Cadere dal traghetto nel mare di Sicilia di Sergio PentGaetano Savatteri

Cadere dal traghetto nel mare di Sicilia Cadere dal traghetto nel mare di Sicilia Sergio Pent LA Sicilia è diventata ufficialmente l'isola dei misteri dopo il successo a largo raggio di Camilleri: ma prima ancora ci aveva pensato un Nobel mancato per incuria accademica come Sciascia a renderci edotti sul maldivivere isolano nei bassifondi dell'odio e del malaffare socio-politico. E' più accostabile al Maestro di Racalmuto che non alle scaramucce del commissario vip Montalbano un romanzo come La ferita di Vishinskij, del giornalista siculo-milanese Gaetano Savatteri, già apprezzato nell'esordio di La congiura dei loquaci. Lo è nelle intenzioni di una complessità strutturale mascherata da indagine storica e antropologica. Lo è - anche nella linearità "umana" delle soluzioni registiche, all'esatto punto d'incontro tra le défaillances individuali e i buchi neri della Storia e del conflitto politico. Costruito con amena partecipazione emotiva, elastico nell'agganciare in guizzi narrativi le varie planimetrie temporali, il romanzo è una piacevole sorpresa nel panorama ormai piuttosto uniformato del giallo italiano: lo si può definire un thriller storico-antropologico così come Romanzo criminale di De Cataldo è etichettabile come noir neorealista. In questa narrazione contorta ma vigorosa, Savatteri indaga - in superficie - sulla morte per acqua della ventenne Maddalena Pancamo, precipitata in mare nel settembre 1985 dal traghetto Palermo-Napoli. Esponente d'ultima generazione di una potente famiglia sicihana, Maddalena viveva un' esperienza sentimentale spinosa con l'avvocato Fabrizio Cimino, sposato non troppo felicemente ma titubante nel lasciare il tetto coniugale. H sospetto d'omicidio aleggia nei meandri cerebrah di Leonardo Lo Nardo, bibliotecario di Palermo incappato casualmente - o spinto da oscure manovre - nel lontano episodio ormai archiviato. Il colloquio col giudice in pensione Rosario Fanaia, ritiratosi dal pubbhco esercizio proprio dopo aver "sepolto" il caso come incidente, rende Lo Nardo ancor più inquieto e stimolato alla ricerca, al punto da mettere in crisi il rarmorto con la moolie Betta. I due coniugi si sono appena recati a Roma per valutare - dal luminare dottor Machì - l'ipotesi di una fecondazione artificiale, e i nervi già tesi si lacerano nell'ossessione di Leonardo, che scopre, in squarci di verità storiche dissepolte, come alla base di tutto potrebbe esserci la remotissima rivalità di potere tra due famiglie isolane già in bella evidenza dopo il 1500, i Pintacorona e - appunto - i Pancamo. Questi ultimi hanno attraversato la Storia sempre in sella alle circostanze pohtiche, primeggiando in astuzia e corruzione sui più modesti e tardivi avversari. D romanzo avvicina il lettore alla verità - serenamente sorprendente - attraverso una serie di flash-back storici che misurano i gradi d'antagonismo delle due casate, dal Settecento all'unità d'Italia, dal secondo conflitto mondiale alla crisi politica siciliana degh Anni Cinquanta, fino a congiungersi con una rivelazione pirandelliana che è, in fondo, una beffarda vendetta covata nei secoh. L'intrigo regge, la curiosità del lettore è soddisfatta, l'analisi storica e sociale si allea alla perfezione con l'intreccio della vicenda privata, dando luogo a una storia coinvolgente, matura e non casuale. E 'la ferita di Vishinskij"? Un piccolo caso nel caso, un aneddoto - chissà quanto veritiero - in cui i protagonisti-antagonisti della faida psicologica coinvolsero loro malgrado - nel 1943 - il temuto braccio destro e poi ministro di Stalin. Ma la Storia, si sa, è fatta anche di pettegolezzi e di chiacchiere destinate ad aumentare di peso nella memoria. Gaetano Savatteri La ferita di Vishinskij Selleria pp.297.Z 7 7 ROMANZO

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