Il Quartetto Berg e la bella violista per due quintetti di Mozart

Il Quartetto Berg e la bella violista per due quintetti di Mozart IL CONCERTO DELL'UNIONE MUSICALE AL CONSERVATORIO Il Quartetto Berg e la bella violista per due quintetti di Mozart Paolo Gallarati Publico prudente, l'altra sera, al Conservatorio per il concerto del Quartetto Alban Beig proposto dall'Unione Musicale: davanti a due lavori, sia pure eccelsi, come i Quintetti K. 515 e 516 di Mozart, ma che non offrono elementi spettacolari, gli abbonati non accorrono con quella adesione massiccia che si verifica in altre occasioni. Per suonare i due Quintetti, il Quartetto Berg ha cooptato la bionda violista Isabel Charisius che si è inserita assai bene nell'organico: il complesso è di eccellente levatura, ha alle spalle una tradizione di prim'ordine, suona in modo organico e compatto, con buon affiatamento, e presenta esecuzioni di alta routine, molto solide e abbastanza prevedibili. Il più fantasioso sembra essere il secóndo violino, Gerhard Schulz, che mostra una reattività superiore a quella dei suoi compagni. Basta vedere dall'atteggiamento e dall'espressione del volto come si delizia del ruolo che Mozart gli assegna nei due meravigliosi Quintetti: anche le semplici note di accompagnamento, suonate da lui, mostrano di appartenere al medesimo flusso vitale da cui nascono le melodie principali. Ma in un quartetto il condottiero è sempre il primo violino, ed è lui che dovrebbe trascinare gli altri, dare l'esempio del bel suono, variare la .dinamica delle frasi, entrare con il suo strumento in un rapporto di intimità palpitante e segreta, come facevano certi memorabili personaggi del più o meno recente passato. I due quintetti di Mozart K. 515-516sono, comesi sa, una meraviglia : luminoso e apollineo il primo, straordinariamente patetico e ombroso il secondo, in sol minore, ma con un finale che si libra in un volo etereo. Entrambi i capolavori mostrano allo stato puro la grandezza di una invenzione compositiva pervenuta alla quintessenza della perfezione, e il Quartetto Bei^, con la Charisius, li ha eseguiti in modo efficacemente didascalico. Tra un pezzo e l'altro ha inserito il Quartetto n. 3 del compositore austriaco Erich Urbanner, nato a Innsbmck nel 1936, transfuga dal continente dodecafonico e rappresentante, ora, di uno stile più libero da regole e schemi prefissati.

Persone citate: Erich Urbanner, Gerhard Schulz, Isabel Charisius, Mozart, Mozart K., Paolo Gallarati, Quartetto Alban