta, l'abbiamo sotterrata». Chi? «Thuy e suo fratello», che ha 14 anni e non è stato contagiato. Quando è morta la seconda gallina? «L'abbiamo mangiata, ma Thuy non ha diviso con noi il pasto». Poi anche i 13 pulcini sono morti. «Quando erano malati, li ha toccati? Non lo so, io ero a lavorare. Anche la gallina del vicino, da cui andava a giocare, è morta. L'ha toccata? Non lo so». Non lontano, uno zio di Thuy allevava 170 anatre. Sono morte tutte. Per ora, in questa epidemia che da tre mesi ha colpito una decina di paesi asiatici, l'influenza dei polli si è trasmessa all'uomo solo attraverso il contatto con animali. Ma tenuto conto della scarsa igiene nelle campagne, i casi sono davvero rari; qualche decina di malati presunti e 15 morti. In Vietnam milioni di bambini aiutano la famigha, impegnandosi in piccoli compiti dopo la scuola. A Thankh Khuong, villaggio di 6400 abitan¬ ti e 1400 famiglie, tutti conoscono il virus H5N1. H sindaco Nguyen Hong Pong ha incontrato i veterinari della provincia. «L'altro ieri - dice - 30 anatre di un allevamento sono morte. Abbiamo fatto un buco di tre metri di profondità e abbiamo sepolto lì le 126 sopravvissute, secondo le norme di sicurezza: calce, poi benzina per bruciare le bestie, poi altra calce». Con guanti, maschere e copristivali. Faranno lo stesso con i resti di altri due allevamenti contaminati, all'incirca 500 volatili. E milioni di volatili sono stati abbattuti in Vietnam da quando è stata identificata l'epidemia, a metà gennaio. E' stata adottata la direttiva dell'Qms secondo cui qualsiasi volatile deve essere abbattuto nel raggio di tre chilometri intomo a un focolaio di infezione. Questa settimana il governo ha vietato il trasporto e la vendita di volatUi. «Dopo la morte di Thuy prosegue il sindaco - sono arrivati veterinari da Hanoi, da Bac Ninh e dal capoluogo del distretto. Ci hanno chiesto un rapporto dettagliato sullo stato di salute del villaggio. Abbiamo creato un comitato di sorveglianza anche nei casali». Thanh Khuong ha cinque casali, di cui tre sono contaminati. Una cinquantina di famiglie si occupa dell'allevamento di volatili per venderli, n resto, 19 alleva¬ menti familiari, circa 4 mila oche e polli, non risultano contaminati. «I villaggi dei dintorni sono fortunati, sono abbastanza lontani dal nostro», dice il sindaco, che non si rassegna. Ha calcolato che dopo le riforme economiche della fine degh Anni '80 il livello di vita era praticamente tripheato a Thanh Khuong. Oggi il reddito annuale prò capite è di circa «4 milioni di dongs» - all'incirca 250 euro - contro «un milione di dong» di 10 anni fa. «Il 9807o della popolazione ha la televisione e il 250Zo una moto», dice. Il piccolo municipio è stato dotato di una nuova ala che ospita una sala riunioni. Lui non si capacita di quanto sta accadendo: «In un'altra famigha ima bambina si è ammalata, dopo essere stata a contatto con i polli, ma è guarita, e non si sa perchè». Il comitato popolare fa il suo lavoro. «Due volte l'anno vacciniamo cani, volatUi e maiali». I inaiali - che sono tra i 2 mila e i 2500 a Thanh Khuong - sono considerati sensibili all'influenza deipolh. In queste due settimane sono stati sottoposti a controlli? «Non ancora», dice il presidente del comitato popolare. I risarcimenti saranno modesti. Per la perdita di un pollo le autorità rimborseranno 12 mila dongsm «mentre il prezzo di mercato era, prima della crisi, tra i 25 mila e i 28 mila». L'Oms ha insistito per risarcimenti abbastanza consistenti, così da incoraggiare gli agricoltori ad abbattere i volatili contaminati. Ma i mezzi dello Stato vietnamita sono limitati e l'epidemia si estende ormai dal Nord al Sud del paese. A Bac Ninh, città di 100 mila abitanti, il colonnello Hoang Dang Virih, presidente dell'Associazione locale dei vecchi combattenti che raggruppa 3 mila membri, è soddisfatto dello sforzo dei veterani. «Nessuno mangia più polli in città, ormai da due settimane», dice. «Siccome di solito mangiamo molta carne bianca, ora non c'è abbastanza da mangiare: non ci sono sufficienti maiali. Quando muoiono dei polii, anche noi procediamo all'abbattimento degh animali in un raggio di tre chilometri. Il trasporto e la vendita di volatili rimangono bloccati». A Thanh Khuong non si sa più cosa pensare. All'ingresso del municipio, in una piccola risaia, alcune anatre sguazzano nell'acqua. Phong non riesce a sopportare l'idea di un abbattimento di tutti i volatili come raccomanda l'Qms. «Una famigha non ricca alleva 450 polli, che fanno 250 uova al giorno, ma non può più vendere nulla - si lamenta -: nessuno compera. Ma se ci saranno altre vittime, bisognerà chiedere ai servizi della provincia di uccidere tutti i polli», copyright Le Monde la madre di una vittima «Thuy era molto stanco io gli ho dato un uovo ma l'ha vomitato subito Sei giorni dopo è morto Aveva solo dieci anni»

Persone citate: Hoang Dang Virih, Nguyen Hong Pong, Nguyen Van Thuy, Thanh, Thanh Khuong

Luoghi citati: Fiume Rosso, Hanoi, Qms, Thankh Khuong, Vietnam