Come si diventa nuovo di Maurizio Molinari

Come si diventa nuovo IL DEMOCRATICO JOHN F. KERRY: LA DOLCE VITA A CAPE CODf LA GUERRA IN VIETNAM, LA CORSA PER LA CASA BIANCA Come si diventa nuovo personaggio Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK PREMIATO da cinque Stati su sette nel mini-martedì elettorale, votato da afroamericani e ispanici del Sud come dai bianchi dell'Iowa e del New Hampshire e oramai nelle vesti del candidato da battere nella corsa alla nomination del partito democratico, John F. Kerry conquista terreno nei sondaggi a scapito di George W. Bush per una ragione di fondo: la sua esperienza in politica estera e di difesa rassicura gli americani alle prese con guerra al terrorismo e incertezze dell'economia, lo fa considerare «eleggibile». L'elettorato democratico, disposto a tutto pur di allontanare George W. dalla Casa Bianca, vede nel moderato Kerry l'uomo giusto per rubare voti al centro, lì dove si vince. Strategia elettorale a parte, anche le iniziali hanno il loro valore. Per John Forbes Kerry una delle prime decisioni della campagna elettorale è stata di depennare prudentemente «Forbes» da cartelli, insegne e distintivi per evitare ogni accostamento fra le proprie iniziali e quelle dell'ex presidente John Fitzgerald Kennedy. Ma quando Joe Klein del magazine «New Yorker» gli ha chiesto se l'esempio di Jfk poteva fornire utili lezioni per il presente tentativo di conquistare la Casa Bianca, Kerry ci ha pensato su un giorno e poi ha risposto: «Il romanticismo di Camelot è stato un momento unico nel corso di una vita, tuttavia vi sono alcuni aspetti dell'era Kennedy applicabili anche oggi, come chiedere alle persone di essere parte di qualcosa di più grande di loro stessi e chiedere alla Nazione di fare qualcosa di migliore e più importante». Nell'America del post-11 settembre assediata dal timore di attacchi suicidi, buste di ricina ed esplosioni di «bombe sporche» capaci di contaminare intere città, il non troppo sussurrato richiamo a Kennedy giova a disegnare una forte contrapposizione con Bush. «La speranza contro la rabbia» si leggeva sui cartelli di alcuni fans di Kerry in Arizona. Mostrandosi da un lato serio nel discutere di sicurezza e dall'altro appassionato nel suonare la chitarra o giocare a hockey (come Kennedy faceva con il golf), trasmette la convinzione che si può combattere il terrorismo pur continuando la vita dei tutti giorni. Il paragone con il presidente assassinato a Dallas rincorre Kerry sin dagli anni giovanili, quando i compagni di studi giocavano con le sue iniziali chiamandolo «Just For Kerry» (Solo per Kerry). Poi fu lui a metterci del suo, offrendosi come volontario nello staff di Ted Kennedy nel 1962 e facendo coppia fissa con Janet Auchincloss, sorellastra di Jacqueline. Nella Hammersmith Farm, elegante proprietà a Newport della famiglia Auchincloss, le coppie si incontrarono e capitò ai due Jfk di andare assieme in barca a vela nell'Oceano Atlantico. Nel 1966, tre anni dopo l'assassinio di Dallas, Kerry figura all'Università di Yale nelle liste dei giovani repubblicani, ma quando sceglie di servire la patria in Vietnam - assieme a due amici con i quali condivideva a Yale l'appartenenza alla setta segreta dell'elite anglosassone «Skull and Bones», teschio e ossa - va a finire nella Us Navy, proprio com'era capitato a Kennedy nella Seconda Guerra Mondiale - che fu comandante della corvetta «PT-109», poi affondata dai giapponesi alle Isole Salomone. Per entrambi i Jfk gli episodi di eroismo militare sono legati al comando di un vascello: Kennedy riuscì a condurre in salvo l'equipaggio dopo l'affondamento della sua imbarcazione nelle acque dell'Oceano Pacifico, mentre Kerry il 28 febbraio del 1969 reagì a un attacco vietcong nel Delta del Mekong contro la propria barca-veloce n.94, inseguendo fin sulla spiaggia il guerrigliero che aveva anelato un missile B-40 e ucci- dendolo nello scontro finale faccia a faccia. «Quando si è attaccati dalla costa e si sta in mezzo all'acque si diventa un obiettivo facile, fisso - spiegò in seguito -. Accostando, si riducono le possibilità del nemico». Ma è due anni dopo, nel 1971, allorché il pluridecorato Kerry si presenta a deporre di fronte alla Commissione Esteri del Senato nelle vesti di leader del movimento dei «Veterani contro la guerra» che il richiamo a Kennedy diventa aperto, palese quando ne copia l'accento, fa- cendo propri alcuni suoi modi di dire. Senza celare il fatto che quella deposizione era stata rivista e corretta assieme ad Adam Walinsky, il collaboratore cui Robert Kennedy aveva affidato la redazione dei suoi discorsi. Tra similitudini e sovrapposizioni, fra i due Jfk c'è anche il fatto che entrambi sono cattolici (anche se il nonno di Kerry, Fritz Kohn, era un ebreo austriaco convertitosi nel 1902) ed entrambi nascono come politici nello Stato del Massachusetts: Kennedy nelle vesti di deputato dell'XI distretto, Kerry come vice del governatore Michael Dukakis nel 1981 e tre anni dopo come senatore, da allora sempre al fianco - sui banchi di Capitol Hill - dell'altro senatore dello Stato, Ted Kennedy. Diversa invece è l'origine sociale, perché se i Kennedy appartenevano per diritto all'elite bianca e anglosassone del New England, altrettanto non si può dire dei pur abbienti Kerry, arrivati da Denver, Colorado, spacciando per irlandese la provenienza austriaca. E diversa è la figura della First Lady: Teresa Heinz Kerry non ha il fascino Jacqueline ma possiede la grinta della lusitana nata in una fattoria del Mozambico, dove apprese tanto a vivere nella savana quanto a opporsi al regime delì'apar- theid. Ma forse ciò che più distingue J. F. Kerry dall'icona liberal per eccellenza è il fatto che nei diciannove anni passati al Senato si è comportato assai spesso da conservatore, facendo quadrato con repubblicani e colleghi assai moderati anziché con la sinistra radicai di Ted Kennedy. Come avvenne nel 1985, quando sposò le rigide proposte fiscali del collega di partito Fritz Hollings, o in occasione del voto favorevole alla guerra contro Saddam Hussein, fino all'essersi pronunciato, poche settimane fa, in favore dell'aumento di quarantamila unità degli effettivi delle forze armate: una proposta dai costi economici tali che neanche il Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld r;nora ha voluto farla propria. Kerry vuole due divisioni in più perché, come ha detto durante un recente comizio, i nuovi compiti della guerra al terrorismo «lo rendono necessario». E forse perché non immagina un veloce ritiro dall' Iraq. L'unica eccezione in questo curriculum è il voto che diede nel 1991 contro la Guerra del Golfo per la liberazione del Kuwait. Altrimenti il suo via libera non è mancato a nessun altro conflitto recente: da Grenada nel 1983 a Panama nel 1989, dalla Somalia nel 1992 al Kosovo nel 1999, dall'Afghanistan nel 2001 alla guerra su più fronti contro il terrorismo a proposito della quale suole ripetere «certo che possiamo usare la forza militare, ma se sarò presidente andremo in guerra perché dobbiamo e certo non perché vogliamo farlo». Ted Kennedy, sceso in campo con entusiasmo al suo fianco sin dalla prima notte elettorale in lowa, così descrive Kerry: «Viene da una grande tradizione di uomini del Massachusetts alla quale appartengono i senatori Henry Cabot Lodge e Leverett Salstonstall». Entrambi erano fedeli, combattivi repubblicani. Le prossime primarie diranno se i democratici affideranno di nuovo le loro sorti a un Jfk: di mezzo ci sono elezioni in 21 Stati in appena quattro settimane, condite dalla determinazione dei concorrenti Howard Dean, John Edwards e Wesley Clark a non gettare la spugna. Quando era giovane i suoi compagni giocavano con le sue iniziali e lui si offrì volontario per Ted Faceva coppia con la sorellastra di Jacqueline Entrambi sono cattolici e nascono come politici nello Stato del Massachusetts E tutti e due sono stati protagonisti di episodi eroici in guerra Eppure durante i 19 anni passati al Senato si è comportato spesso da conservatore facendo quadrato con i repubblicani e i democratici conservatori A sei anni in barca a vela bordeggiando al largo di Cape Cod, Massachusetts. John Kerry, nato 1' 11 dicembre 1943 all'ospedale militare di Denver, Colorado, dove il padre - il diplomatico Richard Kerry - era ricoverato, è cresciuto tra i Wasp del New England: ricco, cattolico (con radici ebraiche), colto, idealista, sportivo Decorata con la Silver Star per le sue gesta al comando di una motovedetta nel delta del Mekong. In Vietnam si guadagna altre quattro onorificenze: Bronze Star al valore e tre Purple Heart per le ferite m.s' Quando giocava a hockey al liceo, Kerry era considerato un solista: se conquistava il pallino, lo teneva fino in porta. Adesso scende in campo con i campioni per far vedere che è in perfetta salute A 27 anni ha già una prima vita alle spalle: laureato a Yale, volontario in Vietnam, dove si è guadagnato cinque medaglie al valor militare. Ma, in una memorabile manifestazione pacifista contro la politica di Nixon, se le è strappate dall'uniforme. E in questo talk show del '71 su Abc parla contro la guerra a nome dei veterani pacifisti L'ufficiale John Kerry gioca con un cucciolo sul ponte della sua motovedetta di pattuglia lungo II Mekong, nel febbraio 1968. Tornato a casa, bollerà davanti al Senato la guerra in Vietnam come «sbagliata», sarà il fondatore e portavoce dell'Associazione Veterani, e nel 1972 entrerà al Congresso. Memore di quella tragica guerra, nel 1991 votò contro l'uso della forza nei confronti di Saddam Hussein Una serata mondana con Jackie Kennedy, amica di gioventù: Kerry ne aveva corteggiato la sorellastra. Il legame con il clan è un forte atout elettorale, ma Kerry ha rinunciato a esibire il troppo evocativo JFK lasciando cadere il cognome della madre, l'ereditiera Rosemary Forbes. Kerry si è sposato due volte e ha due figlie di primo letto. La sua seconda moglie è la vedova del re del ketchup. Teresa Heinz