Eni, vicina la pace sul greggio kazaco di Francesco Manacorda

Eni, vicina la pace sul greggio kazaco SI SBLOCCA L'IMPASSE PER IL GIACIMENTO DEI RECORD Eni, vicina la pace sul greggio kazaco Francesco Manacorda MILANO Sta per tornare il sereno sul giacimento petrolifero di Kashagan, in Kazakhstan, dove l'Eni guida un consorzio di esplorazione e sviluppo composto da sei compagnie. Dopo oltre un anno di schermaglie tra il governo kazaco e il consorzio che opera nel Mar Caspio settentrionale riguardo ai tempi di sfruttamento dei pozzi e dopo la minaccia di forti sanzioni economiche rivolte alle compagnie, adesso - riporta il quotidiano Moscow Times, citando alti funzionari del governo kazaco e rappresentanti delle società petrolifere - le parti avrebbero aggiunto un accordo di massima che dovrebbe essere presto formalizzato. L'Eni, interpellata, non commenta in alcun modo le indiscrezioni, ma a già a fine gennaio il primo ministro kazaco Danyal Akmethov aveva annunciato che questo mese sarebbe stata raggiunta una soluzione. «Prevediamo - aveva detto che a febbraio avremo finito di preparare tutti i documenti per l'accordo con il consorzio, in modo da sistemare la questione sotto il profilo legale». Per il gruppo guidato da Vittorio Mincato la notizia è importante per almeno due motivi. Il primo è che a Kashagan l'Eni ha messo in gioco una bella fetta della sua reputazione intemazionale, dopo che esattamente tre anni fu designata a sorpresa come operatore unico di un consorzio, che vantava i massimi nomi dell'industria petrolifera mondiale e che vede oggi presenti Eni, ExxonMobil, Shell, TotalFina Elf con quote paritetiche del 20,307n ciascuna, Philips Petroleum con il 10107o e la giapponese Inpex con r8,307o. La seconda, e forse più importante, ragione, sta nelle misure da record del giacimento, il più grande scoperto negli ultimi trent'anni. Celati sotto il Mar Caspio settentrionale, a una profondità che arriva oltre i cinque chilometri e con una pressione straordinaria, ci sono - secondo le stime più recenti - dai 9 ai 13 miliardi di barili recuperabili. Quando la produzione andrà a pieno regime - le previsioni attuali dicono nel 2015 - e dopo investimenti che supera¬ no i 20 miliardi di dollari, si potranno estrarre 1,2 milioni di barili il giorno. Il motivo del contendere tra il governo kazaco e il consorzio di esplorazione e sviluppo guidato dal febbraio 2001 dall'Eni, riguardava soprattutto la partenza prevista delle estrazioni di greggio. Quando l'Agip Kco, la società che funge da operatore unico, ha presentato il suo programma di sviluppo dei pozzi nel dicembre del 2002, l'esecutivo lo ha infatti respinto, affermando che i primi barili sarebbero dovuti arrivare nel 2005 - come lo stesso presidente kazaco Nursùltan Nazabarayev aveva chiesto al momento della designazione della società italiana in qualità di operatore unico - e non nel 2006 come invece previsto dal piano. Di fronte alle difficoltà incontrate nell'esplorazione dal consorzio - i pozzi di Kashagan contengono gas con alte percentuali di una sostanza venefica come il solfato di idrogeno che deve essere reimmesso negli stessi pozzi e inoltre per tutta la stagione fredda l'area di mare di 5.600 chilometri quadrati e con profondità variabili tra i due e gli undici metri non è navigabile perché ghiacciata - il governo kazaco si era detto anche disposto ad accettare un ritardo nell'estrazione dei primi barili fino all'autunno 2007. In cambio, però, chiedeva un indennizzo di alcune centinaia di milioni di dollari come compenso per il mancato incasso delle royalties derivanti dall'estrazione. Adesso lo scontro tra governo e compagnie sembra archiviato anche se non sono ancora noti i termini dell'intesa raggiunta - e così può andare avanti il gigantesco piano di investimenti che non sì è comunque fermato durante la disputa, in futuro gli investimenti saranno anche confortati dal probabile impegno del governo a non chiedere più compensazioni se le compagnie dovessero trovarsi di fronte a ostacoli imprevisti. E il 27 febbraio, presentando a Londra il nuovo piano strategico dell'Eni, Mincato potrà probabilmente dare agli investitori una prima stima, in termini industriah e finanziari, degli effetti della pace raggiunta.

Persone citate: Mincato, Vittorio Mincato

Luoghi citati: Londra, Milano