Berlusconi: «Un'Italia di cui essere orgogliosi»

Berlusconi: «Un'Italia di cui essere orgogliosi» MESSAGGIO DEL PREMIER AL PRIMO CONVEGNO SULLE VITTIME Berlusconi: «Un'Italia di cui essere orgogliosi» «C'è un'Italia di cui essere orgogliosi: è l'Italia che in Iraq, come in Kosovo o in Afghanistan, testimonia i valori della nostra civiltà umanìstica e cristiana e i valori universali dì pace nei diritti e nella giustizia». E' quanto sostiene il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, in un messaggio inviato ieri a Genova agli organizzatori dì un convegno in ricordo dei caduti di Nassiriya. «I nostri militari e i nostri civili impegnati all'estero - ha scritto Berlusconi - sono la testimonianza per popolazioni appena uscite da regimi totalitari e sanguinosi o dal calvario dì una guerra civile che un'altra società è possibile, una società dove la pace vada a fianco con la giustizia e la prosperità con la libertà, una società libera dalla paura che è la fonte prima dell'arbitrio e dell'oppressione». Dopo aver ricordato che «pochi giorni fa l'Italia ha celebrato quale Giorno della Memoria la liberazione da parte delle truppe alleate del campo di concentramento di Auschwitz, il premier ha sottolineato come ((furono regimi totalitari a rendere possibile la shoah. anzi, a rendere possibile l'inconcepibile nella civilissima Germania di Goethe e nella Russia di Tolstoj. E sono stati regimi totalitari a rendere possibili le ultime tragedie contemporanee, i massacri etnici nella ex Iugoslavia, l'invasione del Kuwait e lo sterminio delle popolazioni curde, la regressione dell'Afghanistan al più cupo Medioevo, mentre un totalitarismo diverso, il totalitarismo terroristico, che con le dittature condivide il fanatismo, la cieca furia con cui viene colpito il diverso, specie se inerme, il disprezzo verso ì diritti dell'uomo, ha mietuto e contìnua a mietere le sue vittime oggi come ieri». Secondo il presidente del Consiglio, le nazioni liberali e democratiche de l'Occidente hanno un dovere da compiere: intervenire. Perché «non c'è pace senza democrazia e libertà». E oggi, ha concluso Berlusconi, «il nostro dovere di italiani, è che le speranze suscitate in popoli liberati o pacificati non vengano deluse... perché dal sangue versato a Nassiriya nasca come da ogni sacrificio un mondo migliore». [Ansa]

Persone citate: Berlusconi, Goethe, Silvio Berlusconi, Tolstoj