Non aveva truffato gli aspiranti attori

Non aveva truffato gli aspiranti attori L'IMPUTATO: «NON HO MAI ASSICURATO IL SUCCESSO. VENDEVO SOLO LO SPAZIO NELLE TELEVISIONI» Non aveva truffato gli aspiranti attori E' assolto, dopo sette anni, un impresario di Collegno Impiegati, operai, casalinghe, studentesse e persino un funzionario di banca. In tanti avevano Drovato nell'autunno '97 a reaizzare i loro sogni: fare l'attore, diventare un divo della tv, un cantante di successo, o anche un comico. E in tanti si erano iscritti alla «Doge Communication» di Francesco Cascone, con sede a Collegno, in via Crimea 27, che prometteva la partecipazione ad un film per la tv e assicurava spazi televisivi su emittenti locali. Nessuno ha poi sfondato nel mondo dorato del cinema o della canzone e allora sono partite le denunce: «Siamo stati truffati, ci aveva assicurato che il film sarebbe stato trasmesso in televisione, che il successo era assicurato». E Francesco Cascone, amministratore e capo della «Doge Communication» è finito sotto processo assieme ad alcuni impiegati e collaboratori. Ieri, a sette anni dall'inizio dell'inchiesta la vicenda giudiziaria (ormai vicina alla prescrizione) si è chiusa con l'assoluzione per Cascone, assistito dall'avvocato Salvo Lo Greco. «Io non ho mai illuso nessuno - ha sempre sostenuto l'imputato - Non ho mai assicurato il successo. Vendevo solo lo spazio in tv, dove loro potevano fare quello che volevano». A presentare denuncia erano stati in 14. Tutti mancati divi. attori senza futuro. Cascone, che il successo l'aveva raggiunto davvero, aveva allora un programma su una tv locale «Ci provino anch'io». Chi aveva sogni di gloria pagava tre milioni e mezzo di vecchie lire e otteneva in cambio 5 minuti in trasmissio¬ ne tutti per sé. Poteva cantare, recitare, raccontare barzellette, aveva uno spazio per mettersi in mostra. «Io ho preso parte ad un film girato dalle parti di Avigliana - raccontò un attore mancato in aula - Facevo la parte di uno che consegnava il riscatto per un sequestro ad un boss mafioso. Ma il film non è mai stato trasmesso da nessuna tv». E un tipo piccolino e magro: «Io volevo fare lo spogliarellista. Ho pagato più di tre milioni ma non é successo nulla». E venne in aula persino una mamma che aveva firmato per la figlia minorenne: «Volevo che facesse strada nel mondo dello spettacolo». A novembre del '97, dopo le denunce, il pm Rinaudo ordinò un blitz della polizia negli studi della «Doge» a Collegno. Riprese bloccate, società in crisi e poi fallita: «E' stata la mia rovina ha sempre sostenuto Cascone sono vittima di un'ingiustizia. Chi firmava il contratto per il film o i cinque minuti di spazio tutto per sé, sapeva benissimo che io non potevo garantire il successo». [n.pie.]

Persone citate: Cascone, Francesco Cascone, Rinaudo, Salvo Lo Greco

Luoghi citati: Avigliana, Collegno