Davanti ai giudici la banda degli usurai
Davanti ai giudici la banda degli usurai I CARABINIERI, LA PRIMAVERA DELLO SCORSO ANNO, AVEVANO ARRESTATO I «CRAVATTARI» DELL'ALTO CANAVESE Davanti ai giudici la banda degli usurai Cinque indagati sono stati ammessi al patteggiamento Mauro Revello IVREA Gli inquirenti non hanno dubbi: quella della primavera scorsa è stata una delle più vaste inchieste antiusura mai condotte in Canavese. Cinque arresti in due distinti filoni d'indagine, una trentina di indagati, decine di ((persone offese», un giro di prestiti per milioni di euro: questo il bilancio a conclusione dell'operazione denominata «Vortice», condotta dai carabinieri della Compagnia di Ivrea e che aveva causato un vero e proprio terremoto in alto Canavese. Ora quell'inchiesta arriva nelle aule del palazzo di giustizia eporediese. I legali dei cinque principali indagati hanno presentato le istanze di patteggiamento - alle quali ha dato il proprio consenso il pm Lorenzo Fornace - per i rispettivi assistiti. Quattro di loro dovranno comparire davanti al giudice Marco Tomatore il 1 "marzo prossimo, per saldare il debito con la giustizia. Per il quinto la situazione è più complessa, ed ancora non è stata fissata una data di udienza. Gli imputati, personaggi piutto- sto noti nella zona, sono tutti accusati di usura. Si tratta di Gaetano Falsone, 53 anni, commerciante di Feletto (lo difende l'avvocato Fiore); Achille Berardi, 30 anni, impresario edile di Salassa (avvocato Coda); Quinto Rean Ruffat, 52 anni, commerciante di Cuorgnè (avvocato Ferrerò); infine Cosimo Capece, 47 anni, elettricista di Favria (avvocato Stratta). Saranno questi a presentarsi tra meno di un mese davanti al giudice, per il patteggiamento. Rimane sospesa la procedura giudiziaria per Bruno laria, 38 anni, impresario edile di Cuorgnè (difeso dall'avvocato Terrando): l'ordinanza di custodia cautelare del giugno scorso lo aveva raggiunto quando già era in carcere per ricettazione, e soltanto il mese scorso - dopo aver già patteggiato per la ricettazione ed aver ottenuto gli arresti domiciliari - è tornato dietro le sbarre per il possesso di armi. Al vaglio degli inquirenti ci sono ancora le posizioni dei molti finiti nel registro degli indagati perchè collegati a vari livelli al giro di usura. I carabinieri stanno ancora esaminando le numerose denunce presentate negli ultimi due anni. «Vittime» dei presunti strozzini sarebbero decine di persone, abitanti soprattutto in Canavese, ma anche altrove (Rivoli, Venaria, Genova, persino Parma e Milano). In particolare si tratta di impresari edili in difficoltà, ma non mancano professionisti, pensionati e giocatori d'azzardo. L'inchiesta era scattata nell'ottobre del 2002, con alcune perquisizioni effettuate in alto Canavese ufficialmente per cercare macchinari rubati, ma in realtà mirate proprio a verificare le voci su una possibile attività di usura. I sospetti erano poi risultati fondati, portando a galla una catena di prestiti di denaro con interessi che arrivavano sino al 12 per cento al mese. Nel marzo dello scorso anno i primi arresti: Falsone (che essendo incensurato aveva ottenuto i domiciliari), Berardi e Rean Ruffat. A giugno era poi stata la volta di Capece e laria. Sotto, Bruno tarla, impresario edile Sopra Achille Sotto, Quinto Rean Ruffat, commerciante Sopra, Gaetano Falsone, commerciante Sopra, Achille Berardi, impresario edile
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