«Bene la flessibilità, ma limitiamo i danni»

«Bene la flessibilità, ma limitiamo i danni» LAICI E CATTOLICI, NON CI SONO DIFFERENZE «Bene la flessibilità, ma limitiamo i danni» Valetto: per un giovane è difficile riuscire a crearsi una famiglia reazioni SI lavora il sabato, si lavora la domenica, si lavora la notte e per la famigha si Umano le opportunità di incontro. E' questa la più acuta preoccupazione di Cornelio Valetto - il decano degli imprenditori cattolici torinesi e fondatore del gruppo Saiag - che nell'espandersi dei tempi di lavoro vede ur attentato a quello che, nella sua coscienza di cristiano, è U nucleo più importante della società. Perchè sul resto, sugli scandah Parmalat e non solo, è netto: «E' gravissimo, ma io non giudico». E nell'alveo della stessa riflessione sugli effetti del lavoro sulla famigha c'è anche la contrarietà alla flessibilità. Ragiona: «Ma come fa un giovane di 25 anni a pensare di mettere su una famiglia se non ha certezze nel lavoro e nel futuro? Alla fine non si sposano neppure più. Sono molto critico con queste forme di assunzioni flessibih». Quello degli orari e del lavoro precario è solo uno dei nodi che tormentano l'anziano imprenditore; ovviamente il vento della globalizzazione è soffiato impetuoso anche sul suo gruppo industriale che ha stabilimenti, oltreché in Europa, in Cina, Brasile, Russia. Per evitare i rischi di incappare in un subfomitore che utilizza lavoro minorile Valetto ha fatto una scelta drastica: «Cerco di fare a meno del subappalto perchè controllare è difficilissimo e l'idea della clausola sociale è ancora un'utopia». Su questo tema ha una proposta Riccardo Ghidella - direttore della Fenice spa e della Fisiateletron oltreché vicepresidente dell'Ucid, l'associazione che organizza gli imprenditori cattolici - sicuramente innovativa: «Adesso la certificazione cosiddetta etica, la S8000, è solo un bollino blu. Sono le certificazione di quabtà, quelle così ambite dalle imprese, che dovrebbero andare a vedere dove e come si sono realizzati i prodotti». Ritiene che il caso Parmalat sia stato «un ceffone violento in faccia alla credibilità dell'Italia, la sesta o settima potenza industriale del mondo», ma sull'etica deU'impresa è netto. Dice: «Nessuno parlerebbe di etica di un condominio, ovviamente si parla di etica di ciascun condomino. Lo stesso vale per le imprese: sono gli imprenditori e i manager a fare le scelte e per me l'essere cattolico è stato un aiuto: ho riferimenti e certezze. So che la centralità è queUa della persona». Ma a porsi il problema della compatibilità tra etica e impresa non sono solo gli imprenditori cattolici. Sergio Rodda, amministratore delegato della Globus, sorride: «Ma, credo che uno l'etica o ce l'ha o non ce l'ha che sia cattolico, protestante o musulmano. Nessuno di noi, salvo qualche pazzo, è contento di licenziare o non si pone l'obiettivo di guadagnare, investire e creare posti dilaverò». Racconta: «Avevo una piccohssima impresa, l'ho dovuta chiudere, ho sistemato tutti gli otto dipendenti. All'estero non uso fornitori o subappaltatori che non mi diano garanzie di non utilizzo del lavoro minorile ». SuUa flessibilità non dà un giudizio «politico», ma dice: «Ci sono casi in cui capisco che quel giovane che ho di fronte e a cui propongo un tempo determinato non ce la farà a trovare casa e magari a sposarsi e allora, se posso, lo assumo a tempo indeterminato». E Alberto Tazzetti, fondatore della Lavoro e Previdenza, che su questi temi riflette da anni, spesso anche un po' fuori dal coro, dice: «Preferisco l'etica protestante a queUa cattolica; è più rigida e mantiene inalterati i principi che non vengono superati dalle mode». Tazzetti riflette in particolare sulla globalizzazione nel cui processo le imprese sono investite da importanti responsabUità verso le popolazioni del Sud del mondo. Aggiunge: «E' la sfida del capitalismo di oggi; le imprese devono far crescere lo sviluppo economico, e non i divari come è accaduto, e insieme i diritti.» Aggiunge con una certa amarezza: «Non sono gli eserciti che portano la democrazia e peraltro solo in certi paesi, quelli meno affini a noi. I valori si esportano con il libero mercato». [m.cas.J Riccardo Ghidella «Sono gli imprenditori e i manager a fare le scelte e per me l'essere cattolico è stato un aiuto: ho riferimenti e certezze, so che la centralità è la persona» \ Cornelio Valetto il decano degli imprenditori cattolici torinesi efondatore del gruppo industriale Saiag Sergio Rodda BURGC Alberto Tazzetti

Luoghi citati: Brasile, Cina, Europa, Italia, Russia