Se l'Università laurea un ambasciatore del gusto di Roberto Fiori

Se l'Università laurea un ambasciatore del gusto A POLLENZO, NEL CUNEESE, IL PRIMO ATENEO AL MONDO DI «SCIENZE DELL'ALIMENTAZIONE» Se l'Università laurea un ambasciatore del gusto Petrini: finalmente la gastronomia potrà uscire dal campo folcloristico Roberto Fiori BRA Se il cibo è cultura, la cultura del cibo ha finalmente trovato una casa dove ordinare e divulgare il suo sapere. Anzi, due. Perché la prima università di scienze gastronomiche nel mondo, voluta dall'associazione Slow Food insieme alle regioni Piemonte ed Emilia Romagna, avrà due sedi: l'agenzia di Pollenzo creata da Carlo Alberto di Savoia a due passi da Era, e la reggia di Maria Luisa d'Austria a Colorno, a dieci chilometri da Parma. Qui lo studio degli alimenti, dell'ambiente in cui nascono, della loro produzione e delle trasformazioni artigianali, industriali, culinarie troveranno una forma organica e di alto profilo. I corsi prenderanno il via il 4 ottobre a Pollenzo, dove si stanno ultimando i lavori di ristrutturazione del \ complesso ottocentesco in cui i Savoia sperimentarono un innovativo centro di ricerca agrario e che ospiterà, insieme all'università e al ristorante «Guido», anche un albergo e la banca del vino. E dove le lingue ufficiali usate da insegnanti e allievi saranno l'italiano e l'inglese. Sono già 350 le domande di preiscrizione inviate da studenti di tutto il mondo - italiani, francesi, spagnoli, tedeschi, statunitensi insieme a giapponesi, brasiliani, libanesi e indiani conquistati dall'idea di apprendere l'alchimia dei gusti e dei sapori. Tra loro, rampolli di grandi produttori e ristoranti, manager d'alberghi, esperti di comunicazione, ma anche diciottenni determinati ad occupare un ruolo di rilievo nel mondo del cibo e delle bevande. «L'alto numero di adesioni è straordinariamente confortante» dice il presidente di Slow Food, Carlo Petrini. «Finalmente avremo la possibilità di dare riconoscimento accademico alla gastronomia, che finora è stata relegata in un campo folcloristico mentre è storicamente una delle componenti importanti delle scienze umane, di quelle agronomiche e di trasformazione delle materie prime, nonché nella vita quotidiana di milioni di persone». Solo sessanta studenti verranno ammessi al primo dei tre anni di base, durante il quale saranno impegnati in materie come Storia dell'alimentazione. Enologia, Storia dell'ambiente e del paesaggio agrario, Valutazione sensoriale. A marzo un test per sondare le motivazioni di ognuno fornirà una prima selezione, in seguito ci sarà una prova di ammissione dalla quale scaturiranno le matricole. In pochi anni assisteremo a un via vai internazionale di ragazzi, sparsi in una sorta di campus diffuso tra Era e Pollenzo e inseriti nella vita culturale della città e della provincia. La retta per accedere a questa università privata che guarda più a Princeton che a Palazzo Nuovo non sarà certo proletaria: 19 mila euro l'anno, che comprendono però il pacchetto chiavi in mano, con vitto, alloggio, sette stage in giro per il mondo, libri e computer portatile personale con schede di connessione a Internet wi-fi. Ma soprattutto consentiranno agli studenti di frequentare le lezioni di alcuni tra i più rinomati personaggi del mondo dell'enogastronomia, dallo storico dell' alimentazione Massimo Montanari al giornalista e scrittore inglese Hugh Johnson, dalla cuoca californiana Alice Waters all'ecoscienziata indiana Vandana Shiva. Futuro rettore e attuale coordinatore didattico è Alberto Capatti, docente all'università di Pavia e direttore della rivista internazionale «Slow». L'università prevede due indirizzi. Il primo a partire sarà dedicato alla Gastronomia vera e propria, il secondo, che verrà attivato successivamente, si occuperà di Agroecologia. Il corso di studi per i futuri gastronomi si articolerà in un triennio di formazione di base e in un biennio di specializzazione suddiviso in due orientamenti: Scienze della comunicazione alimentare gastronomica e Gestione delle imprese di produzione e distribuzione degli alimenti. La sfida è far coesistere l'approccio umanistico con quello scientifico. Gli allievi riceveranno una comprensione socio-culturale degli alimenti, ma anche un orienta¬ mento sensoriale del gusto e della gradevolezza, una consapevolezza dei processi artigianali e industriali, una pratica della cucina e del turismo gastronomico. E non staranno mai fermi. Viaggeranno per seguire ogni anno quattro stage tematici e tre stage territoriali che li porteranno a conoscere i processi produttivi e le materie prime direttamente sul campo. Infine, i centri di Pollenzo e Colorno offriranno corsi di specializzazione, master e seminari intensivi di aggiornamento per coloro che già operano nel settore alimentare. Sono già 3 50 le domande di preiscrizione inviate da studenti di tutto il mondo Fra questi anche rampolli di grandi ristoratori, manager ed esperti di comunicazione I corsi cominceranno in ottobre nello stesso complesso dovei Savoia nell'800 sperimentarono un centro di ricerca agraria Nella retta sono compresi: vitto, alloggio, sette stage all'estero, libri e computer. Fra i docenti anche l'ecoscienziata indiana Vandana Shiva Vittorio Manganelli da mesi lavora per dare una struttura alla nuova sfida lanciata da Slow Food Foto sotto: il luogo della biblioteca Carlo Petrini, presidente di Slow Food ^ 1, ^ |pij^ Alberto Capatti, Il futuro rettore Pollenzo, il paese vicino a Bra dove sta nascendo la prima Università del gusto, visto da un aereo

Luoghi citati: Austria, Bra, Colorno, Emilia Romagna, Parma, Pavia, Piemonte, Pollenzo