Un altro massacro a Baghdad, uccise 47 reclute di Paolo Mastrolilli

Un altro massacro a Baghdad, uccise 47 reclute KAMIKAZE COLPISCE UN CENTRO DI ARRUOLAMENTO DEL NUOVO ESERCITO IRACHENO Un altro massacro a Baghdad, uccise 47 reclute Bush: «Puniremo chi favorisce lo sviluppo di armi di distruzione di massa» Paolo Mastrolilli NEW YORK Nemmeno ventiquattr'ore dopo, identica scena: decine di corpi dilaniati e sangue per la strada. Questa volta l'obiettivo erano le reclute del nuovo esercito iracheno a Baghdad, invece dei poliziotti di Iskandarìya, ma la strategia sembra la stessa: colpire chiunque collabori con gli americani, per fomentare la guerra civile e far saltare i piani finalizzati a trasferire i poteri a un govemo locale. Nel frattempo il presidente Bush, mentre la polemica sulle anni mai trovate resta aperta, ha cercato di attirare l'attenzione intemazionale sul problema della proliferazione e l'esportazione del terrorismo. Ha accusato ancora l'Iran e la Corea del Nord di condurre programmi pericolosi per l'umanità e la promesso che l'America «punirà tutti i proliferatoli». L'attacco di ieri è avvenuto intomo alle sette e mezza della mattina. Circa quattrocento iracheni si erano messi in fila davanti a un centro di reclutamento del nuovo esercito, a pochi isolati dal quartier generale americano. Altri soldati già arruolati erano fuori dall' edificio, in attesa di partire per l'addestramento in Giordania. Un testimone, Ghassan Samir, ha detto di aver visto avvicinarsi un'automobile bianca, una vecchia Oldsmobile: «Ho pensato che fosse pericoloso stare là fuori, e qualche istante dopo ho sentito solo fuoco e grida». La macchina conteneva circa 250 chili di esplosivo plastico, più proiettili aggiunti allo scopo di potenziare l'effetto letale dell'ordigno. Lo scoppio è stato tremendo: ha aperto un cratere nella strada e ha ucciso almeno 47 persone. I soccorritori hanno portato i feriti e i morti nell'ospedale del quartiere, ma molti cadaveri sono stati semplicemente appoggiati per terra nel cortile, perché le celle frigorifere dell'obitorio erano piene. Solo Aicirtedì mattina la stessa scena si era vista nella città di Iskandariya, circa 40 chilometri a Sud di Baghdad, dove un'autobomba aveva ucciso almeno 53 persone che facevano la fila per essere arruolate nella polizia. DaU'inizio dell'anno il Pentagono ha contato già nove attacchi kamikaze, che confermano una strategia precisa adottata contro l'occupazione. Ieri il comando americano a Baghdad ha pubblicato alcuni stralci della presunta lettera di Abu Musab al-Zarqawi, che sembra spiegare proprio gli attacchi visti in questi giorni. Zarqawi è considerato il capo di Ansar al Islam, gruppo terrorista basato nel Nord dell'Iraq e alleato con al Qaeda. Il Pentagono sospetta che il responsabile degli ultimi attentati kamikaze sia lui, e quindi ha raddoppiato la taglia sopra la sua testa, portandola a dieci milioni di dollari. La lettera, intercettata dagli americani durante la cattura del messaggero Hassan Ghul, è indirizzata ai «due uomini sulle montagne», cioè Osama bin Laden e il suo vice Ayman al-Zawahri, che si nasconderebbero tra l'Afghanistan e il Pakistan. Il testo non lascia dubbi sugli obiettivi di Zarqawi: «L'unica soluzione è colpire i religiosi, i militari e altri leader sciiti, affinché si rivoltino contro i sunniti. Molte anime moriranno e molto sangue sarà versato. Uccidere i loro leader li indebolirà, e con la morte della testa l'intero gruppo morirà». Il testo infatti definisce gli sciiti «codardi», mentre accusa i curdi di essere «il cavallo di Troia degli ebrei». Zarqawi si vanta di aver organizzato almeno 25 attentati in Iraq, tra cui forse anche quello contro gli italiani a Nassiriya, ma si lamenta dei guerriglieri legati al vecchio regime perché sparano solo da lontano: «Ho cercato di spiegare che sicurezza e vittoria non vanno d'accordo». Nonostante i successi degli ultimi giorni, il capo di Ansar al Islam è frustrato e teme la sconfitta: «Il cappio si sta stringendo intomo ai colli dei mujahed- din, e il futuro si fa minaccioso con lo schieramento di più truppe e più polizia locale, che sono più efficaci degli americani perché conoscono bene il territorio e le usanze. La nostra speranza è accelerare il ritmo del lavoro, per formare brigate e battaglioni con esperienza e perseveranza, in attesa dell'ora zero in cui cominceremo ad apparire in pubblico e controllare il territorio. Speriamo che questa ora zero si estenda per quattro mesi, prima che il proposto govemo locale sia formato. Come vedete, siamo impegnati in una corsa contro il tempo. Se le cose andassero male, non avremmo altra scelta che fare le valige e spostarci in un'altra terra dove alzare lo stendardo, o diventare martiri». Gli americani, anche in base a questa lettera, si aspettano un aumento degli attentati, specie ora che la squadra dell'Onu guidata da Lakhdar Brahimi sta mediando per risolvere la disputa con gli sciiti sulle elezioni. Il presidente Bush, invece, ha concentrato la sua attenzione sul rischio dell' esportazione del terrorismo e delle armi di distruzione di massa. Parlando alla National Defense University ha detto che «la più grande minaccia per l'umanità è la possibilità di un attacco segreto e improvviso con armi chimiche, biologiche, radioattive o nucleari». Cuindi ha proposto di vietare a tutti i Paesi l'acquisto di tecnologia per arricchire l'uranio e riprocessare il plutonio, anche se a scopi civili. Lo scopo dei terroristi è di impedire il trasferimento dei poteri Il presidente ribadisce che costituiscono «il vero pericolo per il mondo» e annuncia che l'Iran è sotto osservazione Non c'è più posto all'obitorio: i parenti di una vittima dell'ultimo attentato preparano il corpo per le esequie nel parcheggio dell'ospedale

Persone citate: Bush, Ghassan Samir, Hassan Ghul, Lakhdar Brahimi, Osama Bin Laden, Zarqawi