Sereno Regis, il seminatore di pace di L. Ga.
Sereno Regis, il seminatore di pace VENT'ANNI FA MORIVA LO STUDIOSO TORINESE APOSTOLO DELLA NON VIOLENZA - : - — - - ' -- ■--•■' - ^ -- - ■■- . . ■-:. ■■. . . ' . :^ . . ' . Sereno Regis, il seminatore di pace IL 24 gennaio di vent'anni fa se n'è andato Domenico Sereno Regis. I più non sarmo neppure chi fosse, ma c'è in via Garibaldi 13 un centro studi che porta il suo nome e fa cultura in nome di quell'uomo vissuto seminando la pratica della nonviolenza: una sola parola per rendere l'idea di qualcosa di più e diverso della semplice negazione. Sui fogli del pacifismo d'antan e agli indirizzi Internet dei gruppi storici della nonviolenza circolano i ricordi del presidente nazionale del Movimento Internazionale per la Riconciliazione, un altro granello sconosciuto sulle autostrade della comunicazione di massa, ma che ha contribuito alla ricerca profetica di pace. Venerdì scorso don Esterino Bosco ha celebrato nella cappella interna di via Vittorio Amedeo 16 una messa in suffragio e in memoria di Domenico Sereno Regis. Mercoledì l'hanno ricordato in un incontro nella sede del suo centro studi il professor | Rodolfo Venditti, Nanni Salio e Beppe Marasso. C'è molto da dire di un uomo morto a 62 anni di età, subito dopo essere andato in pensione e quando poteva finalmente dedicarsi a tempo pieno al volontariato civile, scelta che caratterizza e distingue l'agire pacifista. Non a caso Sereno Regis fu con l'esempio personale un antesignano di quell'alternativa alla guerra di cui si è molto parlato, spesso fuori luogo, ancora nelle settimane di vigilia del conflitto iracheno: oggi i suoi amici ne sottolineano con orgoglio in particolare la partecipazione alla Resistenza «come partigiano nonviolento e disarmato». Oggi che si cominciano a pubblicare con una diffusione maggiore studi e ricerche sulle testimonianze intemazionali di opposizione disarmata al nazifascismo. Nel quotidiano telematico «La nonviolenza è in cammino» Federico Peyretti si sofferma così su di lui: «Ha scritto pochissimo. Quel che c'è ora di visibile di lui è l'impegno che ci ha comunicato e i movimenti che ha avviato a Torino, in particolare quel centro di documentazione diventato la bella struttura del Centro Studi Sereno Regis per la pace e la nonviolenza. Il suo ruolo era di animatore e "collegatore" di persone, movimenti, gruppi. La sua idea forte era la democrazia dal basso, che si realizzava nei comitati spontanei di quartiere, poi diventati strutture ufficiali, più concentrate e pi.rtroppo meno partecipate dalla base della cittadinanza. Era uno spiriti, libero, un cattolico di fede robusta e sobria, di quella tradizione religiosa torinese fatta di azione più che di proclamazioni. Si batté per la dignità di tutti, a partire da quella degli ultimi. Lo chiamavano tutti solo Sereno, la prima parte del suo cognome. Uno dei miei primi impegni, negli Anni 60, fu una manifestazione di poche persone, per solidarietà con un obiettore di coscienza sotto processo, guidata da lui nelle vie di Torino. Ero orgoglioso di parteciparvi insieme a Sereno». [al. ga.]
Persone citate: Beppe Marasso, Domenico Sereno Regis, Esterino Bosco, Federico Peyretti, Nanni Salio, Rodolfo Venditti, Sereno Regis
Luoghi citati: Torino
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