Parmalat si strìnge il cerchio attorno alle banche di Susanna Marzolla

Parmalat si strìnge il cerchio attorno alle banche L'ACCUSA: AVER AGEVOLATO L'AGGIOTAGGIO. I PM LOMBARDI VOGLIONO PERO' TENERE NASCOSTE TUTTE LE IDENTITÀ' Parmalat si strìnge il cerchio attorno alle banche Villano prepara nuovi avvisi. A Parma indagati a quota 21, un nome è criptato Susanna Marzolla MILANO Dopo tanti annunci, pare che oggi sia proprio il giorno delle banche: i nomi degli istituti di credito e dei singoli dirigenti sospettati di aver tenuto una «condotta agevolatrice dell'aggiotaggio» verrano finalmente iscritti sul registro degli indagati. Ma con una cautela in più: perchè siano proprio segreti-segreti non si scriveranno per intero, ma solo con le iniziali. Teoricamente il registro non è pubblico e nessun estraneo dovrebbe prenderne visione, però in procura non vogliono correre rischi. Indiscrezioni incontrollate potrebbero infatti sia danneggiare l'inchiesta, sia inquinare in qualche modo il mercato. E sulle banche sta indagando pure Parma dove gli indagati per associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta sono saliti a quota 21 e anche qui è spuntato un nome criptato. La conferma del nuovo filone di indagine arriva in serata quando Fausto Tonna finisce, dopo oltre cinque ore, il suo interrogatorio: «Sì, si è parlato di rapporti con le banche - dice il suo avvocato, Oreste Dominioni - ma soprattutto si è discusso del lavoro svolto con i consulenti tecnici». E proprio per poter esaminare con calma i documenti trovati a Collecchio, l'interrogatorio si è svolto in procura anziché in carcere. «Con pazienza - dice ancora Dominioni - si sta cercan¬ do di ricostruire tutta la vicenda». Nessuno si illude che non ci voglia tempo per ricostruire una bancarotta da 14 miliardi di euro, ma appena emerge dalle carte qualche indizio ci si muove. Così ieri i magistrati milanesi hanno cominciato a preparare una richiesta di rogatoria verso «un paese europeo»: si vuole avere in tempi rapidi una risposta a quella che, allo stato, è solo un'intuizione investigativa e che, se fosse azzeccata, potrebbe rivelarsi «importantissima». Del resto che tutto il comparto estero di Parmalat abbia avuto un ruolo chiave nello scandalo, emerge ogni giorno più nettamente. Ieri il pubblico ministero della Confederazione Svizzera ha annunciato ufficialmente di aver avviato, da gennaio, indagini per riciclaggio che «interessano essenzialmente quattro cittadini italiani»: sono stati bloccati alcuni conti correnti, anche sulla base di segnalazioni inviate al Mros (l'ufficio comunicazioni in materia di riciclaggio) a cui tutte le banche devono comunicare i «casi sospetti». E avevano tutte sede all'estero anche le sette società dichiarate insolventi dal tribunale civile di Parma: cinque olandesi e due lussemburghesi, tutte «create al solo e precipuo fine di reperire fondi ed emettere finanziamenti attraverso l'emissione di prestiti obbligazionari, a beneficio esclusivo del gruppo Parmalat». Cosi ha scritto il commissario straor¬ dinario Enrico Pondi, così hanno sancito i giudici del tribunale. Due di queste società - Parmalat Netherland Bv e Parmalat Finance corporation Bv - hanno in tutto debiti per oltre 45 milioni di euro (a fronte di neppure dieci miliardi di liquidità) ma soprattutto «vantano» crediti infragruppo per 7,3 miliardi: il loro compito era infatti quello di mascherare i buchi di bilancio. Di estero si è parlato anche in procura a Milano, dove sono arrivati funzionari dell'Ufficio italiano cambi, con una grossa scatola di carte da esaminare. Dalla Consob sono arrivati invece i documenti chiesti per ricostruire l'andamento del titolo, in particolare tutti i comunicati emessi (da Parmalat e non solo) nel periodo immediatamente precedente il crack. Lavoro intenso e quindi clima piuttoso teso, acuito ieri dal diffondersi di un voce che dava Calisto Tanzi suicida in carcere. Nulla di vero, ovviamente, e smentita immediata: ma il «boato» ha continuato a diffondersi; proprio mentre il legale di Tanzi, Fabio Belloni, annunciava di volersi incontrare con i pm per concordare un interrogatorio che si annuncia «molto complesso». Una voce incontrollata, nata casualmente, o una voce controllatissima, da qualcuno che ha interesse a creare allarmi? In procura vogliono vederci chiaro e per questo sul «falso suicidio» sono pronti anche ad aprire un'inchiesta. Giallo sulle voci di un suicidio in carcere di Calisto Tanzi La Procura valuta se aprire un fascicolo sulla diffusione di notizie false In Svizzera indagine per riciclaggio, sequestrati alcuni conti correnti

Persone citate: Calisto Tanzi, Dominioni, Enrico Pondi, Fabio Belloni, Fausto Tonna, Oreste Dominioni, Tanzi

Luoghi citati: Collecchio, Confederazione Svizzera, Milano, Parma, Parmalat