Il malessere socialdemocratico di Francesca Sforza

Il malessere socialdemocratico UN PARTITO IN CRISI Il malessere socialdemocratico Sconfitte, scandali, emorragia di iscritti retroscena Francesca Sforza corrispondente da BERLINO DALLE elezioni federah del 2002 a oggi, il calo di consensi nei confronti della politica del cancelhere Gerhard Schroeder è stato lento e graduale. Nelle ultime settimane, però, il calo si trasformato in caduta libera, arrivando a quota 25 per cento, contro il 40 per cento del 2002. La crisi si è rivelata dunque profonda, e il malessere non passeggero. Ma dove si può collocare l'inizio del declino? Forse prima ancora delle elezioni, nel 1999, anno in cui Oskar Lafontaine, allora presidente del partito e ministro delle Finanze nel primo governo rosso-verde, ha dato le sue dimissioni in seguito a gravi divergenze sulla pohtica economica di Schroeder, dichiarandosi decisamente ostile alla cosiddetta terza via socialdemocratica. «Il mio cuore batte a sinistra» , disse Lafontaine lasciando il palcoscenico della pohtica. Con lui, però, se n'era andato un intero pezzo di socialdemocrazia vecchio stile, che non sarebbe stato sostituito da una socialdemocrazia nuova. Troppi i ministri Spd che sono stati costretti a rinunciare al loro incarico per colpa degh scandali: in due governi, Schroeder ha dovuto sostituire otto ministri, dando ai tedeschi l'impressione di un'instabilità a cui non erano abituati. Pochi, invece, quelli che hanno saputo mostrarsi all'altezza del loro compito, soprattutto in dicasteri vitali come Economia, Lavoro, Finanze. Il primo ministro dell'economia chiamato da Schroeder, Wer- ner Mueller, era un tecnico. Di lui si ricorda a malapena il nome, oggi al suo posto c'è Wolfgang Clement, che ha dovuto abbandonare la guida di un Land importantissimo come il Nordreno Westfalia per non lasciare il cancelhere nell'imbarazzo di chi mettere sulla poltrona di Muller. La debolezza deUe persone si è presto materializzata nei risultati elettorali: prima la sconfitta in Sassonia Anhalt, poi quella comunale in Brandeburgo, infine la pesante perdita della Bassa Sassonia, Land in cui proprio Schroeder è stato primo ministro prima di passare alla cancelleria e la disfatta in Baviera. Dopo le elezioni federah, l'Spd non ha più vinto nulla. L'anno che viene è denso di appuntamenti elettorali, e il partito di governo non può permettersi di perderli tutti. «I sondaggi dimostrano che non siamo riusciti a comunicare ai cittadini il senso deUe nostre riforme», ha riconosciuto Schroeder nel dire addio alla presidenza del partito. E non è solo una questione di sondaggi: a fine dicembre 2003 gh iscritti erano 40 mila in meno rispetto l'anno precedente. «I vecchi iscritti muoiono - aveva lamentato pochi giorni fa il segretario Spd del Nordreno Westfalia - e non ce ne suono di nuovi». ((Abbiamo grosse difficoltà a legittimare le scelte politiche del governo nelle sezioni locali» ci av iva detto il deputato socialdemocratico Klaus Barthel nell'ottobre scorso, prima dell'ultimo congresso. Barthel era uno dei sei franchi tiratori dell'ala sinistra del Spd che votarono contro la riforma sanitaria varata grazie al sostegno dell'opposizione. Altri ce ne sono stati nel caso della riforma del mercato del lavoro, e altri ce ne saranno nei prossimi appuntamenti parlamentari. Sempre più spesso, per tenere insieme i pezzi, Schroeder è dovuto ricorrere allo strumento del voto di fiducia per disciplinare i propri deputati nella votazione su progetti importanti. E non è detto che la rinuncia alla presidenza deh'Spd gh garantisca un mighoramento. Sono ancora molte le domande dei socialdemocratici: perché accettare dolorosi tagh dello stato sociale - si chiedono - se manca una vera risposta socialdemocratica al problema della disoccupazione di massa? C'è una distribuzione equa degh oneri su tutte le forze sociah? I sacrifici serviranno a qualcosa? Sarà vero che allentando la tutela sui hcenziamenti e abolendo il sussidio di disoccupazione si creeranno più posti di lavoro? E soprattutto: dov'è il lavoro? Le risposte, al momento, non ci sono. ln due governi sono stati sostituiti otto ministri dando un senso di instabilità Tutto è cominciato con le dimissioni di Lafontaine in polemica con il Cancelliere

Luoghi citati: Bassa Sassonia, Baviera, Berlino, Brandeburgo, Sassonia Anhalt