Storie e drammi al femminile dietro le sbarre

Storie e drammi al femminile dietro le sbarre UN LAVORO DEDICATO A DETENUTE CHE «VIVONO IN UNA QUOTIDIANITÀ TRISTE E DISPERATA» Storie e drammi al femminile dietro le sbarre Diventa un libro l'attività della coordinatrice nell'equipe terapeutica alle Vallette Sofia, eroinomane ed alcolizzata, che nei sogni vomita sangue; Tania perennemente in fuga per il divampare caotico di amori improbabili con compagni tossicomani; Margherita drogata, prostituta e barbona; Gloria che tante volte ha rischiato di morire di overdose; Alba, latitante, che si costituisce una sera, in piazza Carlina: ha appena avuto dal pusher la coca ed è sporca, dolorante, distrutta sotto la pioggia. Sono voci e storie di donne dal carcere delle Vallette. Storie di dolore e abbrutimento in personalità a pezzi, ma anche di faticosi percorsi di redenzione all'interno della Comunità Arcobaleno. Le racconta Rosanna Rutighano in un libro fresco di stampa da Franco Angeli, «La donna dei sogni», dedicato a detenute che «pur nella marginalità, in una quotidianità triste e disperata», riescono a «recuperare risorse risanatrici, ad acett^e e a comprendere il passato, e;, .comporrel'esistenza». L'autrice, psicologa e psicoterapeuta, dopo alcuni anni di lavoro nell'Arcobaleno è oggi (dopo lo stop legato alla nascita del Sert) coordinatrice dell'equipe terapeutica impegnata in carcere sul «primo livello», preparatorio alla comunità. Alle Vallette, negli anni, ha incontrato un centinaio di donne accomunate da storie di tossicodipendenza. Ma- dri e mogli abusate, «i cui figli sono quasi sempre in adozione o affidamento, e i cui padri e mariti sono violenti, spesso delinquenti e tossicomani. Quasi tutte uniscono alla droga la prostituzione. Se la pena è inferiore a 4 anni, possono sceghere la comunità. Sfilano nel libro figure femminUi come Margherita, che «dormiva sotto i ponti ed elemosinava parole di conforto da una suora». Durante una seduta di psicodramma emerge un suo ricordo: «Mi fa bene parlare con lei, suora. Ma lei è cosi perfetta. Non può immaginare che vita faccio. Mi vergogno». Sofia era «vittima dell'arbitrio di un padre alcolista, violento e taciturno». La madre, racconta Rutigliano, «a un certo punto fuggì dal marito portandosi appresso Sofia, che aveva 5 anni e costrinse a vivere di nascosto, nella paura d'essere scoperta dal marito. Alla fine la madre cedette anche Sofia al coniuge». Sofia finì in collegio con gli altri fratelli. Da adulta, si stordiva di alcol e di eroina passando intere settimane chiusa in casa, in preda alla depressione. In Comunità, con l'aiuto degli operatori, degli psicologi e delle com- pagne di detenzione, per queste donne inizia un cammino nuovo. Un percorso iniziatico (il sottotitolo del libro è «La comunità femminile come via iniziatica») aiutato dal rapporto da sorelle fra detenute. Una relazione tra donne che convivono in un piccolo spazio fatta di scambi di esperienze, di confidenze e amicizia anche durante le attività di cucito, pittura e lavoro a maglia, «Momenti informali che le donne da sempre riservano allo scambio, alla relazione per rincuorarsi ed affrontare le difficoltà». «Le donne hanno imparato da sempre a farsi coraggio, a mobihtare le forze necessarie per far fronte a realtà scomode, educandosi a esprimere sentimenti anche penosi, a non nasconderli per non subire più alcun martirio, ma ad imparare dall'esperienza che alla notte segue il giorno». Il libro (parte dei proventi andrà a una onlus che lavora sul disagio femminile) sarà presentato in diverse città. A Torino il 20 marzo, con Livia Turco e il direttore dei carcere Pietro Buffa. [g. fav.] Rosanna Rutigllano Alle Vallette, negli anni, l'autrice ha incontrato un centinaio di donne accomunate da storie di tossicodipendenza ed emarginazione

Persone citate: Franco Angeli, Livia Turco, Pietro Buffa, Rosanna Rutighano

Luoghi citati: Sofia, Torino