Pacchi bomba, fermato un anarchico cagliaritano

Pacchi bomba, fermato un anarchico cagliaritano IL VENTICINQUENNE SAREBBE UN ELEMENTO DI SPICCO DELL'«ASAI» Pacchi bomba, fermato un anarchico cagliaritano Gli 007: attendeva l'arrivo di Ciampi per compiere un clamoroso attentato dall'inviato a CAGLIARI Palazzo di Giustizia di Cagliari, lunedì sera, a poche ore dall'arrivo del Capo dello Stato all'aeroporto cittadino di Elmas. Il pm Paolo De Angelis è chiuso nel suo ufficio. I carabinieri del Ros, sabato scorso, gli avevano portato il loro ultimo rapporto con allegate le «risultanze» del lavoro del Ris, la Scientifica dell'Arma. «Bisogna agire subito», era stata la richiesta del Ros al magistrato. Il pm De Angelis, dopo aver letto gli atti, decide di accogliere l'invito degli investigatori e procedere sottoscrivendo un provvedimento urgente di fermo nei confronti del «sospettato», Luca Farris, un giovane che vive ad Assemini, alle porte di Cagliari, venticinque anni a luglio, che fa il «traghettatore» e che - sono convinti gli investigatori - fa parte dell' Asai, l'Anonima sarda anarchici insurrezionalisti, la sigla eversiva che ha rivendicato diversi attentati. Scrive il sostituto procuratore De Angelis, nelle ultime pagine del provvedimento: «Le frasi di oltraggio e minaccia al Presidente della Repubblica, diretto destinatario del pacco bomba indirizzato al Comune di Elmas, lasciano presagire che Farris attenda l'arrivo del Presidente, previsto per la mattina di domani 3 febbraio, per dare luogo a qualche clamoroso attentato. Ciò rende necessaria ed urgente la restrizione della sua libertà personale». Con il provvedimento di fermo in mano, i carabinieri, intorno a mezzanotte bloccano a casa, dove viveva con i suoi genitori. Luca Farris. Il primo commento della madre sarebbe stato: «Avevo capito.... me l'aspettavo...... La perquisizione, con il ritrovamento di simboli, magliette, documentazione anarchica, va avanti per diverse ore. Il ragazzo annuncia ai carabinieri la volontà di spiegare, precisare, raccontare. Poi, alle cinque del mattino, viene trasferito in carcere. Il suo avvocato, che lo ha incontrato ieri pomeriggio, lo ha trovato «frastornato», non in condizione di «valutare» gli elemen- ti di accusa nei suoi confronti riportati nel provvedimento di fermo. Luca Farris si dichiara «anarchico», conferma il legale che precisa però che il suo assistito non «ha rapporti» con altri anarchici cagliaritani. Stamani, quando sarà interrogato, si capirà se l^indiziato» intende collaborare davvero. L «anarchico» Farris era tenuto sotto «osservazione» da diverso tempo e più di un elemento lo indicava come «partecipe, con compiti e mansioni di natura esecutiva ed attuativa», degli attentati (e delle azioni dimostrative) rivendicati dalla sigla eversiva Asai, compreso la lettera «con ordigno, sebbene non idoneo ad esplodere» - spedita a casa Prodi, a Bologna, il 12 gennaio scorso. L'iniziativa bolognese seguiva di qualche giorno la spedizione dei pacchi incendiari nei confronti dei vertici delle istituzioni europee rivendicata dalla Federazione anarchica informale, la Fai. Nell'azione emulativa dell'Asai, il pm cagliaritano De Angelis ha visto «il segnale che Asai intende proporsi e accettare il segnale proveniente da altra organizzazione (la Fai, ndr) con l'evidente intento di federarsi e di unire le forze nella comune azione sovversiva». Tra giovedì e venerdì la situazione, però, è precipitata. Giovedì sera, «alle 21,22», «Farris parcheggiava la SLia auto di fronte all'ufficio postale della via Sulcitana di Elmas, scendeva dall'auto e, pur non osservato direttamente dalla p.g., effettuava un' operazione per poi ripartire, circostanza che induceva il Ros a ritenere che il Farris avesse imbucato qualcosa nella cassetta delle lettere pertinente l'ufficio postale». La mattina dopo, venerdì, i carabinieri vanno all'ufficio postale di Elmas e sequestrano «un plico affrancato con posta prioritaria, recante quale destinatario "Municipio di Elmas. Signor Pinuccio Colin" (il sindaco, ndr)». All'interno di una custodia per cassette Vhs, «veniva rinvenuto un ordigno di fabbricazione artigianale costituito da 10 petardi raggruppati in un gruppo di 4 e due gruppi di 3 nastrati tra loro; 2 accendini Bic, striscia abrasiva tipo scatola di fiammiferi, il tutto confezionato in modo da determinare l'accensione dei petardi e l'esplosione del gas contenuto negli accendini qualora l'apertura fosse avvenuta secondo i normali criteri di apertura dei plichi». All'interno del plico, i carabinieri trovano un foglio di carta: «X il nostro amato sindaco Pinuccio Collu e per il nostro carissimo presidente C.A. Ciampi. I bambini della scuola elementare di via Arma Azzurra». Sempre venerdì scorso, i carabinieri che lo controllano si rendono conto che Farris si è di nuovo fermato - «ore 20,22» - davanti all'ufficio postale «della via Sulcitana di Elmas». Stessa trafila: gli uomini del Ros sequestrano una lettera «con un esplicito testo di rivendicazione dell'ordigno inviato il giorno 29 gennaio 2004, con frasi di minaccia e anche di vilipendio nei confronti del Presidente della Repubblica, come detto codestinatario del plico esplosivo». L'epilogo, ieri mattina, con il fermo di Farris. Un primo tassello sembra incasellarsi al suo posto. Ma sul palcoscenico dell'eversione sarda, ben altri sono gli attori protagonisti. Per il momento, ancora sagome senza volti. [g. ruo.l Luca Farris, il giovane fermato Ieri PER SAPERNE DI PIÙ' CHE COSE LAS Al? E' una sigla comparsa di recente nel panorama terroristico italiano, ha fatto ii suo «esordio» nel corso del 2003. E' l'acronimo di «Anonima Sarda Anarchici Insurrezionalisti». QUALI SONO I SUOI OBIETTIVI? Secondo gli inquirenti che finora se ne sono occupati è una «associazione eversiva con finalità di terrorismo e di eversione dell'ordine democratico». DOVE OPERA? Soprattutto in Sardegna. Sono ormai decine gli «atti dimostrativi», attentati incendiari o con esplosivo, attribuiti all'Asai nell'isola. In particolare ha «firmato», lo scorso anno, oltre a quello contro un ufficio della Provincia, diversi attentati incendiari a distributori di benzina nel cagliaritano, un attentato al municipio di Decimomannu, altri due contro una banca a Pula e una sede delle poste a Sarroch. Tra lealtre azioni eversive una bomba alla stazione ferroviaria di Villasor, un ordigno contro un uffici di lavoro interinale a Cagliari, un attentato incendiario contro una chiesa ad Assemini. Presa di mira, sempre ad Assemini, anche la sede dei vigili urbani. QUALI «CONTATTI» ESTERNI HA? L'Asai ha annunciato il «gemellaggio» prima (19 dicembre, attentato al bancomat della Banca di Sassari a Pula) con il Movimento Anarchico proletario sardo (Maps) e poi (12 gennaio, attentato incendiario a distributore carburante a Decimomannu) con la Federazioneanarchica informale (Fai). OPERA ANCHE FUORI DALL'ISOLA? L'Asai si è proposta nello scenario europeo «esordendo» con l'invio, il 12 gennaio scorso, della busta incendiaria destinata a Romano Prodi. I carabinieri non escludono che possano esserci collegamenti anche con le buste esplosive spedite ad altre autorità politiche a Bruxelles.