Tra argot e pitocchi

Tra argot e pitocchi Tra argot e pitocchi MPOSSIBILE raccontare Testori? Non è vero. Basta spostarsi di poco a \ Brescia, dove la sua ventriloqua vitalità sembra riverberare con più verità e disarmata desolazione. Perché ispirandosi alla sua letterarissima ed argotica, scalcinata compagnia teatrale degli Scarrozzanti, che andavano per la sua amata Lombardia mentale ad inscenare dei reinventati e dialettali Ambleti e Macbetti, grazie ad una specie di portatile, sapiente installazione non museale ma passionale, viscerale, si cerca e si riesce di penetrare davvero dentro le predilezioni ((pendolari» di Testori. Che non aveva altro esotismo che risalire le vallate lombarde della «gran topografia del regno mio». E scoprire via via la carne sanguinante dei suoi Tanzio, le effrazioni dei Romanino, Cerano, Savoldo, le povertà ricchissime del Pitocchetto o le povere ricchezze del Moroni. Risalendo sino alle «cose bresciane del Cinquecento». Appunto: «Testori a Brescia», quasi una stazione della sua via crucis passionale ed innamorata. E bene lo spiega, in un testo bellissimo, Giovanni Agosti, che accompagna il nipote di Testori, Giuseppe Frangi, capocomico incapo¬ nito, in questa sorta di rievocazione non diciamo itinerante (che brutta parola burocratica!) ma scarrozzante. Testori che «non poteva non dirsi bresciano», sotto quel cielo blu, manzoniano e caparbiamente per lui non-veneto, di Lombardia: le lotte con i cultori del mito veneziano, le baruffe con Pallucchini, le vertiginose agnizioni dei Sacri Monti, le coraggiose divergenze dell'adorato Longi. E su tutto la pittura della peste. E c'è un momento bellissimo, estremo, in questa mostra, in cui tutto sembra vacillare, quando il lombardo condottiero incandescente guarda il burroso busto d'un giovanetto del veneziano Tiepolo, deriso da Longhi, e si domanda eroicamente se non sia più wero» dell'atteggiato pitocco del Ceruti. Oppure quando ((incontra» e si scontra con il simmetrico Pasolini. (Posso ricordare alla curiosità di Agosti le furie epiche di Testori, se solo sospettava che ci si occupasse del suo più vicino rivale, troppo vicino per essere assolto). Insomma, forse proprio perché legata ad un tema così specifico e senza false ambizioni, si realizza qui a Brescia quel che Alain Toubas si augurava per la mostra di Milano, nel saggio sul catalogo Silvana (ma quante trasandatezze grafiche. Ed è possibile mescolare alle schede dei curatori quelle di un g.t, che bisogna condurre un'analisi stilcritica per capire che si tratta di Testori?!). [m.val.] Testori a Brescia. Da Ceruti a Poppa Brescia. Palazzo Martinengo Sino al 14 marzo Testori: ritratto da bambino

Luoghi citati: Brescia, Lombardia, Longi, Milano