Montezemolo ha già il 70% dei voti di Roberto Ippolito

Montezemolo ha già il 70% dei voti OLTRE 60 ASSOCIAZIONI TERRITORIALI DI CONFINDUSTRIA SOSTENGONO IL NUMERO UNO FERRARI Montezemolo ha già il 70% dei voti Tognana presenta il programma Roberto Ippolito ROMA C'è già un numero: il 70 per cento dei voti assembleari è a favore del presidente della Ferrari Luca Corderò di Montezemolo. E c'è già un programma: quello preparato dall'imprenditore trevigiano Nicola Tognana. La lunga procedura per la scelta del successore di Antonio D'Amato alla presidenza della Confindustria è movimentata dall'affollata riunione svoltasi a Brescia dei sostenitori di Montezemolo e dall'iniziativa di Tognana, vicepresidente in carica, nello stesso giorno in cui i tre saggi (Emesto Illy, Luigi Attanasio e Antonio Bulgheroni) incaricati di sondare la base hanno avviato a Milano le consultazioni: fra i primi a essere interpellati il presidente della Telecom Italia Marco Tronchetti Provera (schierato apertamente per Montezemolo) e il presidente della Federlombarda Mario Mazzoleni, A Brescia si sono incontrati i rappresentanti di 60 associazioni territoriali della Confindustria di tutta Italia che hanno così testimoniato dal vivo la loro preferenza. Il consenso che matura è fondamentale perché sarà l'assemblea (con 1.460 delegati) a eleggere il 26 maggio il futuro presidente. Al voto dell'assemblea sarà sottoposto il nome designato l'il marzo dalla giunta (meno rappresentativa, con 167 componenti). In pratica le indicazioni delle associazioni territoriali e di quelle di categoria sono la premessa della scelta dei membri della giunta prima dell'elezione da parte dell'assemblea. «Noi abbiamo bisogno di un candidato come Montezemolo, molto autorevole e rappresentativo a livello intemazionale; che sia candidato anche delle piccole e medie imprese» ha detto il presidente dell'Associazione industriali di Brescia Aldo Bonomi dopo la riunione con Montezemolo. Aggiunge il presidente dell'Associazione di Brindisi Massimo Ferrarese: «Alle associazioni che hanno partecipato alla riunione di Brescia se ne aggiungeranno presto anche altre, provenienti anche dal Nordest. Noi cerchiamo l'unità e di raccogliere il massimo numero di rappresentanti territo- riali». ABiescia, quindi, è stato abbozzato il primo provvisorio conteggio. Ma contemporaneamente si guarda alla sostanza: «Tutti ipartecipanti hanno condiviso gli obiettivi di una Confindustria forte, autorevole e unita, fondata sull'autonomia» sintetizza Bonomi. E capace di dare voce a tutte le realtà industriali, con il coinvolgimento, fa presente Ferrarese, dei giovani imprenditori, della piccola e media impresa e del Meridione. A «tutti gli imprenditori italiani» si rivolge poi, con il suo programma, Tognana che si dichiara impegnato a promuovere una Confindustria «contro le oligarchie». E che affronti «con coraggio e dialogo costruttivo» i «quattro anni complicati che abbiamo davanti» nei quali si deciderà «quali riforme dovranno essere completate e quali abbandonate». Tognana si dichiara contrario alla contrapposizione, allo scontro, «alla logica delle cordate e degli affari. Parla della necessità di una «pacata forza» e immagina una Confindustria «che non utilizzi la forza di tutti per ottenere qualcosa solo per pochi». Tognana, che da tempo ha distinto nettamente le proprie posizioni da quelle di D'Amato, non dà valutazioni sui presidente uscente (che indirezzerebbe verso di lui la propria preferenza). Concretezza, coesione sociale e difesa del capitalismo familiare «sano e indipendente dai bond» sono al centro della proposta di Tognana attento a esprimere il dinamismo imprenditoriale italiano. Tognana mette l'accento sulla necessità del «confronto» nella Confindustria. Non considera Montezemolo un avversario: «Chi non la pensa nello stesso modo non è mai un avversario, ma un collega animato dalla volontà di rappresentare e tutelare interessi comuni». Nel programma a sostegno della candidatura, si sostiene poi l'esigenza di difendere l'assetto dei contratti di lavoro basato sul «doppio livello, nazionale e aziendale» e si osserva che «il caso Parmalat evidenzia come il nostro sistema finanziario sia ancora insufficientemente sviluppato, gli operatori troppo pochi e troppo poco differenziati». All'intemo della Confindustria si stanno definendo le posizioni. Il presidente della piccola industria Sandro Salmoiraghi fa sapere che le aziende rappresentate da lui «non hanno preferenze» se non per chi le valorizzerà. Sarà il consigho centrale della piccola a valutare «i due candidati attuali»; tuttavia Salmoiraghi non esclude che «potrebbe spuntarne un terzo» e sollecita la continuità con il lavoro «incominciato quattro anni fa» da D'Amato (anche se la continuità finora non ha un portabandiera). Il presidente dell'Assolombarda, Michele Perini, evidentemente contrario a Montezemolo, si rammarica per il «clamore» suscitato «indicando percentuali a favore di questo o quel candidato», iniziativa secondo lui inopportuna. I presidente della Ferrari Luca Corderò di Montezemolo

Luoghi citati: Brescia, Brindisi, Italia, Milano, Roma