Ebadi: «Non voto perché non conosco i candidati»
Ebadi: «Non voto perché non conosco i candidati» LA PREMIO NOBEL PER LA PACE 2003, ATTIVISTA DEI DIRITTI UMANI. OSPITE IN ITALIA Ebadi: «Non voto perché non conosco i candidati» «Il Consiglio dei guardiani ci dice: siete liberi di scegliere chi vogliamo noi». «Quanto sta avvenendo nel mio Paese riguarda il mondo intero» personaggio Maria Cerbi ROMA OGGI si vota in Iran con la quasi certezza deUa disfatta del partito riformatore, visto che gU ayatollah che siedono nel ConsigUo dei guardiani hanno deciso di riprendersi il controUo del Parlamento «bocciando» la candidatura di centinaia di candidati progressisti. Così U Premio Nobel per la pace Shirin Ebadi ha deciso di non andare aUe urne nonostante U presidente Khatami, leader dei progressisti, abbia fatto qualche giorno fa un appeUo a non disertare i seggi per scegUere almeno U candidato conservatore «relativamente più vicino aUe loro vedute». Oggi Shirin Ebadi guarderà dall'ItaUa (dove è ospite deUa terza Università) l'evolversi deUa situazione nel suo Paese, angosciata ma ferma neUa sua decisione di non votare, come ha ripetuto ieri dopo aver incontrato alla Camera dei Deputati il presidente Pierferdinando Casini e Luciano Violante, capo del Gruppo di amicizia parlamentare ItaUa-Iran, ed essere stata ascoltata neUa commissione Esteri. «Io non faccio boicottaggio a queste elezioni - ha chiarito U premio Nobel - Io parlo per me e dico che io non partecipo visto che tutte le persone che possono partecipare come candidati io non le conosco. E non posso votare per persone che non conosco». Parole chiare ma anche caute, visto che la Ebadi sa che per continuare a combattere per i diritti umani nel suo Paese non deve pre¬ stare U fianco agU ayatoUah del ConsigUo dei guardiani per «imbavagUarla», magari risbattendola in prigione come accadde nel Duenula, quando Vi rme sottoposta a un processo segreto per aver prodotto e diffuso una videocassetta suUa repressione anti-studentesca del lugUo 1999, materiale che secondo l'accusa «disturbava l'opinione pubbUca». Vestita di nero, ma senza U velo. con la traduttrice sempre al fianco che le parla in farsi perché non ci possano essere equivoci suUe risposte, la Ebadi toma su queste elezioni: «Il ConsigUo dei guardiani dovrebbe sorvegUare che non ci siano irregolarità neUe elezioni ma ha superato questo ruolo. Oggi non solo controUa, ma interferisce, e conferma chi può candidarsi e chi no, e respinge senza motivo coloro che non gradisce: in poche parole il Consiglio dice "siete liberi di votare chi voghamo noi"». Del futuro del suo Paese in mano ai conservatori dice: «Non sarà un futuro roseo per loro, visto che finora qualsiasi cosa succedesse in Iran hanno potuto incolpare i rifonnisti, senza far caso che erano loro a causare questi problemi. Se vinceranno le elezioni, non avranno più nessuno a cui attribuire le colpe». Magra consolazione, visto che nel Paese totalmen¬ te in mano ai fondamentalisti si aggraveranno le violazioni dei diritti umani. Preoccupazione condivisa anche dal presidente Casini: «Noi abbiamo rapporti con molti parlamentari iraniani, alcuni dei quaU non potranno partecipare aUe elezioni di domani a causa deUa situazione nel Paese, una situazione che noi seguiamo da un lato con attenzione e daU'altro con preoccupazione». «Il popolo iraniano - spiega anco- ra il Premio Nobel per la pace - è stanco di protestare e non cerca più reazioni violente, e per questo i conservatori ne approfittano, anche perché hanno neUe loro mani i gangh economici strategici del Paese. I conservatori, anche se sono una minoranza, riescono sempre a dominare: lo hanno fatto neUe recenti elezioni comunaU e temo che riusciranno a farlo anche in Parlamento». Una battagUa, queUa per un Iran democratico, che, spiega la Ebadi, riguarda non solo gU iraniani: «Il mondo è un viUaggio comune, ogni evento ha effetto neUa comunità globale e tutto ciò che avviene in un Paese dovrebbe appartenere a tutti, soprattutto se riguarda la democrazia e i diritti umani. È molto più importante la difesa dei diritti umani che i contratti economici, questi ultimi sono a breve termine, mentre i risultati che si ottengono con la difesa dei diritti umani sono per sempre». La Ebadi ha anche sottoUneato come Ir; Dichiarazione islamica dei diritti umani e la creazione di una Commissione islamica dei diritti umani in Iran siano due errori: «I diritti umani sono unici, non esistono il diritto musulmano, ebraico o cristiano, credo che sia un modo, una scusa proprio per non rispettare i diritti umani». Da sempre in prima fila neUa battagUa per U molo deUe donne nel suo Paese, la Ebadi spiega che di 63^0 degU studenti universitari sono donne, anche se sono ancora fortemente sottomesse e discriminate». Una forza fondamentale, dunque, nel processo democratico del Paese. Ed è per questo che, dice ancora la Ebadi, «mi aspetto a breve grandi cambiamenti per le donne in Iran». «Per i conservatori il futuro non sarà roseo Non potranno più imputare ai riformisti i loro fallimenti» Shirin Ebadi, l'avvocato iraniano Premio Nobel per la Pace
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