«Pochi in organico e troppi pazienti»

«Pochi in organico e troppi pazienti» LARADIOLOGA «Pochi in organico e troppi pazienti» In laboratorio sempre oltre l'orario di lavoro «Frustrati nello stipendio e nell'impegno» LA dottoressa Piera Fauciglietti - radiologa al pronto soccorso delle Molinette - ha 52 anni, un marito, due figlie adolescenti e una passione per il lavoro che la trattiene abitualmente in ospedale oltre l'orario e lo straordinario previsto dal contratto. Aggiungiamo un'organizzazione della routine ospedaliera che deve «fare i conti con un organico al limite e una lista di pazienti abbastanza lunga» e una professionalità «non certo valorizzata da finanziamenti sempre più risicati, con disagi inevitabili per i malati», e il sì allo sciopero è scontato. Ieri però, Piera Fauciglietti era regolarmente in servizio, accanto ai monitor dell'ecografia, perché «comandata» a coprire il contingente minimo previsto dalla legge. Il numero dei malati in attesa di un esame, però, era più basso del solito. Dottoressa, quante ecografie ha eseguito in meno rispetto alla media? «Più o meno la metà. Ogni giorno vedo una trentina di persone, per metà provenienti dal pronto soccorso, l'altra su prenotazione. Lo sciopero ha escluso quest'ultima parte». Non si è presentato nessuno, ignaro dell'interruzione del servizio o anche solo per lamentarsi? «No, nessuno. E chiacchierando con altri colleghi, mi sembra una tendenza generale. Evidentemente i mass media hanno informato adeguatamente i cittadini. Qualche telefonata, tuttavia, è arrivata, sia oggi sia lunedì, per avere conferma dello sciopero. Abbiamo spiegato che noi avremmo aderito e così, ripeto, oggi non abbiamo ricevuto proteste di alcun genere». Lei quindi sta lavorando esclusivamente per il pronto soccorso? «No, perché alcuni pazienti arrivano dai reparti. Anche lì ci sono esami da fare subito per la loro urgenza o perché sono necessari prima di un intervento chirurgico programmato per domani. E chiaro che non facciamo saltare un'operazione domani solo perché oggi è sciopero. La nostra protesta ha ragioni profonde, ma la nostra è una professione che non può pre- scindere dall'interesse dei malati nemmeno nei giorni di rivendicazione sindacale». Quali sono per lei i problemi prioritari da risolvere? «Da un lato c'è la necessità di ottenere finalmente il rinnovo del contratto, ne abbiamo diritto come tutte le altre categorie di lavoratori. Poi c'è una serie di ostacoli da superare per il bene dei malati, della collettività». E cioè? «Delle due l'ima: o si investe più denaro nella sanità pubblica, oppure i pazienti si dirigeranno sempre più verso le strutture private. E chiaro che un malato non vuole aspettare troppo per sottoporsi a un esame, per conoscere l'origine della patologia . che lo ha colpito. Ma il diritto alla sanità pubblica è troppo importante per essere sacrificato in questo modo». Questo a proposito dei pazienti. E per voi medici, quali sono le conseguenze peggiori dei tagli alla sanità? «A parte la frustrazione per un impegno non riconosciuto economicamente nella misura giusta, c'è anche l'impossibilità di approfondire la propria specializzazione. Il tempo retribuito è troppo poco e dividersi tra le mille incombenze non è semplice». [g. lon.] In servilo per garantire il contingente minimo previsto dalla legge, ha visitato una quindicina di malati, anche di altri reparti: «Devono essere operati domani, ingiusto respingerli» Piera Fauciglietti, 52 anni,è radiologa al pronto soccorso delle Molinette

Persone citate: Piera Fauciglietti