Effetto Parmalat sui fondi A picco gli obbligazionari

Effetto Parmalat sui fondi A picco gli obbligazionari SALDO NETTO NEGATIVO PER 1,8 MILIARDI DI EURO. PIAZZA AFFARI PENALIZZA TUTTI I PRINCIPALI GRUPPI Effetto Parmalat sui fondi A picco gli obbligazionari In gennaio una famiglia su tre è fuggita dal risparmio gestito Nextra la più penalizzata, ma Banca Intesa non si preoccupa analisi MILANO LA fuga dai bond colpisce anche il risparmio gestito. In gennaio le famiglie italiane che possiedono quote di fondi di investimento - una su tre, secondo gli ultimi dati - hanno lasciato il comparto dei fondi obbligazionari, che da solo pesa per il 45 per cento del patrimonio totale, puntando in parte sugh azionari. Nel complesso del sistema dei fondi il saldo finale tra i 19,39 miliardi di nuove sottoscrizioni e i 21,22 miliardi di riscatti è negativo per 1,82 miliardi di euro, contro un saldo positivo di 918 milioni lo scorso dicembre. A soffrire di più, dopo il caso Parmalat, sono proprio i fondi che investono in obbligazioni, con un saldo negativo di 2,31 miliardi, seguiti dai fondi di liquidità (-596 milioni) e i bilanciati (-302), mentre gh azionari raccolgono 861 milioni, fondi flessibili 524 milioni. Si avverte l'effetto Parmalat, dunque, ma anche l'effetto Nextra. La Sgr del gruppo Banca Intesa pesa da sola per i quattro quinti del saldo negativo di tutto il sistema, chiudendo il mese con un deflusso netto di sottoscrizioni pari a 1,55 miliardi. Difficile non collegare questo risultato con la forte attenzione che c'è stata nelle ultime settimane su Nextra proprio in relazione al caso Parmalat, e al ruolo della Sgr nella sotioscrizione integrale di un bond di Collecchio da 300 milioni, poi rivenduto. In Banca Intesa, però, non si dicono preoccupati dal dato di gennaio, anche perchè il miliardo e mezzo uscito dai fondi Nextra spiega una portavoce - «sono stati totalmente reinvestiti in altri strumenti» del gruppo Intesa: in particolare «due terzi della somma disinvestita dai fondi sono andati sulle obbligazioni strutturate che di recente abbiamo quotato sul mercato telematico, dotandole anche di prospetto, e l'altro terzo in polizze vita. Si tratta di impieghi diversi per un bisogno di sicurezza diverso». E quanto alle obbhgazioni Parmalat sottoscritte a suo tempo, Nextra ha già fatto sapere che erano state rivendute ottenendo un profitto e che i sottoscrittori dei suoi fondi non hanno avuto nessun danno dall'operazione. Del resto il peso deUe obbligazioni e delle azioni Parmalat nel portafoglio dei fondi italiani è praticamente nullo. Esposizione zero su Collecchio dichiara per l'appunto Nextra, ma anche, ad esempio, il numero uno del risparmio gestito italiano, il Sanpaolo Wealth Management, che nel giugno 2003 ha venduto le pochissime azioni Parmalat (lo 0,0107o del Nav complessivo) che aveva. Una prova di efficienza e di professionalità da parte dei gestori professionali, senza dubbio. Ma anche un'istantanea che contrasta in modo sensibile con le scelte di molte reti bancarie di distribuire ai clienti obbhgazioni Parmalat. Chiudono il mese complessivamente in negativo anche gli altri grandi gruppi del risparmio gestito. Sanpaolo WM, termina gennaio con un saldo negativo nei fondi comuni di 259 milioni e salva il risultato complessivo, con un attivo di 4 milioni, solo grazie all'apporto di altre voci, come le gestioni patrimoniali per la chentela istituzionale e la raccolta assicurativa. E saldi negativi si segnalano anche per altri grandi protagonisti del risparmio gestito, da Unicredit (-301 milioni) a Fineco (-211), da Deutsche Bank (-197)a Bnl(-134). Il saldo negativo del sistema in gennaio è il segno di una crisi strutturale e più profonda? Non la pensa così l'Assogestioni, l'associazione che riunisce tutti i gestori, che per bocca del suo segretario generale Fabio GaUi parla di un saldo negativo «abbastanza fisiologico» e contrappone alla prevalenza di riscatti nell'obbligazionario «l'andamento positivo del comparto azionario, che è un chiaro segno di fiducia e propensione all'investimento di lungo periodo». Però ieri a Piazza Affari le banche hanno ampliato le perdite: con Intesa a -2,82^0, Popolare Lodi -3,25, Capitaha -1,19, Unicredit -1,64, Mps -1,49, San Paolo -1,16, Mediobanca -2,39. «Parmalat è stato una specie di 11 settembre italiano - dice l'amministratore delegato di Sanpaolo WM Marco Mazzucchelli - ma se psicologicamente è stato dirompente, nella sostanza non ha impedito al sistema di tenere». Dopo un periodo in cui terrà ancora la scena una certa emotività dei risparmiatori e in cui gli obbligazionari pagheranno comunque l'effetto dei bassi tassi d'interesse «torneranno in scena le variabili che contano - aggiunge Mazzucchelli - come il dollaro, il ciclo economico, le elezioni statunitensi», [f. man.] I GESTORI CHE HANNO PERSO DI PIÙ' RACCOLTA NETTA GENNAIO 2004 IN MILIONI DI EURO q mm D 0 l UniCredito Italiano TheNewBank Deutsche Bank UNICREDITO - ■«fart^ : sanca intesa ssMXOKmir GRUPPO INTESA SANPAOLO IMI FINECO CAPITALIA DEUTSCHE BANK fÙBHL BNL SARCA ARCA -109,10 CHI SALE E CHI SCENDE RACCOLTA NETTA IN MILIONI DI EURO TOTALE: -1828,1 FONDI AZIONARI FONDI BILANCIATI *861,5 -302,5 FONDI FLESSIBILI 4-524.1 FONDI OBBLIGAZIONARI -2314.9 FONDI LIQUIDITÀ' 569,3 -1551,80 SM

Persone citate: Fabio Gaui, Intesa, Marco Mazzucchelli, Mazzucchelli, Saldo

Luoghi citati: Bnl, Collecchio, Fineco, Milano, San Paolo