Sullo schermo l'epica di Walcott

Sullo schermo l'epica di Walcott AL FESTIVAL DI ROTTERDAM Sullo schermo 'epica di Walcott Edoardo Bruno AL 330 festival di Rotterdam, concluso in questi giorni, una bella sorpresa è stata la «personale» dedicata a Isaac Julien, un regista caraibico, già Premio Turner,a Londra, per le sue istallazioni video, in cui è stato presentato su triplice schermo Paradise Omeros , riduzione filmica dell' Omeros di Derek Walcott, Nobel per la letteratura, grande poema in ottomila versi, epica straniata dell'uomo, della luce, del mare e della terra. Impresa da far tremare i polsi, risolta in una trascrizione visiva della parola poetica, che si immerge negli ampi spazi delle isole dei Caraibi e si invera nella dignità dell'avventura umana di questi pescatori in lotta con la natura. Il linguaggio della poesia si fa tutt'uno con il linguaggio del cinema, con la sua forma concisa, con la sua folle capacità di verità, inverandosi in luoghi che mutano d'improvviso, nei cambi di sguardi, nei suoni e nelle parole, intesi come ritmi e vuoti silenzi, in un montaggio delle emozioni. Leggere l'epica dei versi di Walcott è come immergersi in un grande schermo, dove l'impossibile diviene possibile e dove l'essere ^ i mtt si mette in gioco e il nulla sparisce «giocandosi» il diritto e il potere di esistere. E questa tecnica del montaggio dà all' impianto narrativo, ai personaggi dai nomi ep ggdai nomi epici. Achille, Ettore, Filottete, Elena, alle loro avventure sul mare e nelle foreste (a tagliare tronchi per costruire canoe), l'impressione dei guizzi degli uccelli oceanici, con i loro voli improvvisi. Il cinema sussume così la fantasia del poema e «parla» lo stesso linguaggio visionario, costruisce i fatti collettivi, seguendo il flusso del mare e la logica dell'assonanza, dà evidenza alla visione, correlandosi, in una materialità di pensiero, alla struttura concettuale dei formalisti russi, alla «natura non indifferente» di Ejzenstein. Un cinema che potremmo anche definire di «effetti speciali» dove questi effetti derivano dalle grandi metafore filmiche, dai voli pindarici, dalla complessità del cinema classico e non da artifici puramente tecnici come nella fragorosa povertà filmica, malgrado la grandiosità dei mezzi, dell'immaginario approssimativamente digitalizzato del «Signore degli anelli» di Jakson. Derek Walcott

Persone citate: Derek Walcott, Edoardo Bruno, Isaac Julien, Jakson, Turner, Walcott

Luoghi citati: Londra, Rotterdam