D'Antona, per la Lioce nuova richiesta d'arresto di Guido Ruotolo

D'Antona, per la Lioce nuova richiesta d'arresto UNA PRIMA ISTANZA ERA STATA ANNULLATA DAL TRIBUNALE DEL RIESAME D'Antona, per la Lioce nuova richiesta d'arresto Gli inquirenti dopo la «grande retata» contro i brigatisti dell'ottobre scorso sono convinti che molti attentati sono riconducibili alle Br Guido Ruotolo ROMA «L'azione D'Antona ha dimostrato che si può ostacolare il programma del nemico. L'iniziativa e il progetto delle Br-Pcc hanno riaperto una strada per il proletariato del nostro paese». E' il 14 maggio del 2000.1 Nipr (Nuclei d'iniziativa proletaria rivoluzionaria) rivendicano un attentato contro la Commissione di garanzia antisciopero, la cosiddetta commissione Giugni. Sempre i Nipr si rifanno vivi il 10 aprile del 2001, con l'attentato contro lo lai, l'Istituto affari internazionali, di via Brunetti, sempre a Roma. Milano, 6 luglio 2000, il Nucleo proletario rivoluzionario (Npr) si assume la paternità dell'attentato alla sede Cisl di via Tadini: «Con questo attacco, il Npr interpreta le indicazioni politiche delle Br/Pcc espresse con la rivendicazione dell'azione D'Antona in termini di proposta strategica, linea e programma». Nipr, Npr. Sigle che fino a ieri, fino al conflitto a fuoco sul treno Roma-Arezzo, fino alla cattura dei killer delle Br, facevano temere una moltiplicazione di organizzazioni terroristiche di matrice brigatista. Sigle che - come nel caso delle recentissime acquisizioni processuali per quanto riguarda gli Nta, i Nuclei territoriali antimperialisti del Nord Bst, - tacevano temere fusioni e aggregazioni che in realtà non erano all'ordine del giorno, perché quelle sigle erano state create a tavolino: producevano molti documenti e diversi attentati a bassissima intensità offensiva. Ma adesso, le indagini sembrano mettere a fuoco una realtà forse sovrastimata. Ed è così che i pm dell'antiterrorismo romano sono convinti che le Brigate Rosse di Nadia Lioce e Marco Mezzasalma e i Nipr e il Npr siano la stessa cosa. E le procure di Venezia e Trieste che gli Nta siano riconducibili ad un unico soggetto, Luca Razza, che ha confessato tutto, anche se mancano all'appello quattro attentati veneti degli ■ùltimi due anni (il più importante è quello al Tribunale di Venezia, dell'8 agosto del 2001). E, dunque, il mazzo delle sigle eversive di questi anni si è sfoltito nel corso delle indagini. Per i pm romani, le sigle Nipr e Npr sono state utilizzate per «gli attentati tattici», mentre la sigla Br - il nullaosta per utilizzarla è stata data da un gruppo di detenuti irriducibili - è stata rispolverato soltanto per gli attentati ritenuti «strategici», come gli omicidi D'Antona e Biagi. I pm Franco lenta e Pietro Saviotti hanno chiesto al gip una misura di custodia cautelare nei confronti dei vertici delle Br, Lioce e Mezzasalma appunto, per gli attentali compiuti dalle due sigle a Milano e a Roma, con l'accusa di «strage con finalità di terrorismo». Nel covo brigatista di via Montecuccoli, a Roma, sono stati trovati, infatti, i documenti «originali» di rivendicazione degli attentati Nipr e Npr oltre a un cellulare che fu utilizzato per rivendicate l'attentato Nipr contro lo lai di via Brunetti. A Nadia lioce, poi, i pm romani Franco Tonta e Pietro Saviotti hanno contestato anche l'omicidio del professore Massimo D'Antona, dopo che una prima misura di custodia cautelare fu annullata dal Tribunale del riesame. La grande retata brigatista dell' ottobre scorso, i materiali sequestrati in questi mesi anche nei covi ritrovati - quello romano di via Montecuccoli -, con il procedere delle indagini delle Digos e dell'Antiterrorismo consegnano ormai una fotografia più nitida sulle rinate Brigate Rosse. E man mano che le indagini proseguono, si aggravano le posizioni dei singoli indagati, come per esempio quella di Federica Saraceni: da un floppy disk che le fu sequestrato è riaffiorata una vecchia ((inchiesta» del gennaio del '99 contro obiettivi romani possibili: la Cisl di via Po, la Cgil di Corso Trieste e la Commissione di garanzia "antisciopero". Dodici mesi dopo, 14 maggio del 2000, i Nipr rivendicarono un attentato propno alla Commissione di garanzia "antisciopero". Il luogo dove, il 20 maggio del 1999, fu ucciso il professor Massimo D'Antona

Luoghi citati: Milano, Roma, Trieste, Venezia