Schroeder cede la presidenza Spd

Schroeder cede la presidenza Spd «AVRÒ' PIÙ' ENERGIE DA DEDICARE AL GOVERNO» Schroeder cede la presidenza Spd I Cancelliere cerca di arginare la crisi del partito corrispondente da BERLINO Il cancelliere Gerhard Schroeder, da giorni sotto accusa dall'esterno e dall'interno del proprio partito per il calo nei sondaggi e il controverso programma di riforme, ha deciso di rispondere alle critiche dimettendosi da presidente dell'Spd e consegnando il testimone a Franz Muentefering, attuale cajogruppo al Parlamento. «Non o faccio volentieri - ha ammesso nel corso della conferenza di stampa in cui è stato dato ufficialmente l'annuncio - ma in questo momento di difficile transizione per il Paese due ruoli così importanti non possono essere concentrati in una sola persona». Un segnale di debolezza, inutile negarlo, ma anche di forza. La situazione infatti era diventata insostenibile: caduta libera nel consenso popolare, disoccupazione che ha raggiunto quota 4.6 milioni, resistenze da parte della sinistra del partito ostile alle riforme, freddezza con il mondo sindacale e la risaputa amicizia con l'amministratore delegato di Deutsche Bank Josef Ackermann, al centro di un difficile processo con l'accusa di malversazione. Troppo, anche per un animale politico come Gerhard Schroeder. Da giorni, poi, si inseguivano voci e pressioni sulla cancelleria per rimettere mano alla composizione di governo, per cambiare quel ministro o quel sottosegretario, per riformulare strategie e far saltare teste. La decisione di Schroeder di dimettersi dalla presidenza Spd, in fondo, ha limitato i danni. E al giornalista che gli chiedeva «CanceUiere, non crede che si possa leggere questa decisione come una crisi di panico, cambiare il partito per non dover cambiare il governo?», Schroeder ha risposto: «Questo lo può scrivere senz'altro nel suo editoriale di domani, io non la penso così». Nell'intervista rilasciata a N-Tv, la Cnn tedesca, il cancelhere ha spiegato il suo pensiero: «La Germania si trova a un punto di svolta, c'è bisogno di tutte le mie enei^ie per portare avanti il processo di riforma e un partito complesso come l'Spd ha bisogno di molta attenzione. Credo che non ci sia niente di sbagliato nel dire che è bene, in un momento come questo, dividersi il lavoro». Un rimpasto di governo, ha aggiunto più tardi, «non è esclu- so, ma adesso è giusto che ognuno abbia la possibilità di partecipare a un nuovo inizio con disciplina e buona volontà». Franz Miintefering era al settimo cielo, e non ha fatto nulla per nasconderlo: «Non avrei mai pensato che sarebbe arrivato, per me, un momento così febee. Sono un "soldato del partito", saprò fare bene il mio dovere». A chi gli chiedeva se ha dovuto accettare qualche condizione, Muentefering ha risposto con ima battuta: «Condizioni? A parte il Papa, non c'è nessun impegno mighore di onesto!». Anche Schroeder è scoppiato a ridere: «E comunque non sono due ruoli interscambiabili», ha precisato. Battute aparte, ima cosa è certa: Muentefering è un uomo che conosce il partito dal profondo e, allo stesso tempo, è da sempre devoto al cancelhere. Non è escluso, dunque, che riesca davvero a fare da collante tra una base sempre più irrequieta e un cancelhere troppo dominante per essere davvero amato. Salta anche il segretario generale Olaf Scholz, altro fedelissimo di Schroeder, accusato dai suoi di non aver saputo gestire la comunicazione con tutte le correnti del partito nelle difficili fasi di approvazione di «Agenda 2010». Al suo posto si fa il nome di Sigmar Gabriel, anima riformista e volto giovane dell'Spd, reduce da una pesante sconfìtta elettorale in Bassa Sassonia l'anno scorso, ma benvoluto da Schroeder. La nomina definitiva arriverà fra qualche giorno, ma sarà un congresso straordinario indetto per fine marzo a ridisegnare i quadri di un partito bisognoso di molto ordine. L'opposizione, nel frattempo, fa la sua parte e prospetta scenari funesti. «Questo è imbruttissimo giorno per la Repubblica Federale - ha detto la leader della Cdu Angela Merkel -. Chi non è in grado di guidare un partito non può essere in grado di guidare un governo». Anche il leader bavarese Edmund Stoiber ha parlato di «inizio della fine», ma se è vero che nel sondaggio successivo al cambio di vertice l'Spd non ha preso neanche mezzo punto in più, è anche vero che la Cdu non è ancora in grado di accendere l'entusiasmo dei tedeschi, [f. sf.] Sarà sostituito da Franz Muentefering attuale capogruppo al Parlamento, da sempre suo fedele Resta sul tavolo la possibilità di un rimpasto. Stoiber: «Per i rosso-verdi è l'inizio della fine» Il cancelliere Gerhard Schroeder con Franz Muentefering, il nuovo presidente del partito socialdemocratico tedesco

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