Guarnieri circolare Nono fa la «Ola»
Guarnieri circolare Nono fa la «Ola» A TORINOIL CICLO «RAI NUOVA MUSICA 2004» Guarnieri circolare Nono fa la «Ola» Paolo Gallarati TORINO Finalmente, grazie al ciclo Rai Nuova Musica 2004, possiamo ascoltare un po' di buona musica contemporanea, tra cui alcune prime esecuzioni di lavori espressamente commissionati dal direttore artistico Daniele Spini che guida con intelligenza la Stagione Sinfonica della Rai. L'altra sera, nel! Auditorium del Lingotto, c'era un pubblico formato essenzialmente di giovani, attirati anche dal fatto che i sette concerti sono a ingresso gratuito. Il colpo d'occhio, entrando, era spettacolare: al centro della sala campeggiavano i monitor e le apparecchiature che hanno permesso ai tecnici e agli assistenti del Centro Tempo Reale di curare la regia e i liveelectronics nei tre pezzi in programma. Apriva il concerto «La terra del tramonto» Live-Symphony n. I di Addano Guarnieri in prima esecuzione assoluta su commissione dell'Orchestra Rai, pezzo senza dubbio impressionante per la qualità della scrittura e la raffinatezza degli effetti sonori: il pubblico è circondato da amplificatori che diffondono i suoni, manipolati, della grande orchestra sinfonica e di alcuni strumenti solisti sparsi per la sala. U principio generale è queÙo delle fasce sonore che si mantengono come un flusso iridescente per tutta la durata del brano, in varie trascoloraziom timbriche: suoni gelidi, metallici, d'una levigatezza cristallina. Ogni tanto quel flusso continuo è spezzato da spaventosi bombardamenti, raffiche, esplosioni, come se la tenaglia sonora che avvolge gli spettatori periodicamente si stringesse, per rilassarsi poco dopo: scosse di terremoto, scottature impresse sulla carne viva. H pezzo è denso, il suono Luigi Nono sempre corposo, di chiara derivazione espressionista ma striato di screziature lucenti: la fattura è indubbiamente squisita. Alla fine il pubblico era entusiasta. Se la spazialità di Guarnieri è circolare, quella di Luigi Nono è prospettica: in «Como una ola de fuerza y luz» si colgono veramente i due principi, la luce che proviene da misteriose lontananze sonore, profondità da cui nascono voci femminili registrate su nastro e fuse con quella del soprano presente in sala, e una forza die si scatena, dapprima in opposizione al lirismo, poi sempre più in fusione con esso. La figura del'amico rivoluzionario Luciano Cruz viene così evocata non solo e non tanto attraverso la poesia di Julio Huasi, ma, piuttosto, nel clima visionario e lirico di una musica che non ha perso nuJa della sua potenza suggestiva. L'effetto, molto poetico, che la «Ola» di Nono riesce ancora ad esercitare, a trent'anni e più dalla sua composizione, si è sprigionato l'altra sera grazie alla eccellente esecuzione dell'orchestra Sinfonica della Rai diretta da John Storgards, del soprano Julie Moffat e del pianista Massimiliano Damerini: perchè anche il pianoforte entra in risonanza con se stesso nel gioco continuo di riverberazioni tra suono reale e suono registrato che Alvise Vidolin e i suoi tecnici hanno regolato e mischiato con la solita perizia tecnica e sensibilità estetica. Completava il programma "loolkos" per 89 strumentisti di lannis Xenakis, un altro saggio di come la musica contemporanea abbia usato le fasce sonore, senza però superare, in questo caso, lo stadio di uno sperimentalismo un poco fine a se stesso. Il successo della serata è stato di buon auspicio per i prossimi sei concerti, previsti sino al 4 marzo. Luigi Nono
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