«Contro la Tav, ma ora potremo spiegare perché»

«Contro la Tav, ma ora potremo spiegare perché» ASSEMBLEA DEGLI AMMINISTRATORI VALSUSINI IN VISTA DELL'INCONTRO CON IL MINISTRO LUNARDI «Contro la Tav, ma ora potremo spiegare perché» I sindaci: bisogna valutare l'impatto complessivo, ambientale ed economico Ci saranno tutti i sindaci della Bassa Val di Susa e Cenischia il 3 marzo a Roma per incontrare il ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi. La partecipazione al tavolo - intomo a cui dovrebbero sedersi anche i vertici di RS e i rappresentanti della Regione Piemonte, della Provincia e del Comune di Torino - è stata decisa ieri pomeriggio al termine di un'affollatissima assemblea degli amministratori locali. Ma che cosa andranno a dire i rappresentanti Valsusini? «Noi - spiega Antonio Ferrentino, presidente della Comunità Montana della Bassa Val di Susa e Cenischia siamo disponibili a lavorare in qualsiasi gruppo di lavoro che faccia emergere gli effettivi costi economici, sociali e ambientali che pagherà la nostra valle se quell'opera sarà realizzata. D nostro punto di vista è chiaro: quei costi non sono assolutamente sostenibili». Ecco perché alla fine è stato approvato un documento - che adesso sarà esaminato dai singoli consigli comunali che si dovranno esprimere entro la fine del mese - dove si ribadisce che (da posizione politica del sistema degli Enti Locali è di contrarietà alla realizzazione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità/capacità Torino-Lione». Anche se «si ritiene doveroso esprimere le proprie osservazioni sullo Studio di Impatto Ambientale del progetto preliminare, motivando nel merito tecnico, ambientale, finanziario, le criticità». Dunque la posizione degb enti locali non cambia. Certo c'è l'interesse per andare a vedere le «carte» che il ministro Lunardi metterà sul tavolo anche se la sua posizione è chiara: «L'opera è indispensabile», ha ribadito anche in televisione ospite di Fabio Fazio. Spiega Roberto Barbon, sindaco di Bruzolo: «Speriamo di aver trovato qualcuno disposto ad ascoltare le nostre ragioni. D nostro è un no motivato però nessuno ci ha ascoltato, anzi in questi anni è mancata la trasparenza in tutte le scelte fatte». Barbon porta come esempio quello che sta accadendo alla sua amministrazione: «Bruzolo - spiega - rientra all'interno della tratta internazionale. Dunque abbiamo iniziato un confronto sul progetto elaborato da Ltf, la società mista frauco-italiana responsabile incaricata». Tutto semplice? «Abbiamo scoperto che anche Rete ferroviaria italiana ha inserito Rmzolo all'interno della progettazione del percorso della Gronda merci. Si tratta di due soluzioni tra loro diverse. Vorremmo capire quale dei due progetti andrà avanti». Con¬ clude. «In ogni caso i nostri legali stanno preparando un ricorso contro Rfi nel caso decidesse di operare su Bruzolo perché il nostro comune è fuori dall'elenco di sua competenza». Pierluigi Giuliano, sindaco di Capile, sottolinea come «finora nessuno ha dato ima risposta precisa al quesito fondamentale: a che cosa serve una linea ad alta capacità in Val di Susa? Sono sempre stati poco ciliari. Vuole un esempio?». Prego. «Ci hanno detto che sarà abbattuto l'inquinamento acustico ma poi, leggendo il progetto preliminare elaborato da Rfi, scopriamo che la linea storica non sarà liberata dal transito delle merci e dunque addio riduzione del rumore». Muro contro muro, allora? «Il ministro - precisa Ferrentino - ha dato la sua disponibilità a valutare l'impatto complessivo sulle nostre valli non solo della Torino-Lione ma anche del raddoppio dell'autostrada del Frejus. Noi crediamo che gli studi evidenzieranno come il nostro territorio, a meno di una riduzione consistente degli spazi abitativi non possa sopportare tutto questo». Così Barbon ha chiesto «provocatoriamente» alla Regione «altri terreni in grado di ospitare i miei 1500 concittadini. Perché nessuno prende in considerazione l'effetto che i trinceroni della Torino-Milano che stanno tagliando a metà la pianura Padana possono avere in queste valli strettissime?». Intanto sedici professori dei Dipartimenti di Scienze della Terra e di Scienze Mineralogiche e Petrologiche delTUniversità m Torino, correggono il conduttore di Gaia che nel corso della trasmissione «Che Tempo che fa» aveva spiegato che dagli scavi si estrarranno un milione e mezzo di tonnellate di amianto. I docenti precisano die «per un evidente, banale lapsus, quella cifra si riferisce all'ammasso roccioso potenzialmente amiantifero che verrà rimosso con lo scavo e non all'amianto che è un possibile componente di queste rocce». [m.tr.] ir Da sinistra Antonio Ferrentino, presidente della Comunità Montana della Bassa Val di Susa e Cenischia e Roberto Barbon, sindaco di Bruzolo: «I progetti sovente sono contraddittori tra loro»