«Si fece adottare per spogliarla dei beni»

«Si fece adottare per spogliarla dei beni» L'AVVOCATO PATRIARCA DOVRÀ ANCHE VERSARE 400 MILA EURO DI RISARCIMENTO «Si fece adottare per spogliarla dei beni» Tre anni e mezzo di carcere all'ex consigliere di Forza Italia Nino Pietropinto «Quell'anziana si è affezionata prima a mia moglie e poi a me. Ha deciso lei di adottamr. E' stata una sua scelta di vita, nessuno l'ha influenzata». Pier Giorgio Patriarca, avvocato, ex consigbere di Forza Itaba, tenta l'ultima carta per convincere il giudice Giorgio Semeraro che lui non ha approfittato di quella ricca anziana di Ovada, che mai e poi mai gb è passato per la testa di farsi adottare da lei per ereditare i due miliardi e rotti e un immobile. «Io ero molto legato a quella donna e come me lo era anche mia madre». Semeraro da quell'orecchio non ci sente, o meglio ha sentito solo le parole del pm Donatella Masia che nella requisitoria aveva tuonato: «Si fece adottare solo per spogliarla dei suoi beni. Ha maneggiato e fatto scomparire i suoi soldi, non merita neppure le attenuanti generiche perchè ha fatto dichiarazioni poco rispettose verso quell'anziana, ora deceduta. Ha dimostrato totale mancanza di rispetto umano. Chiedo la condanna a 4 anni di carcere». Ieri il giudice Semeraro ha inflitto a Patriarca tre anni e mezzo di carcere e mille euro di multa. Due anni e due mesi di carcere e 600 euro, invece, per la madre dell'avvocato, Maurina Delsignore, ritenuta complice del figlio nella circonvenzione. Il giudice ha stabilito anche prowisionab per complessivi 400 mila euro da dividere tra varie parti civili: parenti, parrocchia di Ovada, una casa di riposo. Una brutta botta per l'avvocato Patriarca che proprio nelle scorse settimane era uscito bene dall'altra disavventura giudiziaria cbe lo aveva coinvolto negli anni scorsi: era accusato di aver tentato di impadronirsi dei beni di un'anziana donna, affidata alla tutela di un assessore di Forza Italia, di Pino Torinese. Condannato in primo grado e in appello. Patriarca, assistito dagli avvocati Claudio Dal Piaz e Corso Bovio, era riuscito a ribaltare la scena in Cassazione: la suprema Corte ha annullato quel verdetto e ha disposto un nuovo processo. Ma Patriarca non ha fatto in tempo a gioire per quella vittoria che si è visto arrivare addosso ieri la nuova tegola. Luigia Pesce classe 1902, con in banca un conto di oltre due miliardi di vecchie lire e immobili, viveva a Torino e nei mesi estivi andava spesso a Ovada, dove aveva tanti amici. Nel '91 fa testamento e lascia la maggior parte dei suoi beni alla parrocchia del paese e qualcosa ai parenti. Dal '93, da quando entra in scena Patriarca le cose cambiano: per l'accusa, che ha trovato conferma nelle conclusioni del perito e di vari testi, l'avvocato e la madre (difesa dall'avvocato Giuseppe Volante) avrebbero approfittato delle condizioni di salute dell'anziana che nel 93 cambia testamento e adotta poi il Patriarca. Il perito ha stabilto che Luigina Pesce aveva una deficienza pischica facilmente riconoscibile da chi aveva rapporti con lei. E i testi hanno spiegato che prima dell'arrivo di Patriarca lei era legatissima ad Ovada. Il giudice ba fissato provvisionali immediatamente esecutive a favore della parrocchia Nostra Signora Assunta di Ovada, di una casa di riposo e di un parente della Pesce: erano assititi dagb avvocati Luca Gastini, Emilia Pesce e Claudio Simonelli. Pier Giorgio Patriarca, avvocato, ex consigliere comunale di Forza Italia

Luoghi citati: Emilia, Ovada, Pino Torinese, Torino