«Servono freni all'import del riso» di Gianfranco Quaglia
«Servono freni all'import del riso» ALLARME DEI PRODUTTORI NELL'ANNO INTERNAZIONALE DEDICATO AL CEREALE «Servono freni all'import del riso» Garnone-. senza dazi doganali la produzione è a rischio Gianfranco Quaglia ROMA Oltre la metà della popolazione mondiale trova nel riso il cibo base del suo nutrimento. Il cereale è coltivato in 113 paesi, ma la produzione compi-""iva 1595 milioni di tonnellate di riso greggio) non è sufficiente a sfamare tutti coloro che si nutrono preferibilmente di questa graminacea «simbolo di identità culturale e unità globale» come ha sottolineato l'Onu che ha deciso d'intitolare il 2004 «Anno intemazionale del riso». Jacques Diouf, direttore generale della Fao, nella cerimonia d'apertura dell'evento svoltasi a Roma, ha lanciato un appello: «Il riso è vita ed entro il 2030 la domanda di riso nel mondo sarà del 38 per cento più alta della produzione sin qui prodotta». Un messaggio ai governi e agli agricoltori, perchè si produca di più e in fretta. Quasi un paradosso, in una situazione europea caratterizzata da magazzini pieni d'eccedenze e ima riforma appena approvata da Bruxelles che sollecita a contenere le superfici. In questo scenario contrastante l'Anno intemazionale del riso è un momento di riflessione, ma anche uno stimolo a considerare l'alimento indispensa bile strumento nella lotta alla fame. «Basti pensare - dice Diouf che oltre il 500Zo degli 840 milioni di persone a rischio vivono in aree che dipendono dal riso prodotto come cibo. E' tempo che la comunità mondiale lavori insieme per incrementare la produzione in mo¬ do sostenibile». Convegni, momenti di confronto ed eventi anche in Italia, il cui ministero delle Politiche Agricole ha affidato a Giacomo de Ghislanzoni Cardoli, presidente della Commissione Agricoltura della Camera, il compito di coordinare il Comitato organizzatore per le manifestazioni. Altra iniziativa al Lingotto di Torino, dal 24 al 26 febbraio, con ima tre giorni indetta dalla Regione Piemonte. Ma se tutte le attenzioni sono focalizzate sul settore, è proprio l'Italia (maggior produttore dell'Ue) ad avere i proDlemi più gravi. A cominciare dalla superficie massima garantita, ricondotta dalla riforma Ocm da 239 mila ettari a 219.588, ma con una stima di investimento per il 2004 a 225.000. Questa previsione di incremento aumenterebbe anche le difficoltà di collocamento sul mercato estero. Piero Garrione, commi lario straordinario dell'Ente nazionale Risi: «L'obiettivo più impellente è la possibilità di rinegoziare i dazi sulla merce d'importazione, il cosiddetto prezzo plafond, senza il quale la riforma di recente approvazione sarebbe vanificata. In as¬ senza di un dazio doganale certo da discutere in sede Wto la produzione comunitaria non sarà mai al riparo delle concorrenze. Intanto gh effetti della riforma targata Fischler si faranno sentire subito: con le semine 2004 sarà dimezzato il prezzo d'intervento da 298 a 150 euro tonnellata e aumenterà di conseguenza l'importo compensativo da 318 a 1069 euro ad ettaro con una riduzione qualora la superficie di base venga superata». Sul problema dei dazi interviene anche Confagricoltura: «La riforma dell'Ocm varata lo scorso giugno tutto sommato è stata buona, ma rischia di non funzionare, se non sarà completata con l'abolizione del prezzo plafond. L'altro punto delicato è rappresentato dal massimale per le consegne all'intervento, fissato in 100 mila tonnellate quest'almo e successiva: mente a 75 mila. Occorre ripartirlo in modo equo tra gli Stati membri ed evitare che i risicoltori siano penalizzati da regole burocratiche troppo complesse, come nel caso delle cauzioni che dovranno versare al momento della domanda d'accesso». Piero Garrione commissario Ente Risi
Persone citate: Diouf, Fischler, Giacomo De Ghislanzoni, Jacques Diouf, Piero Garrione
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