Arrestato a Parigi il br assassino e scrittore di Cesare Martinetti

Arrestato a Parigi il br assassino e scrittore Arrestato a Parigi il br assassino e scrittore Cesare Battisti, leader dei «Proletari armati». Condannato all'ergastolo, era evaso nelI'SI Cesare Martinetti corrispondente da PARIGI In uno dei suoi ultimi libri - «Vittoria» - il vecchio rivoluzionario Onno, dopo trent'anni di latitanza passati con la P38 in tasca, toma a Roma per ritrovare i vecchi amici e regolare i suoi conti. Questa volta però è la giustizia a regolare finalmente i conti con Cesare Battisti, 51 anni, uno dei vecchi leader dei «Proletari armati per il comunismo», un nome e una sigla che riemergono dagli archivi degli anni di piombo. Due ergastoli da scontare. Uno per l'assassinio dell'orefice Torreggiani, ucciso per vendetta alla Bovisa. Suo fighe, allora adolescente, e colpito dallo stesso piombo, è tuttora in sedia a rotelle. Battisti viveva a Pangi dal '90, scrittore di «polar», gialli, crudi e sinistri. Protetto dalla cosidetta «dottrina Mitterrand)) (ospitalità ai terroristi che avevano rinunciato alla lotta armata) che ha funzionato fino a un arno e mezzo fa quando l'incantesimo venne rotto dall'estradizione del br romano Paolo Persichetti, condannato a 23 anni per l'assassinio del generale dell'Aeronautica, Lido Gioi^ieri, avvenuto a Roma nel 1987. Fu allora che il neo ministro della Giustizia francese, Dominique Perben, dichiarò «decaduta» la dottrina definendola una «non dottrina». In effetti si trattava non di una legge codificata, ma di un impegno politico che il vecchio presidente socialista aveva preso per offrire una sponda garantista agli eccessi giustizialisti italiani seguiti agli anni di piombo. Ma se per Persichetti (che comunque aveva partecipato al suo attentato due anni dopo l'enunciazione mitterrandiana) la giustizia francese si era già espressa a favore dell'estradizione, per Battisti non è ancora avvenuto. Comincia, dunque, un nuovo processo dietro al quale c'è però la volontà pohtica chiara del govemo francese di rispedire Battisti in Italia. Come testimonia l'arresto. Perben, in un incontro con il ministro italiano, Roberto Castelli, l'il settembre 2002, aveva concordato di lasciar perdere chi non aveva partecipato a fatti di sangue, ma per gli altri rifugiati itahani in Francia (un centinaio) di decidere «caso per caso». Battisti è il primo caso. Gli altri, da ieri, si sentono meno sicuri. Battisti è stato arrestato in un palazzo dell'XI arrondissement dove, secondo la Franca presse, faceva il portinaio. Però l'ex terrorista italiano era molto noto in Francia. Interveniva alla radio, i giornali pubblicavano sue interviste, lui stesso partecipava a manifestazioni pubbliche, come qualche giorno fa a Saint-Quentin-en-Yvelines per il festival «Polar dans la ville». Non ha mai nascosto il suo passato, anzi ne faceva materia da rielaborare nel racconto ed era il «carattere» del suo personaggio di scrittore, molto stimato e corteggiato dai giornali francesi. Nel recensire «Cargo sentimental» Le Monde lo definiva un «novello Ulisse in cerca del suo piccolo porto pacifico». In una grande intervista al quotidiano parigino. Battisti aveva totalmente rivendicato il suo passato. Nell'immaginario francese alimen¬ tato dai racconti fantastici di Battisti, l'Itaha de^li anni di piombo era una specie di Cile dove la polizia dava la caccia ai rivoluzionari. Nella prefazione al suo «Demières cartouches» si legge addirittura che si trattò di una guerra perduta «ma che valeva la spesa d'essere combattuta». Ma la realtà è ben diversa. Battisti è stato condannato all'ergastolo una prima volta per aver assassinato a sangue freddo l'orefice Torreggiani (16 febbraio 1979), colpevole per aver sparato a un rapinatore proletario. Una seconda volta per aver ucciso (6 giugno 1978) il maresciallo degli agenti di custodia del carcere di Udine, Antonino Santoro. Arrestato, nel 1981 è evaso dal carcere di Prosinone. Per nove anni ha vissuto in Messico, dove ha cominciato a scrivere ed ha fondato la rivista «Via Libre». Dal '90 era a Parigi dove ha costruito il suo personaggio e il suo mito di combattente per la libertà. Ora deve tomare a confrontarsi col sangue e con i delitti di un passato che è giusto non dimenticare per non confondere la letteratura con la realtà. Cesare Battisti, arrestato Ieri a Parigi