Vanno in onda Sportitalia e D-Free

Vanno in onda Sportitalia e D-Free I NUOVI CANALI ITALIANI DEL FINANZIERE TARAK BEN AMMAR E DI TF1 Vanno in onda Sportitalia e D-Free MILANO Prende il via il progetto televisivo italiano lanciato da Tarak Ben Ammar e dai francesi di Tf 1 attraverso due reti: la prima su scala nazionale, in chiaro e sportiva, che si chiama Sportitalia, trasmetterà a partire dal 6 febbraio; la seconda, attraverso la modalità multiplex digitale terrestre denominato D-Free, sarà operativa dalla fine del mese con quattro canali televisivi. L'iniziativa, ha spiegato il finanziere franco-tunisino, «non vuole assolutamente fare concorrenza a Sky di Murdoch, visto che siamo molto più piccoli», e ha preso corpo grazie alla cessione per 112 milioni di euro di due frequenze della ex-Telepiù (ora Sky) di cui sono titolari Europa Tv e Prima Tv, controllate da Ben Ammar al 510Zo e al 490Zo da Tfl. Insomma, un'occasione di investimento anche in vista delle opportunità offerte dal digitale terrestre, dove, ha riferito il presidente di Tfl, Patrick Le Lay, «il settore in Italia è in fase più avanzata che in Francia». E, in ogni caso, non c'è alcun impatto sul progetto del Ddl Gasparri, in discussione alle Camere. «Anzi - ha detto Ben Ammar - c'è una coincidenza tra la nostra presentazione e la proposta di riordino del settore radio-televisivo». Per D-Free, per la quale é prevista gradualmente l'interattività, il break-even è pressoché raggiunto, ha sottolineato Ben Ammar, grazie al noleggio dei canali di trasmissione a Canale 5, Italia 1, Lei (canale di informazioni di Tfl in francese) e la stessa Sportitalia. È in fase di negoziazione, invece, la scelta di una quinta emittente. La copertura territoriale è prevista del 75,70Zo, di cui «digitalizzato e già operativo il 51,7DZo che salirà al 700Zo in estate», ha spiegato Angelo Codignoni, presidente di Eurosport, controllata al 1000Zo da Tfl. Quanto a Sportitalia (copertura territoriale all'810Zo) l'obiettivo del pareggio di bilancio è in gran parte legato alla raccolta pubblicitaria, curata dalla concessionaria Radio e Reti, «stimata in una ventina di milioni» per uno share dell'l0Zo. Gli investimenti a regime sono di 25-30 milioni di euro annui a regime. L'investimento di Tfl è di una cinquantina di milioni e di 60 milioni per Ben Ammar, di cui un terzo «attraverso capitale e per la parte residua con prestito erogato da banche tra e quali Interbanca». Ben Ammar ha ricordato il suo legame con l'Italia («l'unico paese che apre le migliori istituti agli investimenti stranieri come Mediobanca») iniziato 47 anni fa, i suoi rapporti di collaborazione con la Rai e con la Mediaset di Silvio Berlusconi («un amico che conosco da 20 anni e per noi, come per voi, l'amicizia é sacra») per la quale ha portato investitori intemazionali come «Al-Waleed, Lehman Brothers, Abn Amro e i fondi arah'». Ruolo non molto differente avuto anche per lo sviluppo di Rai International, avvenuto «grazie a capitali sauditi che io ho portato». [r.m.]

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