Tremontì: il deficit 2003 è migliore del previsto
Tremontì: il deficit 2003 è migliore del previsto L'ECOFIN HA APPROVATO IL PIANO DI STABILITÀ ITALIANO. BRUXELLES AVVERTE: TROPPE UNA TANTUM, C'È UN RISCHIO DI SFONDAMENTO DEGLI OBIETTIVI Tremontì: il deficit 2003 è migliore del previsto «Manterremo gli impegni Uè. Possibile arrivare sotto il 2,507o rispetto al Pil» Enrico Singer corrispondente da BRUXELLES I conti dell'Italia sono in linea con gli obiettivi europei. Il governo non nasconde le difficoltà - «il debito è parte della storia del nostro Paese» - ma è deciso a mantenere gli impegni. E' un messaggio di fiducia quello che Giulio Tremontì lancia da Bruxelles alla fine della riunione dell'Ecofin che ha approvato il programma di stabilità italiano. Anzi, il ministro anticipa anche un'eventualità inattesa: quando saranno tirate le somme definitive del 2003, il deficit potrebbe risultare più basso del previsto: «La Commissione indica il 2,6, noi il 2,5, ma non escludo che sia ancora megho». E questo «influirà sugli anni successivi», dice Tremonti che nel bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto delle anahsi della Uè sulla salute dell'economia italiana insiste sugli aspetti positivi. Anche perché,, se paragonati con quelli degli altri Paesi dell'Unione, gli indicatori dell'Italia non sono poi così cattivi. E ì rischi denunciati anche nel giudìzio dell'Ecofin? A partire da quello dì sforare nel 2004 la soglia del 3 per cento dì deficit, fino all'uso ancora consìstente dì misure una tantum? «Rischio è una parola drammatica che non corrisponde al senso tecnico e neanche al senso polìtico delle valutazioni», risponde Tremonti. Quelle della Commissione e dell'Ecofin sono «raccomandazioni, segnali dì attenzione significativi dì cui il governo fa tesoro». Ma se si confronta il testo approvato con quello degli altri Paesi o con quello riservato all'Italia negli ultimi due anni emerge un «giudizio mighore sulla posizione della finanza pubblica». Il problema più grosso rimane quello della riduzione del debito. «E' il terzo in valore assoluto nel mondo», ammette il ministro. Ma questa è un'eredità antica che il governo «sta gestendo con la necessaria fennezza». Nessun caso-Italia, insomma. Nessun allarme particolare. E a riprova del clima «ordinario» dell'esame dell'aggiornamento del programma di stabilità italiano, Giulio Tremonti rivela che non c'è stata discussione tra i mmistri dei Quindici: «Presentazione, illustrazione, approvazione. E non per caso». Ieri sono stati esaminati i conti di altri cinque Paesi e le preoccupazioni maggiori arrivano dalla Francia che è già ampiamente oltre la soglia del 3 per cento di deficit e che potrebbe rimanervi sia nel 2004 che nel 2005. Anche nelle previsioni per la Grecia - ma più ancora in quelle per l'Inghilterra e l'Olanda, tradizionalmente forti - appare per la prima volta il pericolo di sfondare il tetto di Maastricht. A questi Paesi, oltre alla Germania che non era sotto esame ieri, si riferisce Tremonti quando invita a considerare la situazione italiana nel quadro complessivo dell'economia europea. Ma il commissario Pedro Solbes non condivide le tesi di Tremonti e continua a definire «troppo ambizioso» il programma di stabihtà italiano. Tra Commissione e governo c'è anche una divergenza sulle previsioni di crescita per 0 2004 e il 2005 di quasi mezzo punto che - «a pohtiche correnti» - potrebbe tradursi nel superamento del tetto del 3 per cento di deficit già alla fine dell'anno. «L'Italia dovrà ridurre la spesa con tagli senza precedenti, oppure sarà costretta ad aumentare le tasse», ha detto Solbes al termine della riunione dell'Ecofin. Le misure una tantum, nel bilancio del 2003, hanno superato l'I,5 del Pil e i provvedimenti permanenti promessi nel programma di stabihtà entro il 2006 «non sono specificati». Altro problema sul quale insiste Solbes è il modo di calcolare il deficit. «Sono due cifre diverse: una relativa al disavanzo di cassa, l'altra definita dai criteri di Maastricht e la differenza si rispecchia nel debito», dice il commissario. Nel documento approvato dall'Ecofin c'è poi un richiamo preciso allo «sviluppo del progetto governativo di riforma delle pensioni». I tempi di approvazione e di applicazione della riforma sono «essenziali». E su questo punto Tremonti concorda: «Sono sicuro che manterremo gli impegni». Ma le divergenze di valutazione espresse da Solbes lasciano prevedere l'invio ài un «early waming» all'Italia? Il commissario risponde di no: non bisogna confondere i livelli. ((Al momento stiamo lavorando sui programmi. Quando, in marzo, arriveranno i dati a consuntivo di Eurostat, analizzeremo la situazione». tv Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti
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