Mille posti dì lavoro persi in 10 anni di Giampiero Maggio

Mille posti dì lavoro persi in 10 anni UNA SOLUZIONE PER ARGINARE LA CRISI E' LO SVILUPPO DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE Mille posti dì lavoro persi in 10 anni Indagine Cgil sull'industria nelle Valli Orco e Soana Giampiero Maggio PONT CANAVESE Tute blu addio. La grande industria nelle Valli Orco e Soana ha perso mille posti di lavoro in dieci anni, la maggior parte durante l'ultimo biennio ed è allarme. I dati sono impietosi: la Sandretto, con uno stabilimento anche a Pont, ultima fabbrica in ordine di tempo ad aprire la crisi, ha perso 70 unità nell'arco di quattro anni; più grave ancora la situazione alla Itca di Sparone, passata da 430 a 200 operai. La Mvo, sempre di Sparone, azienda specializzata in produzione di gomma, ha ridotto il personale di 150 unità in un quadriennio. La lista fornita dalla Cgil è lunga, considera fabbriche che nel frattempo hanno chiuso i battenti come la Genisio di Pont e l'Azienda elettrica metropolitana che punterebbe all' automazione tutto a svantaggio della vecchia figura dell'operaio. E il numero totale di perdite di posti di lavoro è di circa mille dipendenti se si raffrontano i dati relativi al 1993. Che fare dunque? «Cercare una sinergia tra amministrazioni comunali, sindacato e associazione industriali è fondamentale» dice Alfredo Ghella della Fiom Cgil. Che poi puntualizza; «Il tenitorio patisce il problema di una rete viaria pessima ma non è solo questo il punto, mancano investimenti seri e iniziativa. La domanda che ora bisogna farsi è se esiste una tenuta dell'industria in montagna». Sull'altro fronte, quello che guarda al settore dello stampaggio a caldo nel triangolo Busano - Rivara - Forno e che anni fa veniva definito la piccola Ruhr, qualcosa si è mosso. Qui la perdita di operai si è patita ma non è stata causata da un calo della produttività; «Le aziende di questo settore hanno investito miliardi di vecchie lire in automazione, la conseguenza - spiegano ancora dal sindacato - è stata una riduzione dei posti di lavoro ma le prospettive non sono drammatiche come nelle Valli Orco e Soana». Sindacati preoccupati ma anche i sindaci, ai quah viene chiesto uno sforzo maggiore per far fronte comune, sollevano preoccupazioni. Dante Barinotto, primo cittadino di Pont ha incontrato pochi giorni fa i vertici della Sandretto per capire se sarà possibile conservare i posti di lavoro: «Servono finanziamenti per salvare la fabbrica, da parte nostra siamo disposti ad intervenire a livello istituzionale, in Regione al Ministero, ma la situazione è drammatica». Racconta, Barinotto, di un'impennata di richieste si assistenza da parte della popolazione: «Sono sem- pre di più le famiglie senza reddito fìsso, ogni giorno c'è chi viene in Comune a chiedere un lavoro o una casa». La formula per arginare la crisi, spiega Marino Coretto Castigliano, presidente della Comunità Montana Valh Orco e Soana, è puntare ad altri settori: la piccola e media impresa e l'agricoltura prima di tutto. «Non a caso - puntualizza - come ente stiamo lavorando attraverso il Gruppo di azione locale, istituito poco tempo fa, per lo sviluppo di piccole aziende. In pochi mesi sono già una decina le persone che si sono proposte per aprire un'attività neUe due vallate». E la Regione sta finanziando nuove figure professionah: una quarantina sono gli addetti introdotti per la pulizia di sentieri e torrenti. Un segno, anche questo, che l'amore tra la grande fabbrica e la montagna è tramontato. La Sandretto di Pont Canavese, una delle ultime fabbriche entrate in crisi

Luoghi citati: Pont Canavese, Ruhr, Sparone