John e George, la sfida dei rampolli del New England di Paolo Mastrolilli

John e George, la sfida dei rampolli del New England TRA L'AMERICA «PATRIZIA» LA PARTITA PER LA CASA BIANCA John e George, la sfida dei rampolli del New England Due famiglie ricche e potenti alle spalle, due scelte di vita contrapposte personaggi Paolo Mastrolilli NEW YORK GIOVANI, ricchi, figli di ottime famighe inscritte nell' aristocrazia del New England, e anche di bella presenza. George Walker Bush e John Forbes Kerry erano partiti dalla stessa linea, quando a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta avevano messo il piede nel mondo dei grandi. Eppure le loro storie, viste allo specchio, raccontano una strana contraddizione che forse è il sale dell'America: due ragazzi nati con la camicia, o col cucchiaino d'argento in bocca come preferiscono negli Stati Uniti, che percorrono strade opposte ma in fondo riaffermano la supremazia della vecchia élite, proprietaria delle redini del paese dai tempi dello sbarco del Mayflower tra le acque di Plymouth. Quando Nixon e poi Reagan arrivarono alla Casa Bianca, gli analisti dissero che la California, con la sua economia da sesto posto nella graduatoria mondiale, la nuova Ivy League della Stanford University, e la nascente Silicon Valley, stava scalzando il vecchio New England per assumere il ruolo guida che le competeva. Quando era diventato presidente l'orfano Bill Clinton, figlio di un'infermiera dell'Arkansas risposata con un alcolizzato violento, gb scrittori avevano vergato storie commoventi sul sogno americano aperto davvero a tutti. L'inizio del nuovo secolo, però, sembra aver portato la restaurazione, perché in fondo anche Al Gore era un figUo di senatore che faceva finta di venire dal Tennessee, come Bush pretende di essere del Texas, ma in realtà era cresciuto nella suite di un prestigioso albergo di Washington e si era laureato ad Har- vard- . . j . j L'ingresso in società dei due rampolli presidenziah dell'anno 2004 era stato praticamente identico, come ha racconta- to Newsweek. Kerry non sapeva che suo padre fosse figlio di genitori ebrei emigrati dall'Austria e convertiti al cattolicesimo, il cui vero cognome era Kohn. Ma quando nel 1957 era entrato nel collegio St. Paul's del New Hampshire, forse la «prep school» più esclusiva del New England, nelle vene della sua famiglia scorreva il sangue blu di Boston e l'unica memoria sicura era la discendenza della madre dai Winthrop, veri patrizi americani. «Era nato vecchio», racconta adesso il suo compagno di stanza Danny Barbiere, per spiegare la serietà con cui il giovane John prendeva il proprio ruolo nel mondo. Il suo modello era il presidente Kennedy e usciva con Janet Auchincloss, nipote di Jackie. George, invece, era entrante nel 1961 alla Phillips Academy di Andover, altro collegio esclusivo del Massachusetts, figlio di un deputato emergente e nipote di un senatore, Prescott, accusato tra l'altro di aver concluso affari con ricchi imprenditori tedeschi/ prima che le leggi di guerra obbligassero tutti gli americani a troncare i ponti coi nazisti. I compagni di scuola lo avevano soprannominato «Lip», labbra, e pare che la sua chiacchiera umoristica fosse l'arma con cui era diventato un leader. Tanto John, quanto George, era finiti poi alla Yale University del Connecticut con due anni di distanza, entrambi arruolati nella famosa società segreta Skull S- Bones. Kerry si era impegnato a centrare tutti i quattro grandi obiettivi suggeriti dall'università ai suoi studenti: maestro della penna, atleta eccellente, socializzatore al tè delle cinque, e studente diligente. Bush invece si sarebbe accontentato di frequentare il club Gin Er Tenie, se una notte il padre non fosse venuto a scuoterlo affinché rispettasse le tradizioni di famiglia. Nel frattempo era arrivato il Vietnam, che oggi è disputa politica per i vuoti nel servizio di George agli ordini della Guardia Nazionale, e per le preteste di John insieme a Jane Fonda, dopo essere stato un eroe nel delta del fiume Mekong con la sua Swift Boat PCF-94. Sul piano personale, però, quella guerra significò una svolta profonda per entrambi. Bush evitò di farla, ma maturò l'avversione etema per i liberal che la contestavano. Kerry andò a combattere nell'angolo più pericoloso, quelle «zone di fuoco libero» dove qualunque cosa si muovesse era un nemico da abbattere, ma quando tornò a casa si fece crescere i capelli e divenne un capo del movimento di pretesta, convinto che l'amministrazione Nixon stesse ingannando i ragazzi che morivano nelle risaie. Eppure la sua origine patrizia continuava a perseguitarlo. Una volta un collega attivista lo chiamò a casa per organizzare una manifestazione, e la donna di servizio gli rispose così: «Il padroncino Kerry non è nei suoi appartamenti». Il giorno dopo, all'assemblea nella sede degli hippy pacifisti, comparve questo cartello: «Liberiamo la governante di Kerry». Adesso questi due ex ragazzi in fuga dalle loro radici si ritrovano sulle barricate opposte di una guerra culturale che sta spaccando l'America. Comunque finisca la loro sfida, a vincere sarà sempre la vecchia aristrocrazia del New England. Ma pensare che il risultato non faccia differenza sarebbe stolto, come non credere che da questa parte dell'oceano dove vai conta più di dove vieni. Il candidato democratico frequentò l'esclusivo collegio Saint Paul del New Hampshire poi si laureò alla Yale University del Connecticut. Andò in Vietnam e fu decorato ma al ritorno si arruolò nel movimento pacifista Dopo i californiani e il figlio del popolo Bill Clinton, la geografia del potere ritorna nella fucina delle élite L'attuale presidente partì dalla celebre Phillips Academy di Andover per poi finire anche fui a Yale Fu militare nella Guardia nazionale ma il suo stato di servizio è ora oggetto di polemiche John Kerry è considerato l'espressione dell'elite del Nord-Est, anche grazie al matrimonio con l'erede del ketchup George Bush è figlio dell'elite dei petrolieri del Sud e come tale potè imboscarsi e non partire per il Vietnam