Maroni: «Tempi rapidi per la riforma delle pensioni»
Maroni: «Tempi rapidi per la riforma delle pensioni» ONATO NE RICEVE IN MEDIA 1,3 SECONDO IL QUARTO RAPPORTO SULLA RECtONALIZZAZIONE DEL BILANCIO PREVIDENZIALE ■: ■'' ■- . . ' ■..■.-'■■■:: . ' - ' .^^. :, -- .■■■■- :,, ;. i- tV,-,,V.,; ; - v. \:. ,-,.'..,;v ; : 1 ;.:,:,,',- ,.— -—^ ; ;. v,'., '■,,-.:,., .:. ...ìX-i. .- ^ ^ ; —^— Maroni: «Tempi rapidi per la riforma delle pensioni» ROMA Il ministro del Welfare Roberto Maroni promette «tempi rapidi» per l'approdo in aula al Senato della riforma previdenziale, difendendo la validità delle modifiche e sostenendo che la riforma «consentirà di garantire le pensioni ai giovani». In vista dell'incontro dei sindacati preannunciato per domani da Guglielmo Epifani (Cgil) e Savino Pezzetta (Cisl) per fare il punto e mobilitarsi contro il provvedimento del governo sulla riforma del sistema previdenziale, Maroni ha sottolineato ieri che nell'aula di Palazzo Madama approderà prima la riforma costituzionale e subito dopo quella della previdenza. «I tempi saranno rapidi, visto che non ci sono problemi insuperabili» ha dichiarato Maroni. «Quello che serve all'Italia sono le riforme, necessarie per intercetta- re la ripresa economica. Il Governo e il Parlamento le stanno facendo, ma il tentativo della sinistra è quello di bloccarle. In ogni caso - ha concluso - la risposta del Governo è che le riforme saranno completate». Intanto, dal quarto rapporto sulla regionalizzazione del bilancio previdenziale itahano, emerge che ogni pensionato italiano riceve in meHh 1,3 pensioni: il numero di prestazioni previdenziali, infatti, supera quello dei lavoratori a riposo. Su un totale di 13,4 milioni di persone che hanno smesso di lavorare, le pensioni in pagamento sono complessivamente 16,8 milioni. Se poi si fa il rapporto rispetto alla popolazione residente, ogni 100 abitanti i pensionati sono 23,3 e le pensioni 29,3. Un'incidenza quasi interamente dovuta alle pensioni vere e proprie (anzianità, vecchiaia, invalidità e superstiti), che coprono il 25,2 per cento degli abitanti, contro il 4 per cento delle prestazioni assistenziali (assegni sociah e invalidità civile). Inoltre, considerando l'ammontare complessivo dei trattamenti erogati dall'Inps, compresi quelli cosiddetti temporanei a sostegno del reddito (come l'indennità di disoccupazione e la cassa integrazione), il calcolo arriva a una prestazione ogni 2,6 abitanti. Un dato definito nel rapporto «devastante» e con «pochi riscontri in Europa», che fa dell'Italia un Paese con un tasso di assistenza (sotto forma di prestazioni sociah) vicino al 40 per cento, a fronte di un livello di attività fermo al 53 per cento. Il rapporto tra pensioni e pensionati si mantiene costante in tutta Italia, anche se è al Nord che si registra il maggior numero di beneficiari. In questa zona del Paese, le prestazioni sono 8,4 milioni per 6,7 milioni di pensionati, che rappresentano il 26,1 per cento della popolazione (23,30Zo il dato nazionale). Le pensioni, inoltre, sono poco meno di una ogni 3 abitanti (32,90Zo, contro la media nazionale del 29,30Zo). Al Sud, 5,1 milioni di pensioni sono percepite da 4 milioni di pensionati. È a riposo, infatti, il 19,7 per cento della popolazione e le prestazioni arrivano a una ogni quattro abitanti (24,60Zo). Più basso il dato del Centro, con 3,3 milioni di trattamenti e 2,6 milioni di pensionati. Ma l'incidenza rispetto ai residenti è più alta che nel Mezzogiorno. I pensionati sono il 23,6 per cento e i trattamenti coprono il 29,5 per cento. Se la distribuzione territoriale delle prestazioni previdenziali rispecchia la media (29,7^0 al Nord, 25,40Zo al Centro e 19,60Zo al Sud), i trattamenti assistenziali vedono in testa il Mezzogiorno, al quale va il 5 per cento, seguito dal Centro (4,l0Zo) e dal Nord (3,l0Zo). [r.e.s.l I sindacati pronti a tornare in piazza
Persone citate: Guglielmo Epifani, Maroni, Roberto Maroni, Savino Pezzetta
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