Cipollini-Petacchi non può bastare
Cipollini-Petacchi non può bastare E' COMINCIATA LA STAGIONE DEL CICLISMO CHE SCEGLIERÀ IL RE DEI VELOCISTI A PARTIRE DALLA MILANO-SANREMO (20 MARZO) Cipollini-Petacchi non può bastare Gianni Romeo INTERPRETARE il ciclismo in queste prime corse è come voler decifrare le amichevoli del calcio d'agosto. I corridori cercano di capire se il carburante messo dentro nell'inverno è di qualità, studiano se stessi e scrutano i rivali. Ma c'è naturalmente chi, come il veneto Simone Cadamuro sabato a Doha (Qatar), primo successo italiano nella stagione, ha già forzato i ritmi e va a caccia di traguardi perché sa che più avanti sarà sempre meno facile trovare spazio. In ogni caso la stagione è partita. Persino il n. 1 deUe classifiche e dei nostri cuori. Paolo Bettini, ha celebrato l'esordio già ieri a Maiorca (buon 50, successo all'australiano Davis su Freire e Zabel). E' appena l'inizio di febbraio. Paolo sa che dovrà recitare da primattore sul palcoscenico fino a ottobre, quando cadranno molte aspettative addosso a lui con i Mondiali in casa (Verona). Ma il temperamento e la voglia di misurarsi sono nel suo dna, non sarebbe Bettini se si amministrasse come il ragioniere Armstrong, re del Tour e fantasma dell'altro ciclismo. Quali vicende ci racconterà il 2004 della bici, che passando dal Trofeo Laigueglia (17 febbraio) avrà il suo primo squillo alla Milano-Sanremo del 20 marzo? Intanto accenderà il duello dei velocisti, mai così atteso dopo la formidabile crescita di Petacchi che ba conquistato nel 2003 buona parte della riserva di Cipollini. Re Leone ha esternato fieri propositi, giomi fa. Ha perfettamente ragione quando dice che, a fronte dei suoi 185 successi maturati in tre lustri di corse, l'altro piatto della bilancia è ancora piuttosto misero per fare di Petacchi oggi il nuovo padrone delle volate. Oggi no, domani forse sì, e in ogni caso l'attesa è forte, la scalata al trono dello sprint sarà uno dei motivi dominanti della stagione. Cipollini poi non deve dimenticare che popolarità fa rima con generosità, lui è un po' l'Armstrong degli sprinter, poche corse e molte sparizioni, mentre Petacchi almeno su un fronte ha già vinto il duello, entrando nel cuore dei tifosi: non si è tirato indietro fino a ottobre. L'annata ruota naturalmente sui due grandi appuntamenti di un giorno, l'Olimpiade di agosto ad Atene e il Mondiale di inizio ottobre. Il ciclismo italiano, piuttosto fragile nelle grandi corse a tappe, ha carte pesanti da giocare invece in queste sfide, da Bettini a Bartoli a Di Luca allo stesso Petacchi, capitila di una lista molto lunga. Il citi Ballerini dovrà fare le acrobazie per garantire il giusto equilibrio al team azzurro. I due interrogativi di una stagione che il ciclismo deve aggredire in modo gaghardo per forza - se vuole occupare spazi e interesse, schiacciato com e fra Europei di calcio e Olimpiadi - sono il Giro e il Tour. Nella corsa francese è sempre più difficile sopportare la latitanza dei nostri corridori. Ivan Basso se intende davvero lottare per il podio non può attendere di avere i capelli bianchi; e Gilberto Simoni deve decidersi, se vuole un posto al sole nella storia della bici. Attendiamo il Giro con maggiori perplessità, sperando naturalmente di sbagliarci. Un grosso dubbio riguarda il percorso, che mette tutte le difficoltà nell'ultima settimana. Basteranno Cipollini e Petacchi a tenere vivo a lungo l'interesse? E poi c'è, anzi nonc'èilcast. All' assenza già cronica di molti stranieri, mai come ora vengono ad aggiungersi i forfait di italiani che, per scelta tecnica o perché ingaggiati da squadre estere, non saranno al via. Diciamo Bettini, Bartoli, Basso, Savoldelli... Non si può vivere solo di Simoni e Garzelli. Né c'è la speranza, ormai, di aggrapparsi a un altro ritomo di Pantani. La sua storia è finita. Paolo Bettni ha vinto 2 Coppe del Mondo
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