Intesa tra le procure, Tanzi presto a Parma di Susanna Marzolla

Intesa tra le procure, Tanzi presto a Parma L'IMPRENDITORE DI NUOVO INTERROGATO PER TRE ORE. A COLLECCHIO RISPUNTA BOCCHI. LA GDF: TONNA? E' LA NOSTRA MIGLIORE FONTE Intesa tra le procure, Tanzi presto a Parma Forse oggi a Borsa chiusa l'annuncio sui banchieri indagati Susanna Marzolla MILANO L'urgenza di terminare alcuni atti dell'inchiesta su Parmalat, la cautela nei confronti del mercato, l'incertezza sulle singole posizioni: per questi tre motivi la procura di Milano ha «rallentato» l'iscrizione sul registro degh indagati di banche e banchieri e ieri nessun nome - né integrale, ne siglato - è stato aggiunto. E' possibile che avvenga oggi: se le cose più urgenti saranno terminate, non prima che la Borsa sia chiusa, e se saranno megho chiarite le responsabilità personah in ciascun istituto di credito. Tra le urgenze c'è stata anche quella di risentire, per la decima volta, Calisto Tanzi. Perché serviva confrontare alcune dichiarazioni e, soprattutto, perché il suo soggiorno a San Vittore dovrebbe essere di breve durata. Non tornerà libero ma sarà semplicemente trasferito a Parma. Un trasloco deciso, stavolta sì «d'amore e d'accordo», tra le procure lombarda ed emiliana: i pm milanesi sono perfettamente coscienti che Tanzi dovrà parlare, a lungo, della bancarotta e sarebbe stato impossibile costringere i colleghi a continue trasferte; i pm parmensi, dal canto loro, hanno lasciato trascorrere alcuni giorni prima di presentare ufficialmente la richiesta (e altri ne passeranno per tutti gh adempimenti tecnici) di modo che a Milano potessero all'occorrenza interrogare ancora Tanzi. Così - mentre Francesco Greco era, per tre ore, a San Vittore - Eugenio Fusco e Carlo Nocerino sono rimasti chiusi in ufficio a completare un'altra urgenza: la «memoria» con cui la procura deve rispondere alla richiesta di alcuni indagati di trasferire tutto a Parma, competente per il reato più grave (associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta e al falso in bilancio). Un atto che va depositato entro oggi. La risposta, scontata, è un no deciso a «spogliarsi» dell'indagine sull'aggiotaggio, di cui Milano rivendica la competenza. E' un atto che va comunque preparato con cura: l'accorpamento delle indagini dove viene contestato il reato maggiore è una prassi consolidata. A meno che l'inchiesta sul reato «minore» sia già in una fase più avanzata e il trasferimento rappresenti quindi una frenata. Al di là delle motivazioni giuridiche, è questa la carta più importante in mano aUaprocura milanese: quando il pg della Cassazione, investito del problema, dovrà pronunciarsi (tra circa un mese) i pm contano di aver già pronta la richiesta di processo con rito immediato. Per questo, sempre con urgenza, devono approntare il nuovo capo di imputazione per i primi 25 indagati. Con tutte queste urgenze, cui si aggiunge un problema di opportunità (meglio che la notizia sulle banche indagate si ufficializzi a mercati azionari chiusi), facile comprendere il rallentamento della «fase due» dell'inchiesta. Mentre non trova per il momento conferme (ma neppure smentite) l'ipotesi che ai banchieri possa venir contestato anche il reato di falso in bilancio degli stessi istituti di credito: perché sono stati iscritti a bilancio dei crediti da Parmalat sopravvalutati rispetto al valore reale, se non palesemente inesigibili. Un'ipotesi di accusa che presuppone la conoscenza del reale stato patrimoniale dell'azienda e che la procura, pur lavorandoci, considera al momento prematura. Ieri intanto è tornato in scena un altro personaggio: Gian- franco Bocchi, l'ex contabile di Parmalat che, malato e demoralizzato, aveva interrotto la sua collaborazione con gli inquirenti. Si è rivisto negli uffici di Collecchio e oggi sarà interrogato dai pm di Milano. A Collecchio è tornato anche Fausto Tonna, definito dalla procura e dalla Guardia di Finanza «la nostra migliore fonte; quello che dice è quasi tutto vero e ci sono riscontri su operazioni intemazionali che vanno oltre le nostre aspettative». E' stato invece smentito che a Parma ci sia un nome criptato sul registro degli indagati, che sono 28 e che contano un solo banchiere. Franco Gorreri. L'ex presidente della Parmalat Calisto Tanzi