Una faida in strada dell'Arrivore

Una faida in strada dell'Arrivore LE DUE FAMIGLIE DI NOMADI IN LOTTA DA ANNI: MA ORA FACCIAMO PACE Una faida in strada dell'Arrivore Aggredito un ragazzo di 16 anni dopo l'incendio di una tomba E' una faida sanguinosa queba fra i nomadi rom di strada dell'Arrivore: da una parte la famigua degb Salkanovic e dall'altra quella dei Suleimanovic. Che sono, in fondo, persino parenti attraverso il ceppo Hailovic. Sgarbi, botte, aggressioni, incendi e ritorsioni durano da parecchi anni, ma negb ultimi mesi hanno raggiunto toni altissimi. Ieri l'ultima violenza: Giubo Halilovic (della famigba Suleimanovic), 16 anni, è stato aggredito e colpito a sprangate da alcuni giovani ed è finito all'ospedale Gradenigo, con gravi lesioni aUa schiena. Due notti fa la tomba di Baretta Salkanovic, il giovane rom ucciso un anno e mezzo fa da uno sconosciuto, era stata oggetto di un attentato incendiario. Ramzia Suleimanovic é l'ex regina del campo di strada dell'A'-rivore. E' lei la grande rivale dei Salkanovic-Hablovic. «Dna guerra penosa che non ha un vero e proprio motivo all'origine. Diciamo che quella famigba, che era arrivata a Torino da Milano, ha cercato di rompere certi equilibri, e così sono nate le tensioni. Ma non siamo stati noi ad incendiare la tomba di Baretta. Noi abbiamo paura e rispetto per i morti. Un rom non compirebbe mai un gesto del genere. Consigbo ai Salkanovic di pensare che queU'incendio possa essere stato appiccato da chi ha ucciso Baretta. Se è vero che quell'omicidio fu la conseguenza di un debito non pagato, potrebbe essere che gb assassini ora vogbano ottenere quei soldi. Non lo sappiamo, ma la morte di Baretta ci ha colpito. Morire a 21 anni è terribile». Dal canto suo Vehbija, il leader degb Hablovic-Salkanovic, rifiuta la responsabibtà dell'ultima aggressione: «Noi non abbiamo aggredito nessuno per ritorsione, abbiamo solo presentato una denuncia alla Questura per l'incendio alla tomba. Sarà la polizia a fare chiarezza su tutto quanto. Quanto ai dissidi con la famigba di Ramzia c'è da dire che durano da anni. A me hanno spaccato la gamba in due punti, mi hanno reso un handicappato. Ci sono stati anche altri scontri, altri momenti difficili. Queba famigba ora vive alla Falcherà, nelle case popolari, potrebbero anche lasciare in pace chi è rimasto al campo. Quanto a Baretta noi sappiamo chi l'ha ucciso ed il suo nome abbiamo riferito agb investigatori». Proprio ieri, in un momento di grande tensioni dopo il recentissimo rogo e l'aggressione al ragazzo, va però registrato anche un segnale di speranza. Dice Ramzia: «Cerchiamo la pace». Risponde Vehbija: «Non amiamo la guerra». Restano a dividere problemi pratici, odu personab, denunce m Questura e dai carabinieri. SuperabUi? Forse, perchè la storia e le tradizioni rom sono contrarie alle faide che, in fondo, rappresentano anche un grave ostacolo sulla strada deU'integrazione fra rom e gagé. Fra chi é nomade e chi ha una casa.

Luoghi citati: Milano, Torino