L'lstat: a fine 2003 in Italia la crescita si è fermata

L'lstat: a fine 2003 in Italia la crescita si è fermata LO SCORSO ANNO IL PIL E' SALITO APPENA DELLO 0,4oZo, PRODUZIONE INDUSTRIALE -0,8oZo L'lstat: a fine 2003 in Italia la crescita si è fermata imprese e sindacati in allarme. Berlusconi fiducioso Raffaello Masti ROMA La crescita economica dell'Italia è debolissima. I dati sull'anno da poco trascorso dicono che il Pil è aumentato su base annua di appena lo 0,40Zo, cioè meno della pur modesta aspettativa del governo che aveva parlato dello 0,5. Peggio di noi in Europa è toccato solo alla Germania l+O^^o). Ci consola il fatto di stare più o meno nella media della Uè (0,4) ma al di sotto di quella della zona-Euro (O,607o). Quanto ai mesi a venire l'Isae (l'istituto di studi sulla congiuntura del ministero dell'Economia) parla di «risultati positivi» non ancora quantificabili, mentre per Eurolandia una ripresa appare all'orizzonte, ma solo dal terzo trimestre di quest'anno in avanti, e quindi chi vivrà vedrà. Se poi apriamo il capitolo della produzione industriale, osserviamo uno sconfortante -0,807o come dato tendenziale del 2003 (rapportato cioè all'anno precedente). Così dicono, spietatamente, i numeri diffusi ieri: quelli sul Pil italiano del 2003 e sulla produzione industriale, dall'Istat, quelli sui corrispondenti dati europei, da Eurostat, e quelli - infine - sulle prospettive del nostro Paese per i mesi a venire, dall'Isae. Nonostante il quadro d'insieme che da questi dati emerge, il presidenXe del Consial'" Berluscani non ha nascosto a suo ottimismo: «Confermo i dati dell'Istat che sono dati scientifici e che sono anche in sintonia con i segni di ripresa che dà l'economia e con l'apprezzamento della Commissione europea». ITALIA. Il governo si attendeva un +0,5% mentre si è dovuto accontentare di uno 0,40/!). Come dato congiunturale, peraltro (cioè il quarto trimestre sul trimestre precedenti) la crescita è stata zero. Rispetto infine - al quarto trimestre del 2002, è stata di appena lo 0,loZo. I dati diventano ancora più preoccupanti se rapportati a quelli dell'Unione europea (-l-0,407o sui tre mesi precedenti, +0,9%suunanno prima) e di Eurolandia ^0,307o e -l-0,6nZo), ma anche di quelli dei grandi paesi industrializzati: Stati Uniti ^ 1,00/), +4I3%), Regno Unito (fO,90Zo, 4-2,50Zo), Francia (-l-0,50Zo, unico dato disponiLnj), Germania (H-0,20Zo, 4-0,20Zo). EUROPA. Secondo Eurostat nel 2003 il pil della zona euro è cresciuto dello 0,50Zo, in flessione rispetto al -l-0,90Zo registrato nel 2002. Neil' Uè la crescita è dello 0,70Zo rispetto al t l0Zo registrato l'anno precedente. Come dato congiunturale - dice ancora l'istituto europeo - nel quarto trimestre 2003 il pil della zona euro è cresciuto dello 0,30Zo rispetto ai tre mesi precedenti e dello 0,60Zo rispetto allo stesso periodo del 2002. Il pil nei quindici Stati membri dell'Ue è cresciuto invece dello 0,40Zo rispetto al terzo trimestre 2003 e dello 0,90Zo rispetto al quarto trimestre 2002. La Gran Bretagna (fuori dall'euro) è il paese che registra la migliore performance, con un pil, nel quarto trimestre, cresciuto dello 0,90Zo rispetto ai tre mesi precedenti e del 2,50Zo rispetto allo stesso periodo del 2002. INDUSTRIA. Nell'intero 2003 - dice l'Istat - la produzione industriale è calata dello 0,80Zo e a dicembre ha accusato un calo dello 0,20Zo rispetto a novembre (dato destagionahzzato) e dello 0,20Zo rispetto al dicembre precedente. «L'Italia rischia di diventare il fanalino di coda», avver¬ te il presidente di Confindustria Antonio D'Amato, che sprona a ((rimboccarsi le maniche per diventare competitivi» e a smetterla di litigare per realizzare le riforme. «I dati mostrano che il paese non cresce» commenta secco il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, al quale fa eco Raffaele Bonanni, segretario confederale di Cisl: «il Pil dimostra che cresciamo ancora poco e questo è frutto di mancate scelte dipohtica industriale da parte del Governo e dall'abbandono della politica di concertazione». Ma il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi risponde mettendo in guardia dalle «cassandre» e fa notare invece che la ripresa dei consumi e della domanda di energia dimostra che la ripresa è effettivamente in corso. Più cauto il ministro dei Trasporti Pietro Lunardi che invita il Governo a «riflettere sui dati». Severa la posizione dei commercianti: «La crisi è confermata e servono risposte urgenti» affermala Confcommercio, mentre Confesercenti vede ombre anche sulle prospettive per il 2004 e chiede al governo di mantenere le proprie promesse e alla Bce di abbassare i tassi. PROSPETTIVE. Per il primo trimestre 2004 l'Isae prevede un tasso di crescita del Pil «positivo, ancorché contenuto». Quanto alla produzione industriale, l'incremento dovrebbe essere dello 0,40Zo a gennaio, una flessione dello 0,70Zo a febbraio e un rialzo dello 0,50Zo a marzo. In sintesi: il trimestre si dovrebbe chiudere come il precedente, su valori prossimi allo zero. Gh analisti che ieri hanno commentato i dati congiunturali, ritengono improbabile la crescita dell'l,90Zo auspicata dal governo per il 2004. COSI IL PIL DELL'AZIENDA ITALIA Variazioni 0Zo del prodotto interno lordo rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente 3,0, *2,6Vo ì 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 -0,5 2001 +1,8% LA PRODUZIONE INDUSTRIALE Var. 0Zo rispetto allo stesso mese delfanno precedente 1 o -i -2 -3 -4 -5 -6 -7 COSI PER SETTORE Var. 0Zo per settori di attività economica dicembre 2003 - dicembre 2002 Minerali 43,9 Die Gen Feb Mar Apr Mag Giù Lug Ago Set Ott Nov Die 02 03 Attivita manifatturiere -1,5 Alimentari, bevande e tabacco +1,5 Tessili e abbiqliamento -3,6 Pelli e calzature -5,5 Leqno e prodotti in leqno +0,9 Carta e prodotti di carta +2,0 Prodotti petroliferi +2,4 Prodotti chimici -2,0 Metallo e prodotti in metallo +1,7 Apparecthi meccanlci -3.7 Apparecchi elettrici -4.9 Mezzi di trasporto -3,7 Altre industrie manifatturiere -6.0 Produzione di energia, gas e acqua +4,^

Persone citate: Antonio D'amato, Berlusconi, Guglielmo Epifani, Italia Variazioni, Maurizio Sacconi, Pietro Lunardi, Raffaele Bonanni