Mauriziano, corsa alla commissione d'inchiesta

Mauriziano, corsa alla commissione d'inchiesta NEGLI ENTI LOCALI POLEMICHE PER IL PARAGONE TRA IL BUCO DELL'ORDINE E QUELLO DELLA PARMALAT Mauriziano, corsa alla commissione d'inchiesta La vogliono tutti i partiti dopo le accuse del commissario D'Ascenzo Non esistono riscontri di carattere giudiziario alle accuse lanciate nei giorni scorsi dal commissario straordinario del Mamiziano, Anna Maria D'Ascenzo, contro il vecchio consiglio d'amministrazione dell'Ordine. Il prefetto aveva paragonato il deficit accunr.V.o - 376 milioni - al crac della Parmalat spiegando che «qualcuno si era portato via i soldi». Nell'inchiesta avviata dal pubbhco ministero Giuseppe Ferrando però non esistono indagati. Il pm ha affidato ad un gruppo di consulenti l'analisi della documentazione - delibere e altri provvedimenti adottati dai vertici dell'Istituzione - inviatagli dai commissari ministeriali. Gli esperti sono ancora al lavoro ma dai primi riscontri non emergono indicazioni sull'esistenza di reati come falso in bilancio o bancarotta. Non ci sono indagati e nemmeno ipotesi di reato anche nella seconda inchiesta che la magistratura di Torino ha avviato sulla gestione commissariale del Mauri- ziano. Indagine nata dopo che il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, e la presidente della Provincia, Mercedes Bresso, hanno inviato una lettera al presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, sottohneando le preoccupazioni legate alla decisione del commissa¬ rio di ritirare il ricorso presentato dall'ex presidente Emilia Bergogho contro la Regione per sollecitare circa 150 milioni mancati crediti e, soprattutto, il rischio di speculazioni legate alla cessione del patrimonio immobiliare e dei terreni di proprietà dell'Ordine soprat- tutto quelli intomo a Rosta in prospettiva del prolungamento della linea 1 della metropolitana sostenuto dalla Regione e osteggiato dalla provincia di Torino. La D'Ascenzo e il suo vice, Fabio Tavarelli, sono stati sentiti dal magistrato come persone informa¬ te dei fatti e hanno spiegato le motivazioni che hanno portato ad un accordo di transizione con la Regione. Se le verifiche della magistratura non evidenziano, al momento, l'assenza di ipotesi di reato sul fronte pobtico si moltiplicano le proposte per l'istituzione di una commissione d'inchiesta da parte degb enti locali. Le prime richieste sono arrivate da Alleanza nazionale ieri si è aggiunta quella dell'Ulivo. Era stato il segretario provinciale di An, Agostino Chiglia a sottolineare la necessità di un'indagine pobtica. La prima richiesta è stata presentata in Provincia. Ieri è arrivato l'ordine del giorno a Palazzo Lascaris firmato dal consigbere Ennio Galasso e dal capogruppo Marco Botta si chiede l'istituzione, nel «più breve tempo possibile» di una commissione speciale d'inchiesta «tesa a fare chiarezza sulla situazione patrimoniale dell'Ordine Mauriziano e ad individuare i responsabili del suc¬ citato buco finanziario». Il capogruppo di Forza Itaba, Valerio Cattaneo giudica «puerile ed inaccettabile il tentativo della sinistra, ed in particolare di alcuni esponenti della Margherita, di ricondurre alla Regione responsabilità per il buco di un ente gestito per lunghi anni da un presidente appartenente allo schieramento di centrosinistra». Un Ubvo che ieri, dopo una riunione dei gruppi consiliari di Comune, Provincia e Regione, ha trovato un'intesa su un documento unitario dove si propone 1'«istituzione di tre Commissioni di inchiesta che indaghino sulle cause e responsabibtà del deficit maturato dall'Ente, mettendo in osservazione anche il periodo gestito dal Commissario prefettizio e il ruolo di controllo esercitato dai Ministeri competenti». Non solo. Secondo l'Ulivo è «inaccettabile la proposta del Commissario di alienare l'intero patrimonio, in quanto il suo valore è due volte l'ammontare del deficit. Infatti, mentre quest'ultimo ammonta a circa 400 miboni (compreso il deficit maturato nel 2003), le attività sono composte dal patrimonio storico (stimato in 400 milioni), da quello ordinario (valore stimato 250 milioni), dal credito assicurato dalla Regione (50 milioni) e dagli ospedab e relative attrezzature (almeno 100 milioni), per un totale di circa 800 miboni». [m.tr.] N onestante i sospetti, nei due procedimenti già aperti dalla magistratura non risultano esserci, fino ad oggi, indagati L'ospedale Mauriziano, uno dei beni dell'Ordine travolto dal deficit

Luoghi citati: Emilia, Rosta, Torino