Fioravanti ci ce basta «Ma sono fortunato»

Fioravanti ci ce basta «Ma sono fortunato» IL RANISTA NOVARESE HA CONFERMATO IL RITIRO PER PROBLEMI DI CUORE Fioravanti ci ce basta «Ma sono fortunato» «A Sydney fui il primo nuotatore italiano a conquistare un oro olimpico, ora sono il primo a lasciare». L'indolenza giovanile, le notti brave nei pub poi la maturità e i trionfi. «Rivale» di Rosolino, ultra di Totti e della Roma la storia Giancarlo Laurenzi inviato a ROMA SONO stato il primo a vincere, sono il primo a ritirarmi. Ma resto un uomo fortunato». Nella sintesi di Domenico Fioravanti mancano alcuni dettagli («primo» fra i nuotatori azzurri a conquistare un'Olimpiade), la sua simpatica indolenza è anche nella pigrizia dei vocaboli. Però rende l'idea degli umori suoi e degli altri che lo coccolano con lo sguardo, rimpiangendone il talento messo in cassapanca, per sempre inutilizzato: il presidente della Fedemuoto, Paolo Barelli, quello del circolo Anione, Giovanni Malagò, il club che lo ingaggiò dopo le imprese di Sydney. Alla piscina azzurra mancherà la star che nel 2000 conquistò due medaglie d'oro olimpiche nella rana: i guai al cuore riscontrati il 2 novembre scorso non sono più scomparsi e l'ultimo obiettivo della meravighosa calata in acqua di Fioravanti, i Giochi di Atene, rappresentano un miraggio infame. Impensabile, infine, programmare Pechino 2008: arriverà troppo tardi per il novarese che in quelle settimane avrà compiuto 31 anni. Fioravanti finge di tenersi aperta una porta («continuerò a fare dei controlli periodici, ogni 6-7 mesi: dovessero tornare a posto le cose, sarei pronto a tuffanni di nuovo»), in realtà la decisione è indipendente dai controlli e dai mighoramenti delle pareti cardiache: Fioravanti diventerà responsabile del settore giovanile della Fedemuoto e uomoimmagine tra i giovani. La conferma è arrivata dallo stesso presidente Barelli: «Ha dato gioie straordinarie in acqua, può aiutarci a cercare il nuovo Fioravanti». Domenico è un tifoso della Ro¬ ma ed è impazzito l'altra sera, seduto nelle poltroncine dell'Olimpico: «Che roba, ragazzi, li abbiamo massacrati. Adesso andiamo a prendere il Milan. Un giorno di questi vorrei andare a Trigoria a parlare con Totti: mi scrisse una mail stupenda il giorno in cui scoprirono il mio malanno, gli risposi ma non ho più avuto sue notizie». Prima di recarsi allo stadio, era arrivata la telefonata del presidente del Coni, Gianni Petrucci. La sintesi: «Grazie di tutto e ricordati: mai dire mai». Fioravanti sarebbe stato il portabandiera azzurro ad Atene (dove invece andrà come commentatore televisivo per la Rai) e non è detto che in sua assenza il testimone passi automaticamente nelle bracciate miste di Rosolino, cui non tutti hanno perdonato il trasloco in Australia. Di Rosolino, Fioravanti è stato spesso l'alter-ego, diversi in tutto, troppo disinvolto l'altro per potersi mettere in competizione: «Lui ama la ribalta, farsi vedere in giro con donne da copertina, frequenta un modo luccicante che non fa per me». Pure Fioravanti fu accostato a una miss Italia. L'amicizia con Tania Zamperò, che vinse il titolo di più bella nel 2000, ad un tratto sembrò tracimare dentro altri sentimenti: «Mai, invece. A quel tem30 ero fidanzato con una collega Simona Ricciardi, campionessa italiana di 400 e 800 si, ndr), non potevo tradirla. Non che a me le veline non piacciano, magari la Canalis cadesse nelle mie braccia!». Tre tatuaggi, orecchini a iosa, patito dei pub, maldisposto verso la fatica: la trasformazione da talento a campione fu merito anche del et Castagnetti, che ne rivoltò l'indole prima di metterlo spalle al muro: «Lavora e diventerai insuperabile». Ci riuscì: «Ouattro ore di piscina al giorno e due e mezzo di palestra. Per questo adesso mi annoio, devo stare attento all'alimentazione. Passo le ore a casa con i miei. Non tutto è bello come prima, al massimo gioco a calcetto con gli amici, facendo attenzione a non dannarmi troppo». Due anni fa sembrò sul punto di ritirarsi, dopo l'incidente e l'operazione a una spalla causati dalla sua passione per i motori. Si riprese, ma più di lui si è messo a correre il cuore e l'inevitabile addio è stato il dardo che l'ha fatto sanguinare. Fino a maledire i sacri paletti della salute: «Questa mia malformazione non ha superato i controlli. Ho detto bene: congenita, ereditaria, trasmessa dai genitori. E che nessuno insinui dell'altro. Il problema è che in Italia ci sono norme rigide, non come in America: lì mi avrebbero fatto nuotare lo stesso». Una fortuna che l'oceano non si attra-. versi a rana. NUMERI DA RECORD «Nato a: • II: •Altezza: • Péso: •Società: •Allenatori: • Olimpiadi: • Mondiali: e» Europei: •titoli italiani Novara 15/05/1977 186 cm 76 kg Canottieri Aniene Roma Alberto Castagnetti e Gianni Nagni 2 ori 2 argenti, 1 bronzo 4 ori, 4 argenti vinti: 32